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L'epoca d'oro del Wuxiapian

Da zui xia (Come Drink With Me, King Hu) e Huxia jianchou (Tiger Boy, Zhang Che) inaugurano la stagione d'oro dei wuxiapian, film in Cinemascope di arti marziali in costume girati in mandarino.

Genesis of the indian popular cinema: The Fifties - part one

Gli anni Cinquanta sono considerati l'epoca d'oro del cinema popolare indiano. Tra i fattori che hanno contribuito alla nascita di opere memorabili in questo decennio, l'influsso della cultura urbana è determinante. Ne discute Iqbal Madud nel terzo articolo dedicato a questo cinema. Lingua: inglese.

Genesis of the indin popular cinema: The Forties - part two

Seconda parte dell'articolo di Iqbal Masud sul film popolare indiano degli anni Quaranta, quando vengono gettate le basi di questo cinema. Temi, idee e motivi che si formano in questo decennio si ripresenteranno nei film degli anni successivi, con innumerevoli variazioni, fino ai giorni nostri. Lingua: inglese.

L'esplosione delle immagini: Kurosaka Keita

Sono immagini "asettiche" e provocatorie quelle che Kurosaka Keita mostra nei suoi lavori, esplorazioni della società contemporanea tokyoita, che gli sono valse numerosi riconoscimenti sia in patria che all'estero. Artista indipendente, si appoggia per la produzione all'istituzione Image Forum.

Genesis of the indian popular cinema: The Forties - part one

Nel secondo articolo della serie dedicata al cinema popolare indiano, Iqbal Masud apre una finestra sugli anni Quaranta. In questo decennio, mentre il subcontinente attraversa una fase di sconvolgimento sociale, politico e culturale, vengono gettate le fondamenta del cinema hindi. Lingua: inglese.

Eros e violenza: lo zoo umano di Kuri Yōji

Kuri Yōji (Tokyo 1928) è stato senza dubbio uno degli animatori indipendenti giapponesi più noti e acclamati sia in patria che oltre confine. Simbolo di un'animazione per adulti, è stato efficace ambasciatore dell'animazione indipendente nipponica, molto spesso ignorata o sottovalutata.

Genesis of the indian popular cinema: The Early Period - part one

Primo intervento di una serie di articoli in cui il noto critico e scrittore Iqbal Masud, scomparso qualche anno fa, esplora i presupposti culturali e ideologici del cinema popolare dagli esordi agli anni 80, analizzando i temi ricorrenti che rivelano le radici del cinema e della psiche indiana. Lingua: inglese.

Kōuchi Jun'ichi

Kōuchi Jun'ichi (1876-1970), fra i pionieri dell'animazione giapponese, fu colui che percorse la carriera più breve nel campo dell'animazione, ma ebbe il merito di riuscire a introdurne un'importante innovazione tecnica, cioè l'utilizzo di sfumature di grigio per attenuare e ombreggiare i contorni dei disegni, fino allora tracciati con secchi tratti di china.

Kotha movie: Il mondo delle cortigiane

La cortigiana è una delle figure più originali del cinema indiano, tanto da costituire una sorta di 'genere', chiamato kotha movie o "cinema del bordello". Il mondo del kotha, nella sua forma più elevata, era un'istituzione tutt'altro che malfamata e le cortigiane erano depositarie e preservatrici delle grandi arti di rappresentazione (la danza e il canto). Il kotha movie ha dato vita a opere tra le più fascinose dell'India cinematografica.

Ti rifaccio! Un remake al giorno leva la noia di torno

Un virus influenzal-cinematografico sembra aver colpito numerosi registi indiani siano essi operanti nel cinema mainstream o in quello parallelo: la febbre del remake. Benché si tratti di una pratica ben consolidata nel tempo, è balzata di recente alla ribalta per la sua concentrazione temporale, per gli ‘originali’ a cui si ispira e per i registi che in tale pratica si sono cimentati o meditano di farlo. Il vino vecchio nella botte nuova o qualcos’altro?

Guru Datt (1925-64): Il tormento e l'estasi

"Il guaio è che io non solo so dirigere, ma so anche cosa significhi dirigere. L'angoscia mentale, il logoramento emotivo che bisogna attraversare non è certo la condizione ideale per essere ben presenti mentre si dirige, nemmeno per un maestro".

Kitayama Seitarō

Kitayama Seitarō (1888-?), dopo gli studi di pittura occidentale, lavorò per una rivista d'arte disegnandone le copertine e i titoli dei saggi in essa contenuti. Autodidatta dell'animazione, iniziò a dedicarvisi intorno al 1916. I contenuti dei suoi film sono riferibili alla ricca tradizione favolistica nipponica, ma il suo segno grafico fu influenzato più dai prodotti internazionali che dalla tradizione grafica giapponese.