Pablo Berger, nato a Bilbao nel 1963, è uno dei più apprezzati sceneggiatori e registi spagnoli. La sua carriera inizia con il cortometraggio Mamá (1988), premiato in diversi festival. Nel 1990 riceve una borsa di studio per conseguire un Master in Regia (MFA) alla New York University, dove dirige Truth and Beauty (1994), che gli vale una candidatura agli Emmy. Durante il suo periodo a New York, diventa professore di Sceneggiatura e Regia presso la New York Film Academy, insegnando a Cambridge, Princeton, Yale, la Sorbona e La Fémis. Per il suo lavoro, nel 2015 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese e, nel 2024, ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Merito nelle Belle Arti dal governo spagnolo.
Il suo esordio nel lungometraggio, Torremolinos 73 (2003), è stato un successo internazionale nel circuito arthouse, proiettato nei cinema di tutto il mondo e premiato con numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui quattro nomination ai Premi Goya. Il film racconta di Alfredo Lopez, venditore porta a porta di enciclopedie che, per necessità economiche, accetta di girare film pornografici con la moglie Carmen destinati al pubblico scandinavo. Nel frattempo, scopre la sua passione per il Cinema e in particolare per Ingmar Bergman. Secondo Il Cinematografo, “non è solo una commedia sexy che prende in giro gli ultimi anni della dittatura di Franco, ma anche un adorabile inno alla potenza dell’arte”.
Il suo secondo lungometraggio, Blancanieves (2013), ha raggiunto un successo ancora maggiore. Blancanieves ha ottenuto oltre cento premi in tutto il mondo, tra cui dieci Premi Goya (incluso Miglior Film), il Premio Speciale della Giuria al Festival di San Sebastián, tre candidature agli European Film Awards, una candidatura ai Premi César come Miglior Film Straniero e ha rappresentato la Spagna agli Oscar. Questo film muto, ispirato alla fiaba di Biancaneve dei fratelli Grimm, reinterpreta la storia inserendo elementi della tradizione spagnola. Lo stesso Berger ha dichiarato: “Lo spettatore deve sentire più che pensare, lasciandosi guidare solo da immagini e musica. Uno sguardo sincero può contenere tutta la tensione dell’azione più sfrontata”. E ancora: “Blancanieves non è una copia ma una rilettura per il pubblico odierno dei film di quell’epoca”.
Il suo film successivo, Abracadabra (2017), è stato presentato nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma, finalista per rappresentare la Spagna agli Oscar 2018 e candidato a otto Premi Goya. È una commedia dai toni fantastici: la protagonista Carmen è insoddisfatta del marito Carlos, maschilista e aggressivo, più interessato al Real Madrid che alla propria famiglia. Tutto cambia quando, al matrimonio del cugino di Carmen, Pepe—un aspirante mago da sempre innamorato di lei—Carlos si offre volontario per farsi ipnotizzare nel tentativo di ridicolizzarlo, finendo invece posseduto dallo spirito di un altro uomo, Tito.
L’ultimo film di Berger, Robot Dreams (2023), è stato un successo mondiale ed è stato presentato in Selezione Ufficiale al Festival di Cannes. Tra gli altri riconoscimenti, ha vinto il Grand Prize Contrechamp al Festival di Annecy, il premio come Miglior Film Indipendente agli Annie Awards, due Goya ed è stato candidato agli Oscar 2024. Tratto dalla graphic novel di Sara Varon, racconta l’amicizia tra un cane solitario nella Manhattan degli anni ’80 e il robot che acquista per combattere la solitudine. I due diventano inseparabili, finché un incidente in spiaggia li separa. Riusciranno a ritrovarsi? Per Berger, sono le emozioni a contare. IndieWire lo definisce “una tenera commedia-buddy movie, una storia di amicizia e amore al maschile tra un cane e un robot vagamente umanoide”. Parlando del suo stile, Berger spiega che sia la graphic novel sia il film derivano dalla tecnica ligne claire della scuola franco-belga, il cui esponente più famoso è Hergé (l’autore di Tintin). “Molto del mio amore per il cinema”, afferma, “proviene dai fumetti. Robot Dreams è stato concepito come un fumetto trasformato in disegni animati e per realizzarlo abbiamo usato tecniche di inchiostrazione tradizionale, colori piatti e un approccio di deep focus, in cui tutto nell’inquadratura risulta a fuoco”.
Torremolinos 73 segue la storia di Alfredo Lopez, un venditore di enciclopedie che non riscuote molto successo. Il suo capo gli propone uno “studio scientifico” che in realtà serve a girare e commercializzare film pornografici. Carmen, la moglie di Alfredo, accetta immediatamente, poiché vede un’opportunità per migliorare la loro situazione economica e avere finalmente un figlio. Nel frattempo, Alfredo scopre un’enorme passione per il cinema, in particolare per Ingmar Bergman.
Recensione:
“Liquidato da alcuni come una versione spagnola e periferica di Boogie Nights, questo è invece un film garbato, camp ma comunque rivelatore su come una nazione abbia aggirato le strutture sociali imposte dal vacillante regime fascista di Franco.”
– di William Thomas, Empire
Recensione del film Torremolinos 73 su Empire
“Convertire il tabù in nostalgia e ironia è ormai una pratica frequente, ma sarebbe un peccato se ciò tenesse il pubblico lontano da questo film divertente e insolitamente delicato sul mondo casalingo del soft porn in Super-8, opera prima di Pablo Berger con Javier Cámara (visto in Parla con lei e La mala educación di Almodóvar).”
– di Peter Bradshaw, The Guardian
Recensione del film Torremolinos 73 su The Guardian
Insieme a Robot Dreams, Blancanieves è il film più famoso di Pablo Berger, valso anche la candidatura all’Oscar come Miglior Film Straniero per la Spagna. Ispirato alla fiaba dei fratelli Grimm, trasporta la storia in Andalusia, con la protagonista Biancaneve ribattezzata “Carmen” e l’ambientazione nel mondo della corrida. Il padre di Carmen, un ex torero ora paralizzato, la fa crescere dalla nonna fino alla morte di quest’ultima; a quel punto Carmen si trasferisce dal padre e dalla matrigna malvagia Encarna, che la maltratta, mentre il padre, di nascosto, le insegna i segreti della tauromachia.
Recensione:
“Le scene da gladiatore nell’arena sono straordinariamente riuscite, e Berger attinge a Hitchcock, con echi di Rebecca e Psyco, Buñuel, Browning e Almodóvar, per poi evocare un finale affascinante e ambiguo: malinconico, inquietante ed erotico. Un film da custodire.”
– di Peter Bradshaw, The Guardian
Recensione del film Blancanieves su The Guardian
“Le immagini spaziano dal grottesco al toccante, condite da primi piani oculari in stile buñueliano. Ma il film è sospinto altrettanto dalla ricca colonna sonora di de Vilallonga, che sa essere vivace, piena di suspence, dolce o malinconica secondo necessità. È un piccolo gioiello che rielabora con intelligenza una fiaba classica.”
– di David Rooney, The Hollywood Reporter
Recensione del film Blancanieves su The Hollywood Reporter
Abracadabra è un’opera drammatica e insieme una commedia surreale. Carmen è sposata con Carlos, maschilista, aggressivo e scansafatiche, più interessato al Real Madrid che alla sua famiglia. Tutto cambia quando, durante il matrimonio del cugino di Carmen, Pepe—un aspirante mago innamorato di lei—Carlos si offre volontario per farsi ipnotizzare e deriderlo. Ma finisce posseduto dallo spirito di un altro uomo, Tito.
Recensione:
“Abracadabra è in parte una parabola sul matrimonio e in parte un percorso di autoconsapevolezza, costruita con un’estetica visiva precisa e personale, attraversando vari generi senza sposarne nessuno.”
– di Paola Casella, MyMovies
Recensione del film Abracadabra su MyMovies
“Le prime scene offrono una satira affilata e un’osservazione sociale, insieme a momenti comici deliziosamente calibrati.”
– di Jonathan Holland, The Hollywood Reporter
Recensione del film Abracadabra su The Hollywood Reporter
Robot Dreams è un film d’animazione che racconta l’amicizia tra un cane e un robot. Il nostro cane vive un’esistenza solitaria nella Manhattan degli anni ’80 e, dopo aver visto una pubblicità in TV, decide di comprare un robot che gli faccia compagnia. A poco a poco, i due diventano inseparabili, finché un incidente in spiaggia li divide quando il robot si blocca. Riusciranno a ritrovarsi?
Recensione:
“Robot Dreams ci lascia riflettere su ciò che i protagonisti senza voce non dicono: vale la pena aprirsi agli altri, anche se fa male? Alla fine ci sarà qualche lacrima, e un’ondata di emozioni che non si possono esprimere a parole. Né serve farlo. Tutto si capisce da un incerto scodinzolio.”
– di Amy Nicholson, The New York Times
Recensione del film Robot Dreams su The New York Times
“Ed è proprio questo il cuore di Robot Dreams: ricordare, anche se fa male. Una vecchia amicizia, una vecchia città, un mondo analogico che conviveva con la solitudine a modo suo e, sempre, una canzone che tiene tutto insieme.”
– di Elsa Fernández-Santos, El País
Recensione del film Robot Dreams su El Pais