N. 10, 05/2009 - Genere, nazione, militarismo. Stupri di massa nel '900
DEP - Deportate, esuli, profughe
Donna serba stuprata dai soldati bulgari durante la Prima guerra mondiale
In questo numero della rivista pubblichiamo gli atti del Convegno tenutosi a Venezia il 23-24 ottobre 2008, Genere, nazione, militarismo. Gli stupri di massa nella storia del Novecento e nella riflessione femminista, organizzato da DEP e dall’unità veneziana del progetto PRIN 2005 coordinato da Marcello Flores.
Nella prima parte studiose e studiosi di varie discipline analizzano numerosi cases study, mentre i saggi che compaiono nella seconda parte si interrogano sul rapporto tra servizio militare e violenza alle donne, sull’aspetto simbolico dello stupro, sulle ragioni della sottovalutazione di un tale crimine nell’opinione pubblica, nel mondo giuridico, negli ambienti politici e militari.
Numero completo
N. 10 del 05/2009 - Gli stupri di massa nella storia del Novecento e nella riflessione femminista | 12.93 M |
Singoli contributi
Introduzione di Bruna Bianchi | 465 K |
Ricerche
Parte prima: i casi
Urvashi Butalia, Alcune questioni sugli stupri di massa durante la Partizione India-Pakistan Durante la Partizione dell’India nel 1947 circa 100.000 donne sono state stuprate e ridotte in schiavitù da uomini dell’ “altra” religione e da uomini della propria religione. Questo saggio illustra questa storia e solleva alcune questioni: il significato dello stupro per coloro che lo subirono, il modo in cui lo Stato affrontò il problema, le ragioni per cui le donne continuarono a vivere nel silenzio e ciò che questo silinzio significa per l’India contemporanea. | 351 K | |
Suping Lu, Minnie Vautrin in Nanjing 1937-1938 Nel corso della Seconda guerra Sino-giapponese le truppe giapponesi commisero atrocità che culminarono in dimensioni e crudeltà a Nanchino. Minnie Vautrin, una missionaria e insegnante americana nella città occupata trasformò il campus di Ginling, che essa dirigeva in un centro di accoglienza per 10.000 donne e bambini terrorizzati e fornì loro cibo, riparo e protezione. Per il suo coraggio fu ricordata come la "dea" del massacro di Nanchino. | 550 K | |
Frédéric Rousseau, Les viols durant la guerre d’Algérie (1954-1962) Questo saggio, analizzando i casi di stupro delle donne algerine da parte dei soldati francesi durante la guerra d’Algeria (1954-1962), cerca in primo luogo di far luce sui contesti che resero possibili gli stupri che furono numerosi, benché non abbiano rappresentato una tattica organizzata di guerra. Per comprendere gli stupri nella guerra d’Algeria è inoltre necessario considerare il contesto coloniale e il modo in cui furono considerati dall’opinione pubblica francese. | 537 K | |
Matteo Ermacora-Serena Tiepolato, Gli stupri sovietici contro le donne tedesche 1944-1945 Tra l’autunno e l’inverno 1944-1945, ca. 4,5 milioni di profughi tedesco-orientali divennero bersaglio della “strategia punitiva” e della crescente brutalità dell’Armata Rossa. Il saggio indaga il rapporto tra guerra totale, profuganza e stupri di massa, mettendo in luce in particolar modo il vissuto e la memoria della violenza; le conseguenze degli stupri ed il loro significato nel più ampio contesto della fuga. | 460 K | |
Maria Rosaria Stabili, Conflitti armati e violenza di genere: Guatemala e Perù Questo saggio propone l’analisi comparativa di due realtà, appartenenti alla stessa area geopolitica (Guatemala e Perù), con l’intenzione di sottolineare la storicità della violenza sessuale sulle donne. Il saggio evidenzia le diverse valenze simboliche delle violenze, le diverse reazioni delle vittime e i loro percorsi di ricostruzione dell’ identità attraverso l’uso /non uso della memoria e della parola. | 499 K | |
Andrea Falcomer, Madri e figli della violenza nell’attività dell’Ist. S. Filippo Neri (1918-47) Nel corso della Grande guerra gli stupri furono diffusi. Le donne che diedero alla luce i “figli del nemico” furono spesso costrette dai mariti e dalla famiglia ad abbandonare i bambini. L’Istituto San Filippo Neri, un istituto fondato a Portogruaro, in provincia di Venezia nel 1918, accolse temporameamente questi bambini, ma in molti casi l’abbandono fu definitivo e causò un profondo dolore alle madri. | 502 K |
Parte seconda: La riflessione femminista
Bruna Bianchi, La violenza alle donne negli scritti delle pacifiste durante la Grande guerra Questo saggio analizza gli scritti delle femministe pacifiste sul tema dello stupro, un tema centrale della propaganda nel corso della Grande guerra. Diversamente dai propagandisti che descrissero gli stupri come l’espressione della sessualità aggressiva di un nemico barbaro, le femministe pacifiste sostennero che lo stupro era l’inevitabile conseguenza del militarismo, una piaga che affliggeva ogni paese e che si stava radicando nella società. | 494 K | |
Chiara Volpato, La violenza alle donne nelle colonie italiane .Prospettive psicosociali di analisi Nelle colonie (Libia, Abissinia ed Etiopia) gli Italiani si resero colpevoli di molti crimini di guerra e di genocidio. Nella prima parte questo saggio si sofferma sulla violenza perpetrata contro le donne africane, un tema assai difficile da da indagare e si interroga sul silenzio che la circonda. Nella seconda parte illustra le teorie psicosociali che possono chiarire la violenza collettiva e il genocidio. | 565 K | |
Rosa Caroli, “Comfort Women”. Una lettura di genere La questione delle cosiddette “comfort women” non venne considerata dai tribunali militari istituiti per giudicare i crimini commessi dalle forze armate giapponesi. Le sopravvissute non furono riconosciute vittime di guerra. All’inizio degli anni Novanta alcune organizzazioni di donne asiatiche cominciarono ad indagare su questo tema. Il saggio si sofferma sugli esiti dell’attivismo femminile. | 472 K | |
Rada Ivekovic, Tradurre la violenza di genere La traduzione va considerata non nel senso (solo) linguistico o testuale, ma nel senso contestuale. Per capire, ma anche per disinnescare un rapporto di forza, la traduzione è inevitabile, necessaria ed è caratteristica di situazioni dove la violenza si riesce ad allontanare. La mancanza di traduzione significa violenza. La violenza, anche se non ha sempre come meta un solo sesso, è sempre sessuata se non sessuale. | 391 K | |
Ronit Lentin, Lo stupro della nazione: le donne raccontano il genocidio In questo saggio sostengo che guerre e genocidi e sono connessi al genere e spesso femminilizzati. Analizzo quindi la centralità dello stupro come strumento di guerra soffermandomi sulla difficoltà che abbiamo come donne e studiose di scenze sociali di teorizzare lo stupro. Suggerisco infine la creazione di un forum per le donne vittime di guerra. Considero la possibilità di tradurre in narrazione le loro esperienze traumatiche una strategia femminista prioritaria. | 453 K | |
Biljana Kasic, How to Radicalize Responsibility: Feminism and Rape Il saggio analizza le possibilità della giustizia oggi tenendo presente sia le argomentazioni femministe sulla dicotomia tra cura e giustizia, sia le vie che il femminismo ha percorso nella ricerca di una giustizia alternativa. Nella parte finale il saggio pone la questione della necessità di ampliare gli orizzonti etici ed epistemologici. | 460 K | |
Adriana Lotto, Rappresentazione dello stupro nell’arte:“Vergewaltigt” di Käthe Kollwitz (1907) Questo saggio, sulla base degli spunti dati dall’autrice stessa e dalla letteratura contemporanea, dà un’interpretazione della nascita e del significato del “Vergewaltigt” (Violentata) di Käthe Kollwitz e lo pone al centro della sua svolta nella direzione dell’anti-militarismo e del pacifismo. | 678 K |
Documenti
La degradazione delle donne. Intervista a Jane Addams, aprile 1915 a cura di Bruna Bianchi. In questa intervista, pubblicata il 2 maggio 1915 su “The New York Times”, Jane Addams afferma che la guerra stava violando i valori famigliari, degradando le donne e distruggendo i valori in cui si erano sempre riconosciute: il valore della cura e della protezione della vita. Esse avevano dunque il diritto e il dovere di protestare. | 385 K | |
Nanchino 1937: il diario di Minnie Vautrin a cura di Supung Lu, Giulia Salzano e Rosanna Bonicelli. Nel 1937 Minnie Vautrin, missionaria americana che si dedicò all’educazione delle ragazze giapponesi al Ginling College a Nanchino, trasformò il campus in un centro di accoglienza per 10.000 donne e ragazze. Il suo diario e la sua corrispondenza offrono una descrizione della vita quotidiana nella città occupata e delle atrocità commesse dai soldati giapponesi. | 423 K | |
Memorie delle violenze sovietiche in Germania 1944-1945 a cura di Matteo Ermacora. Nelle pagine che seguono riproduciamo in traduzione italiana le memorie scritte nel 1951 da Dorothea M., Frau C., Charlotte P. e Waltraud S.. Tratte dal vasto fondo documentario della “Ost Dokumentation” conservato presso l’archivio federale di Bayreuth, esse narrano le tragiche esperienze vissute all’inizio del 1945: le violenze sessuali, la fuga, la prigionia e l’occupazione. | 518 K |
Strumenti di ricerca
Stupri sovietici in Germania (1944-45). Bibliografia a cura di Matteo Ermacora e Serena Tiepolato | 875 K |
Recensioni e schede
Last update: 20/11/2024