Scopri il patrimonio bibliotecario
Per valorizzare il patrimonio librario di Ca' Foscari, esponiamo periodicamente negli spazi dell'Ateneo alcuni materiali di particolare rilevanza.
Alcuni documenti nelle teche al piano terra della sede centrale di Ca’ Foscari, una delle tappe del Ca' Foscari Tour, raccontano la storia dell'Ateneo attraverso prospettive originali. Altri materiali rari o particolari, raccolti tra gli scaffali delle nostre collezioni, sono esposti in spazi dedicati all'interno delle biblioteche a cura del Sistema Bibliotecario di Ateneo.
Vi invitiamo a visitare la nuova mostra Marco Polo e l'Oriente tra gli scaffali di Ca' Foscari allestita nelle teche al piano terra di Ca' Foscari dove sono esposti libri e documenti del Fondo storico e dell'Archivio documentale.
Potete inoltre ascoltare il podcast di Ca' Foscari Tour Contar i viaggi, dedicato al tema del viaggio in occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo. Vi segnaliamo in particolare il secondo episodio Il percorso dove si racconta di mappe, atlanti e antichi documenti conservati a Ca' Foscari.
Studiare a Vienna a inizio Novecento Libri e documenti dei Fondi Antonio Morassi25 settembre - 30 novembre 2024
La mostra racconta la Fototeca e archivio di studio di Antonio Morassi, pervenuta al Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali nel 1980, insieme ai libri dello studioso conservati presso la Biblioteca di Area Umanistica.
Dove: BAUM Welcome Area
Orari: visitabile negli orari di apertura della biblioteca (dal lunedì al venerdì: 8.30-24.00, sabato e domenica: 9.00-21.00)
Agenda: Studiare a Vienna a inizio Novecento. Libri e documenti dei Fondi Antonio Morassi
Antonio Morassi (1893-1976)
Nato a Gorizia nel 1893, ebbe in gioventù una forte vocazione artistica. In alcuni scritti autobiografici infatti annotò: “conseguito l’esame di maturità al ginnasio statale di Gorizia nel 1911, m’avviai risoluto a perseguire quella ch’era la più vera e profonda aspirazione del mio essere: diventare pittore”. Per questo si recò a Monaco di Baviera, dove seguì alcune lezioni di Hugo von Habermann, presidente della Secessione di Monaco. Ma presto abbandonò l’idea di diventare pittore e rientrò a Gorizia, in una crisi non solo artistica, ma anche personale.
L’incontro con Leo Planiscig (1887-1952) - importante studioso già docente a Gorizia - fu fondamentale: il concittadino, infatti, convinse Morassi a seguire l’arte come storico, iscrivendosi all’università di Vienna, dove, sempre nei ricordi di Morassi, “la Scuola di Vienna era allora nel suo primo fiore”. I racconti di Planiscig delle lezioni di Wickhoff, il ricordo di Alois Riegl, il resoconto delle attività di Schlosser e Dvořák suggestionarono e convinsero Morassi a iscriversi nel 1912.
A Vienna il giovane studente trovò un ambiente molto stimolante e si legò in particolare a Max Dvořák, che avrebbe in seguito ricordato come “ indimenticabile maestro”.
Antonio Morassi, pertanto, fu l’unico storico della pittura italiana attivo nel Novecento ad aver ricevuto una formazione nella celebre “Scuola di Vienna”.
Teca 1: Studiare a Vienna 1
La prima teca espone due dei cinque taccuini con gli appunti presi da Morassi alle lezioni di Max Dvořák (1874-1921). Si tratta di note prese da differenti corsi tra il 1912 e il 1916, scritte in tedesco, con una calligrafia ordinata e talvolta con titolature che risentono del clima e della grafica della coeva Secessione viennese. I corsi seguiti da Morassi furono 'Lezioni sulla storia dell’architettura barocca italiana' (1912-1913), 'Compendio per una storia delle arti della riproduzione' (1912-1913), 'Tiziano e Tintoretto' (1913-1914), 'Storia dell’arte occidentale nel Medioevo' (1913-1914), 'Storia della pittura e della scultura in Italia nei secoli XIV e XV' (1914-1915), 'Sviluppo della moderna pittura di paesaggio' (1914-1915), 'Pittura olandese del XV secolo' (1915) e 'Idealismo e realismo nell’arte dell’età moderna' (1915-1916). Questi corsi fanno ben comprendere come Morassi fosse immerso nel pieno clima della Scuola di Vienna, versato nello studio di periodi o generi fino a quel momento negletti, dal Barocco alle arti grafiche. Di notevole importanza, e di forte impatto sulla formazione del giovane studente goriziano, fu il corso sull’ Idealismo e realismo nell’arte dell’età moderna, nel quale Max Dvořák elaborò il suo concetto di 'Geistesgeschichte' ovvero di Storia dell’arte come storia dello spirito, o meglio storia delle idee.
Teca 2: Studiare a Vienna 2
La seconda teca espone alcuni dei materiali “viennesi” di Antonio Morassi. L’allora giovane studente goriziano, infatti, si procurò i testi principali dei suoi maestri, oggi considerati capisaldi e storicizzati come importanti testimonianze dello sviluppo della storia e della storiografia artistica. Morassi appose vistose note di possesso con la data di acquisto su questi libri, che costituiscono le prime edizioni di alcuni testi cardine della Scuola di Vienna. Questi volumi sono stati tradotti in italiano solo molti decenni dopo, e alcuni attendono ancora una traduzione.
Lo 'Stilfragen' di Riegl, oggi noto per la teoria del 'Kunstwollen', e i testi di Max Dvořák e dello stesso Riegl sul restauro dei monumenti furono per Morassi di fondamentale importanza durante i suoi primi incarichi italiani, quando fu destinato, dopo la prima guerra mondiale, in soprintendenze di confine, come Trieste e Trento e Bolzano, dove il giovane storico dell’arte si trovò a dover affrontare il restauro degli edifici storici dopo i danni bellici. La teca è completata da una delle poche attestazioni personali conservate tra le sue carte. Si tratta di una sua cartolina al grande germanista, concittadino e amico Ervino Pocar (evidentemente restituitagli dalla famiglia) nella quale Morassi, nel 1916, con la guerra austro-italiana sullo sfondo, racconta gli ultimi mesi a Vienna, avviato ormai alla discussione della tesi di laurea, già approvata.
Teca 3: Laurearsi a Vienna
La teca presenta la copia dattiloscritta della tesi di Antonio Morassi conservata presso il suo archivio e fototeca, secondo esemplare, oltre a quello custodito negli archivi storici dell’Università di Vienna.
Morassi discusse nel 1916 – davanti a una commissione composta da Max Dvořák, Julius Von Schlosser e Josef Strzygowski – una tesi sull’architetto veronese Michele Sanmicheli. Il tema, considerata la successiva carriera dello storico dell’arte, diventato esperto e punto di riferimento soprattutto per la pittura veneta del Settecento, appare sorprendente, tuttavia si inscrive negli interessi del maestro Dvořák, che negli stessi anni condusse in prima persona studi sul Manierismo promuovendone una rivalutazione in senso ampio, e dunque anche sotto l’aspetto dell’architettura.
Morassi intendeva tradurre la tesi in italiano e pubblicarla come prima monografia moderna sul Sanmicheli, intento che fallì poiché gli editori Armando Ferri e Mario Recchi persero il materiale e soprattutto la campagna fotografica. Recentemente sono state ritrovate alcune tavole originali con le fotografie che Morassi utilizzò per illustrare e presentare la sua tesi. Si tratta di scatti in parte presi da ditte fotografiche importanti, e in parte realizzati dallo stesso Morassi, come quelli esposti a esempio.
La traduzione della tesi e la pubblicazione delle affascinanti immagini superstiti ha infine sostanziato, nel 2022, l’edizione degli studi del goriziano su Michele Sanmicheli, assecondando così oltre un secolo dopo la volontà dello studioso.
Teca 4: Scuola di Vienna. Relazioni e legami
La quarta teca presenta una serie di volumi ed estratti conservati presso la BAUM e l’Archivio e Fototeca Antonio Morassi che testimoniano la durata dell’influenza viennese sullo storico dell’arte goriziano. Spicca il volume degli scritti in onore di Julius Von Schlosser (Morassi, insieme a Benedetto Croce e a Leo Planiscig, fu tra i pochi studiosi italiani a partecipare alla Festschrift per il celebre studioso viennese), accompagnato da una rara xilografia che ritrae Schlosser e da una dedica autografa.
Moltissimi volumi appartenuti a Morassi e ricevuti da storici dell’arte che condivisero la comune vicenda formativa presso la Scuola di Vienna recano dediche autografe, spesso con richiami nostalgici per quella irripetibile esperienza. Otto Benesch, dedicando alcuni libri e opuscoli a Morassi, rievocava spesso per questo la “memoria dei giorni passati” a Vienna. La vetrina, e idealmente questa vicenda durata un’intera vita, è conclusa da una lettera e da un dattiloscritto di Sergio Bettini per le celebrazioni di Antonio Morassi in occasione della pubblicazione degli scritti in onore del Goriziano per il suo settantacinquesimo compleanno. L’accorata e nostalgica presentazione fu stilata da Bettini come ricordo ormai lontano di un’esperienza di ricerca e di insegnamento che rivoluzionò la disciplina storico artistica, ovvero una “grande scuola nella quale si laureò Morassi”, che nel Goriziano trovava ormai uno degli ultimi testimoni e epigoni.
Riferimenti bibliografici
'Antonio Morassi alla scuola di Max Dvořák : per i settant'anni di Terisio Pignatti', a cura di Wladimiro Dorigo, Roma, Viella, [1992]
Gianni Carlo Sciolla, 'Argomenti Viennesi', Torino, Il Saggiatore, 1993
Esposizioni precedenti
Tutte le esposizioni curate da Fondo storico sono archiviate e consultabili, anche con eventuali materiali d'approfondimento, in Phaidra.
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Last update: 22/10/2024