Ca’ Foscari Short Film Festival

East Asia Now 2025

Programma speciale a cura di Stefano Locati

I tre cortometraggi della selezione di East Asia Now 2025 provengono da Giappone, Thailandia e Cina. Come di consueto, si tratta di opere molto diverse tra loro, a partire dal fatto che quest’anno sono presenti due film di finzione e un documentario, accomunate però da una riflessione lucida, cruda e disvelatrice sulla marginalità, esplorata in particolare a partire dall’infanzia. Dal viaggio nella periferia decadente di un sobborgo nelle Filippine, presente nel documentario giapponese, ai piccoli disabili sfruttati del corto tailandese, fino ai bambini problematici (e fantasmatici) del corto cinese, si ha la percezione di un fragile mondo in bilico che, nonostante le avversità, non perde comunque la propensione a continuare a sognare. Il formato breve si conferma uno strumento ideale per esplorare con immediatezza piccoli-grandi temi del quotidiano sommerso della vita contemporanea.

I Am Not Invisible

Regia: Yuki YORK
Paese: Giappone
Lunghezza: 25’

Sinossi: Una regista giapponese si inoltra in una zona ammantata di miseria all’estrema periferia del quartiere di Tondo, nelle Filippine, un luogo che gli stessi abitanti considerano invisibile, dato che non è presente in Google. Le domande agli abitanti si intrecciano a quelle che la regista pone a sé stessa, su ciò che filma e sul senso di documentare, in conversazione con la nonna, di origini filippine.

Un ringraziamento speciale a Kusakabe Keiko per aver segnalato il documentario.

Morlam

Regia: Tanaseth TULYATHAN
Paese: Thailandia - Vietnam
Lunghezza: 15’

Sinossi: Nelle periferie di Bangkok, un ragazzo cieco canta in cambio di qualche spicciolo, immaginando di esibirsi su un prestigioso palcoscenico. Come lui, anche gli altri ragazzini costretti a elemosinare per strada s’immaginano un altrove possibile. Tanseth Tulyathan riesce a mantenere una distanza equilibrata tra fiaba e crudeltà, mostrando empatia verso tutti i personaggi senza scivolare in una riscrittura consolatoria della realtà.

And I Talk Like a River

Regia: QIAN Ning
Paese: Cina
Lunghezza: 13’

Sinossi: Un ragazzino descritto come attaccabrighe viene lasciato in custodia a un tempio atipico dalla madre, sperando che possa redimersi. Contrariamente alle aspettative, il bambino non solo rimane scontroso, ma incontra anche un altro ragazzino, definito da tutti un “mostro”, che sembra imitare le sue azioni. Qian Ning costruisce una piccola parabola-sberleffo capace di evocare la forza arcana e sublime della natura.