Daleká cesta 
Teatro Ca' Foscari 2023, Proiezioni

Lunedì 23 gennaio 2023, ore 18.00

("The Long Journey", Cecoslovacchia 1948, 108’)

regia Alfréd Radok
(versione originale con sottotitoli in italiano)

Introduzione di Sara De Vido (Università Ca’ Foscari Venezia - Delegata della Rettrice ai giorni della memoria, del ricordo e alla parità di genere)

A seguire Armando Pitassio (Università degli studi di Perugia) dialoga con Francesco Pitassio (Università degli studi di Udine).

Modera Tiziana D’Amico (Università Ca’ Foscari Venezia)

Iniziativa realizzata in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria 2023, con il patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica Ceca in Italia e del Centro Ceco di Roma e Milano.

Ingresso ad accesso libero fino a esaurimento posti

Daleká cesta
Crediti: Národní filmový archiv

Per celebrare la Giornata della Memoria, viene proiettata la versione restaurata di "Daleká cesta", di Alfréd Radok. Il film è la prima opera cinematografica cecoslovacca che affronta lo sterminio degli ebrei e il primo film in Europa il cui regista ha avuto esperienza diretta, in quanto ebreo, delle leggi razziali e del campo di concentramento. A parlare del film, al termine della proiezione, il prof. Francesco Pitassio, storico del cinema, e il prof. Armando Pitassio, storico dell’Europa orientale.

"Daleká cesta" è un film del 1948. Sebbene terminato con l’approvazione del partito comunista, che a partire dal febbraio del 1948 ha il controllo del paese, il film viene boicottato, distribuito in pochissimi cinema fuori Praga e per una durata irrisoria. Nonostante il boicottaggio in patria, il film riesce a circolare, a partire dal 1949, al di fuori della Cecoslovacchia, incontrando una risposta positiva da parte di critici e, soprattutto, studiosi della Shoah.

In "Daleká cesta", Radok, regista di teatro sperimentale prima della Guerra, utilizza diverse tecniche cinematografiche, in particolare quelle espressioniste e l’uso di materiali d’archivio, per raccontare la realtà di Terezin e della Shoah. 

Il film ritorna a essere visto e conosciuto in patria solo dopo la fine del regime comunista nel 1989.

Protagonista è Hana, medico che lavora a Praga e che, in quanto ebrea, viene allontanata dall’ospedale. Il film mostra le crescenti limitazioni, difficoltà e soprusi verso il cittadino ebreo durante il Protettorato di Boemia e Moravia, il nome che viene dato dai nazisti dopo lo smembramento e l’occupazione della Cecoslovacchia nel 1939. In quanto sposata con un gentile (che entrerà nella resistenza), Hana non deve inizialmente lasciare Praga, ma la sua famiglia, come imposto dalle leggi razziali, è obbligata ad andare a Terezin, la città – ghetto per gli ebrei, poi anche campo di concentramento, e da cui partivano i treni verso gli altri campi.

Alfréd Radok

Nato da padre ebreo e madre cattolica, Alfréd Radok (1914-1976) viene battezzato nel 1939. Questo gli permette di sfuggire alle deportazioni al ghetto-campo di  Terezín, come stabilito dalle leggi razziali nel Protettorato di Boemia e Moravia. Suo padre, e tutti i suoi parenti di linea paterna, periranno vittime della Shoah.
Durante il periodo dell'occupazione nazista Radok lavora come assistente regia per diversi teatri, fino al 1944, quando viene deportato nel campo di lavoro di Klettendorf. 
Nel 1945 rientra in Cecoslovacchia e riprende a lavorare nei teatri. 
Nel 1948 dirige il suo primo film, "Daleká cesta". Nonostante le modifiche al film fatte per ottenere l'approvazione da parte del partito comunista, la pellicola viene distribuita in pochi cinema in provincia. Il film ottiene però il plauso della critica internazionale nel 1949. Nel 1951, il suo secondo lungometraggio viene sospeso dalla censura e Radok viene espulso dalla Československý státní film, l'impresa cinematografica di Stato cecoslovacca.
Radok ritorna, con grandi difficoltà e solo per lavori di assistente, nel mondo del teatro. Nuovamente allontanato per motivi politici, dopo il successo de La lanterna magica all'expo del 1958, Radok tornerà alla regia teatrale solo nel 1966. 
Dopo l'occupazione del 21 agosto 1968, emigra con la famiglia in Svezia. Morirà a Vienna nel 1976, dove avrebbe dovuto dirigere uno spettacolo di Vaclav Havel.

Last update: 05/12/2023