Venezia, 22 Marzo 2025. Si è svolta ieri, all’interno della quindicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, l’attesa masterclass di Roberto Catani, illustratore e animatore marchigiano intervistato sul palco dell’Auditorium da Andrijana Ružić. Durante l’incontro sono state presentate anche le sue opere seguendo due filoni, distinti per tecniche di realizzazione e tematiche trattate. Il primo corto proiettato è stata anche la sua opera prima, Il pesce rosso (1995), per la quale l’autore ha ammesso i suoi iniziali timori nei confronti dell’animazione e per questo motivo la durata è di un solo minuto. La tecnica impiegata è tradizionale e richiede lunghi tempi di lavorazione, dato che utilizza il cartoncino nero che provoca l’impossibilità della trasparenza, ma ha il vantaggio di portare anche un elemento di imprevedibilità. Il secondo gruppo di opere è caratterizzato invece da un metodo diverso. Necessitando di un maggiore realismo, qui Catani impiega la carta bianca e anche la precisione nella narrazione aumenta. La testa tra le nuvole (2013), ad esempio, è il racconto autobiografico di un’infanzia non proprio tradizionale, illustrata tramite immagini oniriche, quasi felliniane. Nonostante il successo e i molti riconoscimenti ottenuti, Catani ha confessato alla fine della masterclass di voler smettere per il momento di fare film di animazione, in quanto la tecnica da lui utilizzata è molto faticosa e richiede migliaia di disegni manuali, ma ha anche ammesso di avere delle idee nel caso dovesse tornare sui propri passi.
Oggi invece l’ultima giornata di festival ha visto la proiezione degli ultimi sei cortometraggi del Concorso Internazionale, a partire dall’argentino Línea de flotación – Waterline, prodotto del sodalizio tra i registi dell’Università di Buenos Aires Lucila De Oto e Gastón Bonalve. Il corto si inserisce nel progetto dei giovani registi di realizzare contenuti incentrati su temi politici e ambientali e presenta l’inseguimento della polizia di un ragazzo il cui padre è stato assassinato durante una protesta ambientale. A seguire, è stato proiettato 3MWh della regista ceca Marie-Magdalena Kochová, nervoso racconto su un dipendente di una centrale nucleare che si autoimpone un limite di energia che può consumare nel corso della sua vita. Attraverso una narrativa definita “multistrato” dalla regista stessa, i temi affrontati sono la paura della morte, la razionalità della scienza e la spinta umana verso la spiritualità. Le proiezioni sono continuate con il francese Crac!, il cortometraggio di Dimitri Martin Genauden, dove il nascere di un rapporto inaspettato tra un coleottero abbandonato e un uomo vengono raccontati attraverso la combinazione tra uno stile retrò e la stop motion. Lunge di Negar Hassanzadeh, ha portato invece sullo schermo i problemi politici legati allo scontro tra Iran e Israele attraverso il genere sportivo. Usando una competizione mondiale di scherma come metafora, questo cortometraggio dalla potente forza emotiva indaga i concetti di identità e resilienza. Il Concorso è proseguito poi con il corto spagnolo Cura sana di Lucìa G. Romero, storia autobiografica legata alle radici cubane della regista che segue il viaggio nella notte di San Juan di due sorelle vittime di violenza domestica, durante la quale trasformeranno la loro relazione da una fatta di violenza a una d’amore. Il corto finale della giornata è stato Heart Flutters dei registi polacchi Eliza Godlewska e Alan Ruczyński, in cui il protagonista, un ragazzo dall’animo gentile ma impulsivo, finisce a fare la scelta sbagliata spinto dalla rabbia e a dover pagare le conseguenze di tale violenza.
L’ultimo programma speciale è stato invece l’atteso The World of Marco Bellocchio, a celebrazione dei sessant’anni di carriera del Maestro di Bobbio. Il giornalista e docente di cinema Anton Giulio Mancino ha introdotto il pubblico al cinema di Bellocchio per poi presentare i quattro cortometraggi proiettati durante lo speciale: Pagliacci (2016), La lotta (2018), Se posso permettermi (2019) e Se posso permettermi 2 (2024), tutti realizzati nell’ambito del corso di alta formazione cinematografica Bottega XNL – Fare Cinema. Il regista piacentino, nell’impossibilità di partecipare a causa di impegni sul set, ha inviato un video messaggio nel quale ha spiegato l’importanza che hanno per lui questi quattro cortometraggi, definendoli come una sorta di diario personale caratterizzato da estrema libertà e grande vivacità, anche grazie all’apporto di tutti i giovani che vi hanno contribuito.
La quindicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival si concluderà questa sera con la cerimonia di premiazione che sarà accompagnata dalla performance musicale di Musicafoscari, il progetto di attività musicali di Ca’ Foscari attivo dal 2010 e diretto da Daniele Goldoni, che sonorizzerà un classico del cinema muto ‘breve’, Cops (Poliziotti, 1922) di Buster Keaton.
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