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L'identità in frantumi - Conversazione con Kurosawa Kiyoshi

Regista capace di spaziare dall'horror al dramma, dall'erotico all'action, e poi ancora alla commedia, apparentemente senza logica preferenziale, Kurosawa Kiyoshi firma opere che rappresentano spesso delle pietre miliari per gli ambiti nei quali si inseriscono. Accanto a questa frenetica attività, l'insegnamento in una scuola di cinema e l'impegno come critico e saggista concorrono a definire quello che sembra essere il suo unico obiettivo: l'inquieta ricerca del senso stesso del cinema.

Kairo

Kiyoshi Kurosawa si conferma come uno dei più abili artefici di storie di fantasmi. Kairo prosegue la strada intrapresa con Korei, amplificandone la portata e l'intensità.

L'esplosione delle immagini: Kurosaka Keita

Sono immagini "asettiche" e provocatorie quelle che Kurosaka Keita mostra nei suoi lavori, esplorazioni della società contemporanea tokyoita, che gli sono valse numerosi riconoscimenti sia in patria che all'estero. Artista indipendente, si appoggia per la produzione all'istituzione Image Forum.

Eros e violenza: lo zoo umano di Kuri Yōji

Kuri Yōji (Tokyo 1928) è stato senza dubbio uno degli animatori indipendenti giapponesi più noti e acclamati sia in patria che oltre confine. Simbolo di un'animazione per adulti, è stato efficace ambasciatore dell'animazione indipendente nipponica, molto spesso ignorata o sottovalutata.

Antenna

Una nuova prova per Kumakiri Kazuyoshi che ancora una volta riesce a trovare materia in grado di sommuovere qualcosa nelle coscienze. In bilico tra un vago thriller psicologico, in cerca di soluzione per un giallo tutto sommato prevedibile, e la riflessione su temi più intimi e profondi, Antenna mantiene comunque una certa capacità di toccare corde profonde dei personaggi disturbati di cui racconta e non rinuncia a esplorare temi come il ruolo del dolore e del potere di suggestione, confermando il valore "politico" di un cinema che, non avendo niente di ideologico ma molto di innato, risulta ancora una volta suggestivo.

Kōuchi Jun'ichi

Kōuchi Jun'ichi (1876-1970), fra i pionieri dell'animazione giapponese, fu colui che percorse la carriera più breve nel campo dell'animazione, ma ebbe il merito di riuscire a introdurne un'importante innovazione tecnica, cioè l'utilizzo di sfumature di grigio per attenuare e ombreggiare i contorni dei disegni, fino allora tracciati con secchi tratti di china.

Distance

Per Koreeda il cinema è un discorso memoriale proiettato al di qua della soglia dell'indicibile. Oggetto discreto, la morte proietta la sua evidente opacità anche sui corpi di coloro che restano al di qua della membrana che separa i vivi dai morti. Ed è tentando di dare forma a uno stupore primordiale (tentando cioè di visualizzare uno sguardo che vede ancora – anche – dopo...) che il cinema di Koreeda tocca i suoi punti più alti e perturbanti.

Koroshi

Kobayashi è riuscito a costruire un film perfetto, interamente ricamato da ellissi taglienti, tempi scanditi al centesimo di secondo, cura estrema della fotografia, lavorando su una sceneggiatura perfetta quanto a precisione e semplicità.

Kitayama Seitarō

Kitayama Seitarō (1888-?), dopo gli studi di pittura occidentale, lavorò per una rivista d'arte disegnandone le copertine e i titoli dei saggi in essa contenuti. Autodidatta dell'animazione, iniziò a dedicarvisi intorno al 1916. I contenuti dei suoi film sono riferibili alla ricca tradizione favolistica nipponica, ma il suo segno grafico fu influenzato più dai prodotti internazionali che dalla tradizione grafica giapponese.

Brother

Le inquadrature in Brother non sembrano scorrere, susseguirsi una all'altra in una temporalità lineare, ma sovrapporsi con la lentezza dei fogli di calendario. Kitano va in America, costituisce una scalcinata banda di yakuza e si mette a fare la guerra prima ai messicani, poi alla mafia italiana. Mette in scena il discanto del gioco: non più qualcosa che libera il tempo, ma che si stringe in cerchi sempre più piccoli e asfittici. Del gioco è rimasta la passività con cui si accetta la violenza delle sue regole.

Sonatine

In Sonatine si ritrovano le due linee di fuga che Takeshi Kitano pare aver imboccato con le sue ultime opere, il coté comico-surreale proprio de L'estate di Kikujiro quanto quello malinconico di di Hana-Bi. Sonatine è il film in cui Kitano ritrova l'inquadratura fissa, frontale e senza alcuna ipotesi voyeuristica del film delle origini. Questa si pone come scena fondante, punto d'arrivo e di partenza del percorso di sottrazione intrapreso.

Kids return

Per Kitano Takeshi l'infanzia e l'adolescenza sono aspetti fondamentali della poetica cinematografica: Kids Return (1996), un film di spessore e complessità nelle sue innumerevoli sfumature, fatte di sguardi, posture, silenzi e suoni, ne rappresenta un ritratto corale.