Da anni l’Università Ca’ Foscari si impegna attivamente nell’incontro tra ricerca e terza missione - impatto sociale. L’innovation network MOSAICO contribuisce a facilitare le iniziative volte a questo scopo, creando connessioni tra il mondo accademico e le molteplici realtà del territorio.
Tra le numerose collaborazioni degli anni passati, le storie raccolte qui rappresentano un esempio delle potenzialità di connessione che l’Università Ca’ Foscari Venezia può facilitare: le ricercatrici e i ricercatori che mettono il loro talento e la loro eccellenza a disposizione di progetti di ricerca, le imprese, gli enti e le associazioni che presentano le loro sfide e offrono mentoring professionale durante ogni fase del processo creativo dell’innovazione.
Il network MOSAICO accentua questo potenziale innovativo, facilitando le connessioni e creando un flusso unico tra l’Università e i suoi interlocutori esterni, ponendosi come “porta di accesso” al mondo di opportunità racchiuse nella collaborazione con l’Ateneo.
L’appuntamento annuale per chi è parte della rete per l’innovazione durante il quale condividere tutti gli aggiornamenti sul network, le opportunità e i servizi.
È un’opportunità unica per raccontare la formazione dentro e fuori dall’aula, la ricerca universitaria e la sua valorizzazione attraverso le connessioni con le imprese.
Esplora la nostra prima edizione.
Se le connessioni tra università e partner esterni possono dare i loro frutti… si spera che siano succosi! Il caso di Agricola Lusia è una delle storie più affascinanti per raccontare come una necessità dell’impresa possa incontrare la creatività della didattica innovativa e passare dalla competenza della ricerca, tra un risvolto inaspettato e l’altro, per arrivare al deposito di un brevetto internazionale.
Agricola Lusia è una azienda di Rovigo improntata alla sostenibilità e specializzata nella commercializzazione di agrumi per la grande distribuzione. L’azienda ha cominciato il suo rapporto con Ca’ Foscari nel 2016, quando aderì alla proposta da parte del Dipartimento di Management/Venice School of Management per il coinvolgimento nel progetto "Narratori dell'Innovazione". Il progetto, vincitore di un bando europeo, coinvolgeva un selezionato gruppo di aziende venete nel racconto della propria identità e della propria visione attraverso lo strumento dello storytelling. La collaborazione si è concretizzata quando Agricola Lusia ha chiesto di poter essere coinvolta nell’Active Learning Lab (ALL), un laboratorio didattico innovativo e multidisciplinare, dove 40 studentesse e studenti selezionati, divisi in gruppi di 4-5 persone, hanno lavorato per 6 settimane sotto la guida di docenti, mentor ed esperti su sfide reali proposte dalle aziende partner, tra cui Agricola Lusia. Il laboratorio usava metodologie quali Design Thinking, Lean Startup e Business Model Canvas.
Il riscontro positivo delle attività del laboratorio ha spinto Agricola Lusia a manifestare interesse per lo sviluppo di una progettualità che consentisse di pervenire a metodi standardizzati per valutare la succosità degli agrumi. Da questa richiesta è stato predisposto un accordo finalizzato alla realizzazione di progetto di ricerca ad hoc sotto la guida di Ca’ Foscari. L’esito positivo della collaborazione ha individuato il primo metodo che permette di definire un parametro di succosità delle arance destinate al consumo fresco per incontrare i parametri stabiliti dal regolamento CE 1221/2008 ma distruggendo una quantità minima di frutti. Il team di ricerca ha elaborato il sistema informatico per l’implementazione di questo processo più sostenibile e implementabile su scala industriale su macchinari già esistenti in azienda. Agricola Lusia ha investito su questo vantaggio, depositando insieme all’Ateneo il brevetto, e rilevandolo nella sua totalità perché potesse trovare applicazione nel mercato e promuovere su basi scientifiche un prodotto innovativo.
I risultati ottenuti sono stati possibili grazie al supporto nella validazione scientifica da parte del Center for Sustainability, incardinato nella Fondazione Università Ca’ Foscari, nonché dal sostegno dell’ufficio per il trasferimento tecnologico di Ateneo PInK – Promozione dell’Innovazione e del Know-how. Nel corso degli anni la collaborazione con l’Ateneo è proseguita, anche tramite la disponibilità di Agricola Lusia di ospitare tirocinanti e di partecipare a numerosi eventi in qualità di azienda testimonial. “La collaborazione con l’Università - racconta Nicola Modica, Direttore di Agricola Lusia - ci ha consentito di esprimere al meglio i nostri talenti, specie nel campo dell’innovazione, ricevendo supporto scientifico, competenze e metodo, grazie alla professionalità ed alla ampia disponibilità delle persone coinvolte nei progetti.” Nel network di MOSAICO, queste potenzialità vengono esplorate a fondo: i processi attraverso cui gli obiettivi congiunti, elaborati durante l’evoluzione della collaborazione, sono stati raggiunti e addirittura superati, nonché l’articolazione dei rapporti di rete tra i diversi uffici dell’Ateneo, Agricola Lusia e gli attori interni all’Università, come studenti, studentesse, ricercatori e ricercatrici.
Il laboratorio di apprendimento attivo è stato dedicato all’ideazione di progetti che ripensassero l’identità storica di Venezia – Città Plurale in chiave innovativa. Il gruppo vincitore ha presentato il progetto di un libro per rispondere alle volontà del laboratorio di legare il presente di città multiculturale della Serenissima, lavorando a uno sviluppo futuro, fondato sulla sua eterogeneità culturale passata e presente.
Il laboratorio “Venezia Città Plurale” è nato dalla sinergia tra discipline umanistiche ed economiche, ed è stato co-progettato insieme a numerosi stakeholders (enti, associazioni, gruppi e imprese del territorio) per facilitare la comprensione della complessità del tema e indirizzare il lavoro degli studenti su sfide concrete. Il CLab ha voluto ripensare il futuro di Venezia senza tralasciarne l’eredità storica e culturale. Il focus delle attività orbitava proprio attorno alla doppia anima di Venezia: da un lato la Venezia storica, con la sua complessità, derivata dagli scambi nei secoli tra comunità diverse, e con il suo patrimonio storico-culturale tangibile e intangibile; dall’altro la Venezia contemporanea, dove i vecchi e nuovi Veneziani svolgono le loro attività quotidiane tra centro storico e terraferma, e dove proliferano i problemi legati allo spopolamento della città e al crescente peso economico e sociale del turismo.
Lo scopo del laboratorio è stato quello di stimolare gli studenti a progettare una Venezia futura, città plurale, che sappia valorizzare il suo patrimonio storico, culturale, produttivo, imprenditoriale, umano, e soprattutto l’eterogeneità che la ha caratterizzata e la caratterizza. Una città che sappia ripensare il suo passato in chiave innovativa, e leggere il suo presente in maniera propositiva, per costruire un futuro in cui i vari patrimoni storico-culturali diventino strumento di integrazione sociale, crescita e arricchimento.
A cogliere la sfida sono stati 55 partecipanti, con un’età media di 24 anni, suddivisi in gruppi di membri provenienti da varie aree disciplinari. Durante il laboratorio di 8 settimane sono state insegnate ai partecipanti metodologie quali, il Design Thinking, il Business Modelling, il Brainstorming. Il laboratorio ha previsto una prima fase esplorativa e di conoscenza del territorio, seguita da una fase di ideazione e sviluppo progettuale e, infine, da una terza fase di presentazione dei progetti, preceduta da un approfondimento di Storytelling e Public Speaking che aiutasse gli studenti a comunicare le idee progettuali in maniera efficace. Il laboratorio si è concluso con un evento finale, durante il quale i 9 gruppi hanno esposto al pubblico le idee progettuali per permettere alla commissione di valutare il progetto vincitore. Il Gruppo “ScONosciuti” si è aggiudicato il primo posto con il progetto “Slow Books”: libri per piccoli turisti. Il gruppo, dopo aver analizzato il concetto di turismo “mordi e fuggi”, ha proposto l’alternativa dello “slow tourism”, immaginando la realizzazione di un libro che potesse trasmettere ai bambini un’idea diversa di turismo.
Il progetto Slow Books ha partecipato in seguito a un “percorso di accelerazione” in collaborazione con Fondazione Università Ca’ Foscari e con il progetto “C.Ar.T.E. - Carta Arte Tipografia Editoria - Museo diffuso della carta e della stampa a Venezia tra passato e presente”. Grazie al supporto del museo e dei consulenti esterni, le ragazze vincitrici hanno potuto perfezionare l’idea progettuale fino ad arrivare alla realizzazione concreta del libro, stampato con fondi del MUR e di una campagna di crowdfunding.
A testimoniare il successo di questa edizione del CLab è stata la partecipazione all’evento finale, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Venezia, dell’Assessore all’Università, Paola Mar, che in un’intervista pubblicata sui quotidiani locali ha dichiarato "Voglio ringraziare l'Università Ca' Foscari, i docenti, i promotori e soprattutto i ragazzi che si sono dedicati alla finalizzazione di queste idee di progetto, abbracciando temi importanti che riguardano la socialità, la sostenibilità, la necessità di ripensare gli spazi per una migliore qualità della vita. Si tratta di questioni comuni, che testimoniano quanto gli studenti, anche fuori sede, siano parte integrante di Venezia e che siano consapevoli delle peculiarità di una città che vive di ritmi particolari, che si apprezza attraverso un turismo lento".
Ci vuole un'intuizione geniale per combinare gli scarti della filiera vitivinicola con la luce del sole per creare energia ecosostenibile! Grazie alla collaborazione tra imprese del territorio e ricerca universitaria di alto livello, queste opportunità possono essere colte al balzo. La storia dell’azienda vinicola Serena Wines 1881 e dello Spin-off ChEERS racconta che si può partire da un accordo di ricerca collaborativa per arrivare alle stelle, o almeno al Sole!
La collaborazione tra Università Ca’ Foscari Venezia e Serena Wines 1881 nasce con la volontà di sviluppare un progetto di ricerca congiunto. Nel 2018 l’azienda, tra le più grandi produttrici di Prosecco, aveva siglato un accordo con Ca’ Foscari per investigare l’utilizzo degli scarti della filiera vitivinicola nella produzione di energia sostenibile. Responsabile scientifica del progetto è la professoressa Elisa Moretti, che insegna Chimica Inorganica e Chemistry of Nanomaterials al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi. Le ricerche per lo sviluppo del brevetto si sono svolte nei laboratori dedicati allo studio di processi fotocatalitici e alle energie rinnovabili del Campus Scientifico di Ca’ Foscari a Mestre, dove strumenti all’avanguardia incontrano il talento dei ricercatori e delle ricercatrici. A seguito del deposito del titolo di privativa, originariamente in forma congiunta tra Ca’ Foscari e Serena wines 1881 viene fondato ChEERS srl (Circular Economy for Energetic Recycling Solutions), lo Spin-off che dal 2020 coniuga professionisti complementari tra loro nel percorso di studi e nelle esperienze lavorative, in modo che ogni individuo possa apportare competenze ed innovazione in ambito scientifico e nel trasferimento tecnologico.
“Alla base del progetto ChEERS - spiega la professoressa Moretti - vi è l’idea di recuperare la feccia ottenuta dalla lavorazione e chiarificazione dei vini.” L’idea innovativa consiste nell’impiego di un colorante estratto da uno scarto del processo di vinificazione all’interno delle celle fotovoltaiche: il metodo così brevettato è il primo che utilizza questo prodotto per imitare il processo di fotosintesi clorofilliana nei pannelli solari, offrendo una valida alternativa ai sistemi tradizionali in tema di vantaggio economico, di riciclo a basso impatto ambientale, e di efficienza di conversione energetica in caso di clima nuvoloso o illuminazione artificiale. Lo sviluppo del progetto è stato possibile grazie alla strumentazione di Ca’ Foscari, tra cui un simulatore di luce solare in grado di riprodurre in laboratorio l’energia che dal Sole giunge sulla superficie terrestre, ma anche grazie al finanziamento della Commissione europea gestito dalla Regione Veneto, e agli altri partner del progetto: Università degli Studi di Udine, Università di Malaga e Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia.
Serena Wines 1881 ha ora acquisito la piena titolarità del brevetto e, grazie all’accordo di collaborazione sottoscritto nel 2019, l’invenzione è passata alla fase di produzione e diffusione sul mercato. Un primo prototipo di cella fotovoltaica realizzata con i residui della vinificazione è stato presentato all’edizione del 2019 del Vinitaly. Da allora, lo Spin-off ChEERS è attivo nella ricerca scientifica applicata alla sfera dell’economia circolare, per valorizzare materie di scarto di settori tra cui eco-design, automotive, bioedilizia e navale. Grazie a questi sforzi, nel 2021 ChEERS ha vinto il Premio Nazionale ANGI nella categoria Energia & Ambiente, il premio promosso dall’Associazione Nazionale Giovani Innovatori. ChEERS ha inoltre partecipato allo SMAU, la principale fiera italiana dedicata all’innovazione e alle nuove tecnologie, presentando i suoi materiali polimerici a basso impatto ambientale all’edizione di Milano 2022 e le sue celle solari prodotte con lo scarto della produzione vinicola all’edizione di Parigi 2023. Dalla collaborazione continuativa con Ca’ Foscari, e in particolare con la sua ricerca di alto livello, sono scaturiti progetti di elevato successo e un contributo sostanzioso all’economia circolare.