Diritto d'autore e licenze Supporto ricerca SBA
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Conoscere e gestire i propri diritti come autore è un dovere per il ricercatore.
In Italia il diritto d’autore è regolamentato dalla legge 633/1941 e successive modifiche; questa normativa riconosce che
- il diritto morale dell'autore sulla paternità dell'opera è inalienabile e illimitato nel tempo
- il diritto patrimoniale può essere ceduto.
I contratti editoriali standard prevedono che l'autore trasferisca tutti i diritti di utilizzo economico all’editore che, in via esclusiva, può pubblicare, far tradurre o distribuire l’opera.
Ma cedere tutti i diritti significa anche rinunciare ai possibili riutilizzi: pubblicare l'opera online, distribuirla a lezione agli studenti, ripresentarla a convegni o seminari, includerne parti in una successiva opera, archiviarla nel repository istituzionale.
Prima di sottoscrivere un contratto, è essenziale leggere attentamente le clausole e accordarsi con l’editore in modo da conservare in particolare il diritto a:
- riprodurre e divulgare la propria opera per fini didattici e/o di ricerca
- pubblicare la propria opera su siti personali e/o istituzionali e il suo deposito in archivi istituzionali ad accesso aperto (ARCA)
- produrre opere derivate a scopo didattico.
È importante verificare le politiche editoriali in materia di open access anche perché sempre più di frequente un requisito per poter accedere ai finanziamenti di progetti pubblici (Horizon Europe) è la pubblicazione dei risultati della ricerca in open access. Lo strumento più indicato a questo scopo è Open policy finder.
Se decidete di pubblicare in accesso aperto, è importante che utilizzare in modo appropriato e consapevole un'idonea licenza aperta, come le Creative Commons.
Contratto editoriale e addendum
Quando state per stipulare un contratto editoriale, prestate molta attenzione alla vostra proprietà intellettuale. Prima di firmare:
- contattate il dipartimento di afferenza e verificate se sia disponibile un modello di contratto editoriale
- se non è disponibile un template, è possibile richiedere modifiche al contratto che vi propone l'editore tramite un addendum.
L’addendum è un contratto integrativo che ha come scopo la modifica del contratto di edizione per consentire ad esempio l’archiviazione della pubblicazione nel repository istituzionale, la possibilità di eliminare o ridurre i tempi di embargo oppure il riuso del proprio lavoro a fini didattici.
SPARC (Scholarly Publishing and Academic Resources Coalition) mette a disposizione degli autori un Addendum al contratto editoriale e delle linee guida su come utilizzarlo. un “Addendum al contratto editoriale”; la versione in italiano è disponibile come downlaod nel box a destra. Sparc inoltre mette a disposizione degli autori delle linee guida su come utilizzare l’addendum.
Licenze aperte e Creative Commons
Una licenza aperta si basa sul principio del copyleft (permesso d'autore) che è il contrario del copyright (diritto d’autore). Mentre il primo è permissivo, cioè consente a chiunque di utilizzare, modificare e ridistribuire un'opera, il secondo è invece esclusivo, in quanto permette solo all'autore, o chi assume il diritto d'autore (editore), di esercitare qualsiasi diritto di utilizzo.
Creative Commons
Le licenze Creative Commons (CC) si basano sul principio “Alcuni diritti riservati” e consentono di comunicare in modo semplice e standardizzato quali diritti l'autore dell'opera si riserva e a quali rinuncia a beneficio degli utilizzatori.
Le Creative Commons si possono applicare a qualsiasi opera, ma per poterle utilizzare è necessario essere titolari di tutti i diritti o di avere una esplicita autorizzazione dal titolare dei diritti (ad esempio l'editore).
Le licenze Creative Commons abbinano allo specifico diritto un’immagine.
Nome | Simbolo | Si può | Non si può | Si deve | ||
---|---|---|---|---|---|---|
Attribution (Attribuzione) | usare, modificare, distribuire | Citare l'autore, indicare le modifiche | ||||
Share alike (Condividi allo stesso modo) | usare, modificare, distribuire | Citare l'autore, indicare le modifiche, usare la stessa licenza | ||||
No derivatives (Non opere derivate) | usare, distribuire | modificare | citare l'autore | |||
Non commercial (Non commerciale) | usare, modificare, distribuire | usare a fini commerciali | citare l'autore, indicare le modifiche | |||
Non commercial-Share alike (Non commerciale - Condividi allo stesso modo) | usare, modificare, distribuire | usare a fini commerciali | citare l'autore, indicare le modifiche, usare la stessa licenza | |||
Non commercial-No derivatives (Non commerciale - Non opere derivate) | usare, distribuire | modificare, usare a fini commerciali | citare l'autore |
Le licenze CC sono universalmente utilizzate per condividere contenuti online; sono semplici da comprendere grazie ai simboli grafici e, rendendo espliciti gli usi permessi su una determinata opera, ne velocizzano il riutilizzo senza bisogno di chiedere ulteriori permessi. Tuttavia non sono la fonte per la tutela dei diritti d’autore, che resta la legge 633/1941.
Per saperne di più potete consultare la pagina CreativeCommons.
Social network accademici e diritto d’autore
I social network accademici come Academia.edu e ResearchGate sono piattaforme private che danno la possibilità agli iscritti di caricare, pubblicare e condividere le proprie pubblicazioni.
Per condividere questi materiali sui social network accademici l’autore deve essere il proprietario esclusivo dei diritti di pubblicazione, riproduzione, distribuzione e diffusione del proprio lavoro. Questo è possibile o perché il contenuto è inedito oppure perché è stato rilasciato esplicitamente con una licenza Open Access o di pubblico dominio.
Invece, in tutti i casi in cui i diritti siano stati ceduti a un editore, bisogna sempre concordare qualsiasi modalità di diffusione del proprio lavoro. La pubblicazione non autorizzata su un social network accademico costituisce una violazione della legge sul diritto d’autore e dei termini contrattuali stipulati con l’editore.
A differenza dei repositories tematici e istituzionali, queste piattaforme commerciali non danno garanzie riguardo la conservazione a lungo termine.
Requisiti | Open Access Repositories | Academia.edu | ResearchGate | |
---|---|---|---|---|
Supporta l’export o l’harvesting | Sì | No | No | |
Assicura la conservazione a lungo termine | Sì | No | No | |
Ha un modello di business commerciale | No | Sì | Sì | |
Usa la tecnica del mail bombing | No | Sì | Sì | |
Mira a carpire i contatti della vostra rubrica | No | Sì | Sì | |
È conforme ai requisiti dei programmi di finanziamento europeo (es. Horizon Europe) | Sì | No | No |
Approfondimenti:
- One more word about ResearchGate/Academia.edu and why using these platforms will never be equal to proper self-archiving (Fonte: DARIAhopen)
Politiche editoriali e deposito in un repository
Le politiche editoriali rispetto al deposito in un archivio istituzionale o disciplinare variano a seconda dell’editore, della rivista e della versione dell’articolo. Le versioni possibili di un articolo sono:
- Submitted o preprint: è la bozza inviata alla rivista al momento della submission, non ancora sottoposta a peer review;
- Accepted manuscript o postprint: è la versione finale che ha superato il processo di peer review ed è stata accettata dall'editore, ma non ha il layout editoriale
- Published version o pdf editoriale: è la versione pubblicata con il layout della rivista
Puoi verificare le politiche editoriali di un editore e i requisiti relativi all'open access richiesti da un ente finanziatore con Open policy finder.
Open policy finder: questo strumento, realizzato da Jisc, aiuta gli autori e le istituzioni a prendere decisioni informate e sicure quando decidono di pubblicare in open access. Il database raccoglie le politiche rispetto al deposito negli archivi open della maggior parte degli editori stranieri. Per ognuna delle 3 versioni vengono indicati i repository in cui è possibile depositare il lavoro (archivi istituzionali, sito personale dell’autore, archivi specifici come Pubmed Central) e l’eventuale embargo previsto.
Open Policy Finder aiuta anche a verificare le politiche degli enti finanziatori in materia di Open Access, pubblicazione e archiviazione dei dati e requisiti per accedere ai finanziamenti.
In alternativa si suggerisce di consultare il sito dell’editore o contattarlo direttamente per richiedere la possibilità di deposito della versione accettata o di quella editoriale del proprio lavoro. Per gli editori italiani si può consultare anche la banca dati EPoCA curata dall’Università di Torino.
Anche ROARMAP (Registry of Open Access Repositories Mandatory Archiving Policies) fornisce indicazioni sulle politiche relative all’accesso aperto di università, istituti di ricerca e finanziatori della ricerca.
Last update: 29/11/2024