Primi piani

Giorgetta Bonfiglio-Dosio
Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

Ci parli di lei: da dove proviene, cosa insegna a Ca’ Foscari, quali sono i suoi interessi e i suoi ambiti di Ricerca.
Attualmente a Ca’ Foscari insegno “Archivistica digitale” nella LM 05/M.
Ho iniziato a occuparmi di archivi nel 1969 e ho fatto un percorso formativo “guidato” per diventare archivista (laurea in lettere con esami a Giurisprudenza; diploma di archivistica, paleografia e diplomatica). Prima di vincere il concorso nazionale ho insegnato all’Università di Padova. Divenuta di ruolo in università come ricercatore confermato, ho scelto la carriera nell’amministrazione degli Archivi, che ho concluso come primo dirigente nel 1994. Sono tornata in università, prima a Udine come ricercatore, poi a Padova; sono stata professore straordinario dal 2000 al 2003 e ordinario di archivistica dal 2003 al 2010. Mi occupo soprattutto di archivi privati di famiglia e di impresa. Dirigo dal 2004 la rivista «Archivi».

Quali sono i suoi punti di riferimento professionali?
I colleghi con cui condivido le ricerche, l’ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana), il Ministero per i beni e le attività culturali, il Consiglio Internazionale degli Archivi.

Le soddisfazioni professionali più grandi?
Coordinamento di gruppi di lavoro nazionali (in particolare quello che si è occupato di elaborare strumenti di gestione per gli archivi dei comuni), attività nell’ambito dell’ANAI per regolamentare la professione, imprese editoriali di rilievo internazionale, sentirmi dire dagli studenti: «Conoscerla mi ha cambiato la vita in meglio» oppure «Grazie per averci trasmesso non solo conoscenze, ma anche entusiasmo e professionalità».

L’ambito di cui si è sempre voluto/a occupare ma che non ha ancora avuto occasione di esplorare?
Ho avuto la fortuna di occuparmi di molte cose e sempre con molta soddisfazione.

Qual è l'aspetto che più l'appassiona del suo ambito di ricerca?
Trovarmi sempre di fronte ad aspetti inediti e “osare” soluzioni inedite.

Ha sempre pensato che questa fosse la sua strada?
Mi è stata suggerita quando avevo 18 anni e sono stata programmata per seguirla. L’ho percorsa con spirito curioso e imprenditoriale.

Cosa significa, per lei, insegnare e fare ricerca?
Vivere con pienezza.

Cosa dice ai giovani che si avvicinano alla ricerca oggi?
Fare ricerca costa fatica, ma è il mestiere più bello: non rinunciate mai ad approfondire sempre le vostre conoscenze, ad aprire i vostri orizzonti, a costruire con spirito critico e creatività.

Last update: 17/04/2024