Primi piani

Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di ricerca
Sono nato a Odessa, in Ucraina. Prima di venire al Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati di Ca’ Foscari a settembre 2017, ho lavorato nell’Unione Sovietica (Odessa State University, Moscow State University, the Russian State University for the Humanities, Moscow), negli USA (Duke University, Stanford University, Amherst College, University of California), e nel Regno Unito presso University of Nottingham e University of Sheffield, dove sono stato Direttore del Department of Russian and Slavonic Studies.
Ho ottenuto numerose borse di ricerca, quali Stanford Humanities Centre Fellowship, Karl Loewenstein Fellowship in Political Science at Amherst College, e Kennan Institute of the Woodrow Wilson International Centre Fellowship. Sono stato un Fellow presso la New York University International Centre for Advanced Studies e presso il Centre for Research in the Arts, Social Sciences and Humanities della University of Cambridge. Ho ricevuto anche la Guggenheim Fellowship, la Leverhulme Major Research Fellowship, un AHRC Grant, un EURIAS Senior Fellowship presso Institut für die Wissenschaften vom Menschen di Vienna, il Fernand Braudel Fellowship presso la European University Institute di Firenze, e la Senior Research Fellowship presso University of Hokkaido.
Ho insegnato sia in forma seminariale che in conferenze in Germania, Austria, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Svizzera, Bulgaria, Lituania, Russia, Cina, Giappone, Corea, Regno Unito, e Stati Uniti d’America.
Nel 2012 ottenni il premio “Efim Etkind Prize for the best book about Russian Culture” , e nel 2019 il premio “AATSEEL Award for Outstanding Contributions to Scholarship”.
I miei interessi di ricerca riguardano la letteratura e la cultura sovietica e post-sovietiche, lo stalinismo, il realismo sociale, le letterature nazionali sovietiche, la cinematografia russa e sovietica, la teoria critica, e la storia della cultura sovietica. Sono autore, redattore e co-redattore di 25 libri e oltre 250 articoli e saggi, che sono stati tradotti in dieci lingue diverse.

Ha sempre pensato che questa fosse la sua strada?
Avendo trascorso tutta la mia carriera in ambito accademico, non ho mai immaginato altre strade. Scrivere libri e insegnare sono le uniche attività che adoro e che so fare al meglio. Mi considero fortunato perché il mio lavoro è il mio hobby. Sono davvero fortunato perché ho riempito la mia vita con il lavoro che amo. E poi mi sono sempre dedicato ad un argomento, la cultura dello stalinismo. Ho iniziato a lavorarci quando pochissime persone vi si interessavano. La maggior parte di colleghe e colleghi studiavano altri aspetti della storia della letteratura e cultura russa. È sempre interessante concentrarsi su un argomento che non sembra mainstream, ma in fin dei conti lo è: infatti lo stalinismo era e rimane il centro nevralgico della storia russa.

Cosa dice ai giovani che cominciano il loro percorso universitario?
Mi sembra che le persone giovani, per le quali studiare all’università è motivo di grande soddisfazione personale, non sempre si rendano conto che l’università non è l’obiettivo finale, ma solo l’inizio di un percorso. È così anche per l’educazione. Non è un obiettivo di per sé, ma un mezzo per raggiungere degli obiettivi di vita.
Quando capiamo gli obiettivi dell’istruzione universitaria, possiamo trarre il meglio dalla scelta del nostro percorso di studi. Infatti, già all’università si delinea la professione che impegnerà una persona per il resto della sua vita. Se la scelta è giusta, allora la persona sarà felice, mentre se è sbagliata, vivrà male. Perciò chi inizia l’università dovrebbe capire che qui non si impara solo la scienza: ci si apre alla conoscenza di sé, si inizia a comprendere cosa si vuole dalla vita. 

Perché Ca’ Foscari e Venezia?
Venezia è considerata da molte persone una città-museo, un monumento. Per me, invece, Venezia è molto di più: la considero una metafora del mondo globalizzato. È una città crocevia di civiltà, una finestra sul mondo, una porta d’accesso al commercio globale e alla comunicazione internazionale.
Se riesci a vedere la città con questa prospettiva, non guardi più solo al passato, ma anche (e soprattutto) al futuro. Venezia è una città aperta, simbolo di una società aperta. Per questo è un posto ideale per scambi culturali e per imparare le lingue e le culture del mondo.

Quali conoscenze e competenze deve trasmettere l’università?
L’importante è che l’università aiuti le persone giovani a voler continuare ad acquisire conoscenze, flessibilità, capacità di imparare, perché viviamo in un mondo sempre più complesso, caratterizzato da cambiamenti più veloci che in passato. Per stare al passo coi tempi bisogna stare al passo con la tecnologia e le informazioni, sviluppando nuove abilità e sapendosi adattare al cambiamento. 

Last update: 17/04/2024