Programma speciale a cura di Anton Giulio Mancino
Giacomo Casanova Felliniano
Ci sono film che si presentano semplicemente con il loro titolo e altri che portano in dote e contrassegno il nome dell’autore che è quindi parte integrante del titolo stesso. I film di Federico Fellini appartengono per eccellenza a questa seconda categoria. Non esiste dunque un film dal titolo Il Casanova, cui occorre poi specificare “di” Federico Fellini, bensì senza soluzione di continuità Il Casanova di Federico Fellini, intitolato appunto al magistero felliniano; e che procede attraverso un dichiarato disadattamento, con la complicità dello scrittore e sceneggiatore Bernardino Zapponi, di Storia della mia vita di Giacomo Casanova.
Disadattare Casanova, con cui Fellini entra espressamente in collisione, rende questo capolavoro sin dal titolo un’opera che si distacca dalla fitta filmografia sul personaggio, che il trevigiano Giovanni Comisso nel condensare per Longanesi nel 1976, sulla scorta del clamore del film “sostitutivo” di Fellini, le quasi tremila pagine del romanzo autobiografico definisce: «Frate e mestatore, letterato e ruffiano, attore e cabalista, biscazziere e filosofo, ma infine e pur sempre ideologo dell’alcova e patrocinatore del libero amore, il vero Casanova non è più sordido di tanti altri eroi né più eroe di ciascuno di noi. È soltanto “vero”».
Difficile quindi ignorare la dimensione completa, critica e autocritica, come specchio allargato di un essere italiani che Fellini al Casanova pienamente “suo”, che uno studioso che ha insegnato francese all’Università di Venezia, Elio Benvenelli, ha condensato nel saggio Analisi di una messa in scena. Freud e Lacan nel «Casanova» di Fellini (Dedalo, 1979).
Ma non si può ormai vedere Il Casanova di Federico Fellini separatamente da un altro film, per ovvie ragioni antecedente: E il Casanova di Fellini? (1975), che con Liliana Betti il suo autore, felliniano fino al midollo, Gianfranco Angelucci, per estrema modestia ha chiamato “special” televisivo; mentre è sì “speciale”, ma nel senso e a tutti gli effetti di un’opera preziosa la cui componente documentaria porta all’estrema potenza quella deliziosa e inconfondibile materia menzognera di cui Fellini è stato maestro e mentore. Sempre con Betti, Angelucci ha quindi curato due testi indispensabili, quello edito Cappelli nel 1977 della sceneggiatura e dei materiali del film felliniano; e dapprincipio uno a parte, Casanova rendez-vois con Federico Fellini (Bompiani, 1975), che non a caso reca in appendice di E il Casanova di Fellini? anche i dialoghi e la sceneggiatura.
Questo piccolo film allora cos’è? Una raccolta di storia di potenziali Casanova che arrivano da Fellini per misurarsi con l’icona di lungo corso del veneziano illustre: Alberto Sordi, Alan Cuny, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni. Fellini li prova e li accantona, come materia viva dell’immaginazione, ma Angelucci, preservando questi esperimenti dà loro una forma cinematografica compiuta, degna di restare in parallelo con il Donald Sutherland infine incaricato di reincarnarlo e disadattarlo.
Biografo, amico e stretto collaboratore di Fellini, Angelucci gli ha dedicato tre testi immancabili nella babelica biblioteca sull’autore de Il casanova di Federico Fellini: in ordine cronologico Federico F. (Avagliano, 2000), Segreti e bugie di Federico Fellini (Luigi pellegrini, 2013) e Glossario felliniano. 50 voci per raccontare Federico Fellini, il genio italiano del cinema (Avagliano, 2020), a riprova di un sodalizio che trascende il reale e rientra in una dimensione mistica, spirituale, sovrannaturale.
Il Casanova di Federico Fellini (1976)
Film del 1976, diretto da Federico Fellini e vincitore dell’Oscar per migliori costumi. Tratta della vita di Giacomo Casanova, uomo orgoglioso e con velleità letterarie. Giovane seduttore veneziano che dopo l’evasione dal carcere dei Piombi, gira per le città italiane e straniere, sempre accompagnato dalla sua fama. Si parla delle sue storie di sesso, delle amicizie importanti (e deludenti per lui), della decadenza squallida. Un film che ha fatto molto discutere.
“Disperatamente mi sono aggrappato a questa “vertigine da vuoto” suscitata dalla lettura dell’Histoire de ma vie, come all’unico punto di riferimento per raccontare Casanova e la sua inesistente vita.” Federico Fellini
(Dalla pagina - Sentieri Selvaggi)
E il casanova di Fellini? (1975) - Gianfranco Angelucci
Documentario italiano, prodotto da Gianfranco Angelucci della durata di 75 minuti. Definito come: ”variazione su un film ancora da fare”, dove Federico Fellini sottopone attori e amici a degli immaginari provini per il ruolo di Casanova, improvvisando tra gli studi di Cinecittà, in attesa del progetto finale che vedrà la luce solo un anno più tardi.
Il mito vivente di Fellini era tale che, nell’attesa che andasse in porto il progetto del 1976, la Rai decise di produrre questo documentario che indagava sui contenuti della pellicola e sul personaggio del noto amatore veneziano. Il tono è quello dell’inchiesta, ma il film procede tra il serio e il faceto coinvolgendo attori e letterati. Fra i tanti: Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi.
(Dalla pagina - FilmTV.it)
Tra le scenografie del Casanova di Fellini, le cui riprese furono interrotte per mancanza di fondi e il cui futuro era incerto, si intervistano attori e gente comune sul "casanovismo". Tognazzi si cimenta in una ricetta d'epoca, Mastroianni gioca con la sua fama da latin lover e Sordi... fa Sordi.
(Dalla pagina - Il Davinotti, Il Correggibile)
Federico Fellini si aggira per gli studi di Cinecittà sottoponendo attori e amici a degli immaginari provini per il ruolo di Casanova. Conduce Olimpia Carlisi. Proiettato alla Mostra di Venezia 2008 nell'ambito della retrospettiva "Questi fantasmi: Cinema italiano ritrovato (1946-1975)".
(Dalla pagina - MyMovies.it - Il Cinema dalla parte del pubblico)