Progetti di ricerca
Il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea propone e prende parte a numerosi progetti di ricerca partecipando a bandi competitivi e collaborando con partner sia istituzionali che privati. Qui li trovate suddivisi secondo la fonte di finanziamento: alcuni sono internazionali, altri nazionali; altri ancora sono cofinanziati dall'Ateneo, come ricerche o come scavi archeologici.
ACHIEVE - The acquisition of Chinese resultative verbal complexes by L1 Italian learners: combining learner corpus and experimental data
Responsabile scientifico: Bianca Basciano - Finanziamento: Progetto PRIN 2020 n. 20209M3Z77 - Durata del progetto: 36 mesi (01/06/2022 - 31/05/2025) - Contributo: € 247.322,00 - Parole chiave: acquisizione di L2, corpora di apprendenti, cinese, risultativi
Questo progetto si propone di studiare l’acquisizione delle costruzioni verbali risultative del cinese (resultative verb complexes, RVC: composti risultativi, ‘complementi di fase’ e costruzioni direzionali) da parte di apprendenti con italiano L1.
I RVC costituiscono una sfida per gli apprendenti italofoni di cinese L2/LF a causa della loro complessità morfo-sintattica e semantica e della distanza tipologica tra italiano e cinese. Per gli apprendenti italofoni di cinese, l’acquisizione di strutture che sono assenti o molto distanti da quelle della propria L1, come i RVC, è un compito particolarmente difficoltoso.
Il progetto utilizzerà un approccio triangolato multi-metodo consistente nella combinazione e analisi di dati di corpus (per analizzare la performance dell’apprendente) e dati sperimentali (per indagare la competenza dell’apprendente), al fine di fornire varie prospettive sul fenomeno oggetto di studio. Questo approccio consentirà anche di ottenere dati i più autentici possibile, rafforzando la validità dei risultati.
Dopo un’accurata revisione della letteratura sull’argomento e un’analisi preliminare del trattamento dei RVC nei materiali didattici, raccoglieremo dati scritti e orali da apprendenti italofoni di cinese, divisi per livello di competenza, provenienti dalle due università coinvolte nel progetto (Università Ca’ Foscari Venezia e Università di Roma Tre). Inoltre, raccoglieremo anche dati da parlanti di cinese L1, che fungeranno da gruppo di controllo, a scopo comparativo.
Uno dei risultati principali del progetto sarà la compilazione di un corpus di apprendenti, che raccoglierà dati sia scritti che orali di apprendenti italofoni di cinese. Questo corpus sarà accessibile online gratuitamente e sarà una preziosa risorsa per chiunque necessiti di un campione di dati per studiare l’acquisizione del cinese da parte di apprendenti con italiano L1.
Dopo la compilazione del corpus, verranno analizzati e interpretati i dati del corpus e i dati sperimentali: identificheremo il percorso seguito dagli apprendenti italiani nell’acquisizione dei diversi RVC e formuleremo delle generalizzazioni, sia a livello descrittivo che teorico.
Questo studio ha anche importanti implicazioni pedagogiche, poiché getta le basi per lo sviluppo di strumenti didattici e di metodi che si adattino maggiormente alle necessità degli apprendenti italiani di cinese.
Sito web del progetto: ACHIEVE
CHINGREEN - On the financialization of green: Chinese operations along the Belt and Road Initiative (BRI)
Responsabile scientifico: Daniele Brombal e James D Sidaway - Ricercatore: Giulia Dal Maso - Finanziamento: H2020-MSCA-GF-2020 - Durata del progetto: 36 mesi (01/11/2021 - 31/10/2024) - Contributo: € 267,282.24 - Parole chiave: Financialization, Green Finance, China, Belt and Road Initiative, Infrastructures.
Il progetto esplora come l'ascesa della finanza verde cinese lungo la via della seta (Belt and Road Initiative BRI) stia (ri)definendo le nuove azioni di finanza “verde” o “sostenibile” globale, e quindi il rapporto tra natura e finanza.
Dall'appello di Xi Jinping per una nuova civiltà ecologica (shengtai wenming), il sistema finanziario cinese ha definite nuove strategie “verdi.”
L'emissione di obbligazioni verdi e l'adozione di cartolarizzazioni finanziarie per il finanziamento di infrastrutture sostenibile sono tra i principali strumenti che la Cina ha adottato nella sua espansione globale lungo la BRI. Si prevede che l'entità del credito verde guidato dalla Cina lungo la BRI avrà un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di emissioni globali dell'accordo di Parigi.
Per affrontare questa sfida è sempre più urgente l'attenzione ai processi di standardizzazione e armonizzazione degli strumenti finanziari verdi oltre i confini della Cina, finora indagati. Sebbene un linguaggio finanziario comune debba ancora essere stabilito, il modo in cui i prodotti finanziari sono definiti, etichettati e valutati come "verdi" rimane contingente e poco chiaro.
La logica generale di questa ricerca è di far avanzare l'attuale comprensione della "finanziarizzazione della natura" nella sua varietà globale e spaziale.
Ad oggi, mentre la finanza verde è invocata indistintamente come soluzione e rimedio alla doppia crisi dell'ambiente e del capitalismo, viene data poca specificità su come la dualità “verde” e “finanza” sia dispiegata e assemblata da diverse forme di capitale, istituzioni pubbliche e private e attori locali lungo la BRI.
Sito web del progetto: CHINGREEN
IL and Korea - From European International Law to Asian One: Korean Experience, 1880s-1940s
Responsabile scientifico: Jong Chol An - Finanziamento: SPIN 2021 - Durata del progetto: 24 mesi (01/11/2021 - 31/10/2023) - Contributo: € 43.600 - Parole chiave: International law, Korea, Russo-Japanese War, Korean War, Hague Conference (1899, 1907)
La Corea ha partecipato attivamente alla cosiddetta Società Internazionale, in particolare a partire dalla Seconda guerra mondiale. Per esempio, la Repubblica di Corea, insieme ad Israele, è nata con la risoluzione delle Nazioni Unite nel 1948. Quando la Corea del Nord ha invaso la Corea del Sud nel giugno del 1950, le Nazioni Unite hanno inviato il loro esercito in Corea, un esercito composto da 16 nazioni. Tuttavia, a causa della competizione della Guerra Fredda, la Corea del Sud e la Corea del Nord sono diventate ufficialmente membri dell'ONU solo nel 1991. Ma ora la Corea ha volontariamente inviato missioni di pace dell'ONU in diversi punti del globo. Pertanto non è raro vedere alcuni coreani, compreso l'ex Segretario generale Ban Ki-Moon, lavorare attivamente in organizzazioni internazionali, dimostrando che la Corea è una parte integrante della società internazionale. Poiché le organizzazioni internazionali sono vettori del diritto internazionale, il diritto internazionale è largamente accettato in tutto il mondo.
Dalla creazione del diritto internazionale nel sistema degli Stati nazionali europei del XVI secolo, l'ordine mondiale europeo si è esteso a tutto il globo. Il mondo è stato modellato dal diritto internazionale, talvolta nella forma di stati sovrani o colonie tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. La Corea è diventata un protettorato giapponese nel 1905 e colonia nel 1910, e così l'ordine mondiale tradizionale o l'ordine mondiale cinese è andato completamente in frantumi. Così gli studiosi non hanno prestato attenzione alla concezione asiatica del diritto internazionale. Quando si concentrano sull'Asia, tendono a focalizzarsi soprattutto su Cina e Giappone. La Corea è diventata indipendente nel 1948 e infine membro ufficiale della Società Internazionale nel 1948, un ordine legato all'ordine mondiale liberale, un ordine kantiano.
Tuttavia, una comprensione storica del diritto internazionale in Corea è importante per comprendere non solo come la Corea sia diventata parte del diritto internazionale, ma anche come la conoscenza dell'epoca precedente al 1948 in Corea abbia un impatto perfino sull'ordine mondiale europeo o sul diritto internazionale, in particolare per quanto riguarda la pratica bellica. Pertanto, credo che questo progetto contribuisca ad una nuova comprensione del diritto internazionale attraverso l'osservazione del caso coreano.
LASER CHIP - Late Antique Swat Ecology and Resilience: Climate and Habitat in Interfacial Periods
Responsabile scientifico: Luca Maria Olivieri - Finanziamento: SPIN 2021 - Durata del progetto: 24 mesi (01/11/2021 - 31/10/2023) - Contributo: € 33.000 - Parole chiave: LALIA, Buddhism, Swat, resilience, agriculture, climate changes
Il progetto LASER CHIP è uno studio multidisciplinare pilota incentrato sul periodo tardo-antico dell'Asia meridionale occidentale e del piedimonte dell'Hindukush-Karakoram. L'area di studio è la Valle dello Swat in Pakistan, la quale si trova all'incrocio di tre grandi zone climatiche e culturali: Asia meridionale occidentale, Himalaya e Asia centrale. Il progetto si propone di indagare innanzitutto le forme della crisi agraria del tardo-antico, nonché il declino delle comunità religiose buddhiste, due importanti macrofenomeni rivelati in Swat e nella regione circostante da dati archeologici e fonti testuali. Il collasso agrario registrato nelle fonti buddhiste tra il 550 e il 660 d.C. può essere collegato ad una drammatica crisi climatica globale (ipotesi LALIA). Il progetto mira dunque ad acquisire dati nuovi da campionamenti diretti da paleosuoli, con particolare attenzione alla cronologia del primo millennio a.C. e primo millennio d.C. Lo studio botanico e molecolare dei nuovi campioni consentirà di valutare le fluttuazioni climatiche nel corso del periodo di studio.Il progetto verificherà se l'ipotesi climatica LALIA, che ha riguardato certamente l'Eurasia settentrionale fino al Mediterraneo, possa spiegare a livello microclimatico la crisi della produzione agricola, il declino del buddismo e la resilienza del sistema feudale associato alle comunità brahmaniche. Come risultato di questo progetto, ci aspettiamo di ottenere una migliore comprensione del ruolo della passata variabilità climatica nella storia dell'Hindukush-Karakoram, nonché di proporre un nuovo modello integrato per spiegare le fasi della crisi tardo-antica e la relativa risposta umana.
LESWE - Language Endangerment and Subjective Wellbeing
Responsabile scientifico: Patrick Heinrich - Finanziamento: SPIN 2021 - Durata del progetto: 24 mesi (01/11/2021 - 31/10/2023) - Contributo: € 34.700 - Parole chiave: endangered languages, sociocultural displacement, subjective wellbeing, happiness
Le lingue indigene sono più importanti per chi le parla e per la società di quanto si pensasse in precedenza. La maggior parte dei paesi ha stabilito regimi linguistici monolingui per creare un senso di unità in popolazioni linguisticamente diversificate. Il Giappone è un esempio prototipo. L'effetto è che le lingue indigene – in Giappone Ainu e Ryukyuano – sono in pericolo. Oggi sappiamo che i regimi linguistici monolingui sono problematici. Studi pilota sugli aborigeni in Canada e Australia mostrano che l'assimilazione linguistica che non lascia spazio alle lingue indigene coincide con problemi mentali e fisici superiori alla media (ad es. depressione, obesità). Questi risultati stimolano la ricerca di una risposta alla seguente domanda: in che misura la lingua che le persone conoscono e parlano influenza il loro benessere mentale e fisico? Per rispondere a questa domanda, questo progetto studia la lingua e il benessere in modo comparativo in tre comunità linguistiche in via di estinzione nelle isole Ryūkyū. Le Ryūkyū forniscono un primo caso importante, ma l'approccio qui proposto è replicabile in tutte le società moderne. Questo progetto aggiunge una nuova prospettiva nello studio del multilinguismo che ha implicazioni per le politiche di educazione per le lingue minoritarie e per le pratiche di mantenimento e rivitalizzazione della lingua.
FuzzFarm - Modelling of the early agricultural spread in south of the Eastern Europe
Responsabile scientifico: Paolo Biagi - Ricercatore: Dmytro Kіosаk - Finanziamento: European Union's Horizon 2020 / Marie Skłodowska-Curie grant agreement No. 891737 - Durata del progetto: 24 mesi (15/03/2021-14/03/2023) - Contributo: €183,473.28 - Parole chiave: Neolitico, Agricoltura, Paleosuoli, I modelli basati sull'agente; Paleoclimatologia
Il progetto FUZZFARM riguarda il problema dello sfruttamento del territorio durante la preistoria. I primi agricoltori dovettero rendersi conto dei i vincoli derivanti dalla condizione ecologica, dai problemi economici e sociali, scegliendo il territorio da abitare. Questi fattori limitanti vengono studiati per mezzo di un database che copre l'intero territorio dell'Europa sudorientale (Polonia sudorientale, Ucraina, Moldavia e Romania orientale). La ricerca più dettagliata verrà eseguita sui siti delle tre microregioni che hanno visto più momenti successivi di antropizzazione neolitica. I criteri saranno formulati in base ai siti selezionati dagli agricoltori neolitici. Gli stessi saranno incorporati nel modello "Fuzzy Farmers". L'approccio Fuzzy Set sarà utilizzato per combinare i diversi criteri nello stesso modello. Per esempio, una caratteristica del suolo di un sito collocato in prossimità di un secondo insediamento allo scopo di trovare i partner coniugali. Gli agenti sono rappresentati dalle comunità di agricoltori neolitici. Il modello simula il processo di espansione neolitica nello spazio geografico attuale (modellato in SIG). Quando le condizioni dell'antropizzazione successiva saranno stati riconosciuti, potranno portare ad una migliore conoscenza de i limiti della diffusione delle popolazioni neolitiche nell'Europa sudorientale.
Early Jewish and Christian Magical Traditions in Comparison and Contact (EJCM)
Responsabile scientifico: Joseph E. Sanzo - Finanziamento: European Research Council, Starting Grant Project 851466 - Durata del progetto: 5 anni (01/02/2020 - 31/01/2025) - Contributo: €1.311.355,00 - Parole chiave: Magic; Judaism; Christianity; Early Jewish-Christian relations; Religion; Late antiquity
Come la maggior parte degli individui che vivevano nel mondo mediterraneo antico, gli ebrei e i cristiani credevano che il mondo fosse popolato da esseri soprannaturali (angeli, demoni e fantasmi), i quali potevano offrire assistenza oppure causare danno spirituale e fisico. Per affrontare questa situazione terribile e complessa, ebrei e cristiani si affidavano all'aiuto di specialisti di rituali (per esempio, sacerdoti cristiani, monaci, rabbini e guaritori di quartiere), che avevano il compito di combattere, placare o invocare tali esseri. Questi cosiddetti “maghi” creavano vari tipi di aiuti per guarire e per proteggere i loro clienti, come per esempio amuleti (spesso fatti di papiro o pergamena) da indossare al collo, e ciotole di terracotta da seppellire sotto la casa. Fortunatamente molti di questi artefatti sono stati tramandati fino a oggi e includono citazioni inscritte da testi sacri, disegni, nomi divini e riferimenti a varie pratiche rituali. I ricercatori riconoscono sempre più l'importanza di tali oggetti “magici” come facenti parte di una sfera della religione antica vissuta (cioè, la religione come era praticata realmente nella vita di tutti i giorni).
Questo progetto (EJCM) costituisce il primo studio comparativo su larga scala di questi oggetti, cosiddetti “magici”, del periodo tardo antico (circa dal III secolo al VIII secolo d.C.). Di conseguenza, esso migliorerà in modo significativo la conoscenza della magia antica e delle relazioni tra ebrei e cristiani nella religione tarda antica vissuta. Questo progetto interdisciplinare esamina le caratteristiche locali e globali di questi oggetti – e il contesto sociale – attraverso una struttura interpretativa sintetica e innovativa, che attinge conoscenze da vari campi accademici, come lo studio delle religioni, la sociologia e la storia dell'arte. EJCM si occuperà soprattutto delle dinamiche di assimilazione, cooperazione e differenziazione religiosa che emergono dall’analisi di questi oggetti rituali. Il progetto getterà una nuova luce sul contesto vissuto da ebrei e cristiani nel periodo tardo antico, aiutando a riscrivere la storia di due delle religioni più prolifiche al mondo.
This project has received funding from the European Research Council (ERC) under the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme (grant agreement No. 851466 EJCM).
Sito web del progetto: EJCM
Spousal Reunification and Integration Laws in Europe
Responsabile scientifico: Livia Holden - Ricercatrice: Rama Srinivasan - Finanziamento: European Union’s Horizon 2020 / Marie Skłodowska-Curie grant agreement No. 890826 - Durata del progetto: 24 mesi (15/05/2020-14/05/2022) - Contributo: 183,473.28 - Parole chiave: Spousal reunification, Integration, Intercultural Competence, Cultural Expertise, Marriage, Migration, Diaspora, Family, Law
RE-NUP analizza l’implementazione delle leggi in materia di integrazione dei migranti in tre Paesi europei secondo la prospettiva dei richiedenti di visto per ricongiungimento famigliare, oltre ad esaminare la natura e l'ambito dell’educazione obbligatoria minima richiesta per ottenere la cittadinanza e la residenza. Analizzerà come le leggi influenzino e, a loro volta siano influenzate, dai diversi modi di definire e praticare l’istituzione del matrimonio in Asia meridionale e in Europa. Rama Srinivasan svilupperà il suo progetto presso il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea con la supervisione della prof.ssa Livia Holden, contribuendo anche al programma di Pedagogia Interculturale; sarà inoltre affiliata al Marco Polo Centre for Global Europe-Asia Connections di Ca' Foscari con un periodo di distaccamento al Centre for History and Anthropology of Law dell'Università di Parigi.
REL-NET - Entangled Interfaith Identities and Relations from the Mediterranean to the United States: The St James Association and Its Transnational Christian-Jewish Network in the Israeli-Palestinian Conflict
Responsabile scientifico: Marcella Simoni and Magda Teter - Ricercatrice: Maria Chiara Rioli - Finanziamento: H2020-MSCA-GF-2018 - Durata del progetto: 36 mesi (01/09/2019 - 31/08/2022) - Contributo: 269,002.56 - Parole chiave: Conversions; Israeli–Palestinian conflict; Jewish–Christian relations; Jerusalem; Catholic Church; Global History
Il progetto REL-NET affronta i nodi storici delle relazioni ebraico-cristiane e delle reti di organizzazioni religiose tra Israele, Palestina, Medio Oriente, Europa e Stati Uniti, dalla creazione dello stato d’Israele nel 1948 ad oggi. In particolare, la ricerca approfondisce la storia dell’Opera San Giacomo, fondata in Israele all’interno della Chiesa latina di Gerusalemme da ebrei europei, alcuni dei quali sopravvissuti all’Olocausto, convertiti al cristianesimo. Alcuni dei membri dell’Opera San Giacomo parteciparono al Concilio Vaticano II, elaborarono riflessioni vicine al sionismo cattolico, diedero vita ad esperienze di dialogo tra ebrei, cristiani e musulmani in Israele. Attraverso metodologie interdisciplinari e la consultazione di fondi archivistici inediti su scala globale, il progetto intende fornire nuovi paradigmi di analisi storica dei rapporti ebraico-cristiani e del conflitto israelo-palestinese.
Un progetto web multidimensionale per migliorare le tecniche di apprendimento della lingua giapponese e le competenze informatiche nell'era del Covid
Responsabile scientifico: Marcella Mariotti - Finanziamento: Istituto Giapponese di Cultura in Roma (The Japan Foundation) - Durata del progetto: 4 mesi (01/12/2020 - 31/03/2021) - Contributo: € 15,900.00 - Parole chiave: Lingua giapponese, e-learning, web creativity
Questo progetto è stato concepito come un mezzo per promuovere e sostenere la motivazione e la creatività degli studenti di lingua giapponese e del personale docente durante l'era Covid.
A causa della pandemia Covid-19, un altro lockdown generale è stato imposto in Italia quest'anno e l'insegnamento frontale è stato sospeso a livello nazionale, rendendo impossibile agli studenti di lingua giapponese iscritti all'Università Ca' Foscari di partecipare alle attività in classe insieme ai loro insegnanti e colleghi, così come di proseguire i loro studi all'estero.
L'interesse e la concentrazione degli studenti nei loro studi sono stati minati non solo dalla fatica mentale accumulata causata da queste misure di emergenza, ma anche dall'improvviso passaggio all'insegnamento e all'apprendimento a distanza. A partire da settembre 2020, all'Università Ca' Foscari è stato introdotto l'insegnamento in modalità duale (in presenza e online) per sostenere una graduale ripresa delle pratiche didattiche; tuttavia, gli studenti di lingua giapponese avevano ancora poche possibilità di candidarsi ai programmi di stage (obbligatori per la laurea) sia in Italia che in Giappone, a causa del calo del tasso di occupazione e delle restrizioni alla libertà di movimento; soprattutto, hanno incontrato molte difficoltà nel trovare una rinnovata motivazione a impegnarsi nei nuovi metodi di apprendimento. D'altra parte, anche i professori e gli insegnanti hanno dovuto affrontare una serie di sfide tecniche ed emotive nel loro insegnamento e apprendimento quotidiano.
Questo progetto è stato concepito come un mezzo per promuovere e sostenere la motivazione e la creatività degli studenti di lingua giapponese e del personale docente, una risposta alla mancanza di stimoli e al tempo di incertezza che attualmente colpiscono l'istruzione superiore. Consisteva in uno speciale programma di stage multidimensionale, che coinvolgeva e/o si rivolgeva a professori, neolaureati, studenti laureati e non laureati in lingua giapponese per implementare ulteriormente una piattaforma online dedicata all'insegnamento e all'apprendimento della lingua giapponese: JaLea e il suo satellite JaLea Business, uniti al primo dizionario online gratuito giapponese-italiano a4edu.
Project Director: Prof. Marcella Mariotti
Project Coordinator: Ms. Federica Tocci
Project Assistant: PhD candidate, Ayuko Kashima-Utsumi
Research Group Member and IT developer: Dr. Alessandro Mantelli
Student Tutor & Supervisor: Ms. Giulia Verzini
Brevetto correlato: "Il giapponese intuitivo: nuovi modi di scrivere online"
URBAN_CHINA - URBANization in CHINA’s southwestern borderlands. The case of Jinghong, Xishuangbanna
Responsabile scientifico: prof.ssa Laura De Giorgi - Ricercatore: Dott.ssa Antonella Diana - Finanziamento: European Union’s Horizon 2020 - Marie Skłodowska-Curie grant agreement No. 748961 - Durata del progetto: 41 mesi (01/08/2017 - 31/12/2020) - Contributo: 168.277,20 € - Parole chiave: Frontier urbanization; China; Ethnic minority groups; Borderlands.
URBAN_CHINA esplora l'urbanizzazione non metropolitana e non industriale nelle regioni di confine popolate dai gruppi etnici minoritari della Cina post-socialista. L'urbanizzazione del periodo Post-Maoista è stato uno dei temi più caldi nel recente dibattito accademico sulla Cina. La letteratura esistente si concentra principalmente sulle grandi città metropolitane o industriali tradizionali nella Cina propriamente detta, aventi una popolazione maggioritaria Han, ed esamina le caratteristiche strutturali o soggettive della crescita urbana. Le dinamiche complesse e peculiari dell'urbanizzazione nelle nuove città alla periferia rimangono sottovalutate. URBAN_CHINA colma questa lacuna di conoscenza, investigando come la riconfigurazione dello spazio urbano guidata dallo sviluppo del turismo e dall’alleanza stato-capitale privato influenza le relazioni di potere tra stato e minoranze etniche e la coesistenza interetnica e informa il cambiamento sociale di Jinghong, una città in rapida crescita nella periferia sud-occidentale della Cina. Utilizzando un approccio multidisciplinare che attinge a metodologie dell’antropologia, della pianificazione urbana, della geografia urbana, di studi urbani e di sociologia, questo progetto pionieristico mira a produrre un'analisi teoricamente ed empiricamente innovativa che combina un esame spaziale, socio-economico e politico con un indagine sugli aspetti soggettivi ed esperienziali dell'urbanizzazione, evidenziando conflitti, strategie e mentalità nelle interazioni urbane quotidiane tra i cittadini di etnia minoritaria, gli Han e lo stato nella Cina contemporanea.
NoLBrick - No brick language learning: Social responsibility, de-standardization of language teaching/education, and the relevance of glocal e-Learning AI systems in active citizenship and peace creation
Responsabile scientifico: Prof.ssa Marcella Mariotti - Finanziamento: SPIN - Misura 1 - Durata del progetto: 18 mesi (01/03/2019-31/08/2020) - Contributo: € 75.878,00 - Parole chiave: Level-free foreign language education, Critical pedagogy, Ai e-learning, Global democratic citizenship
Lo scopo del progetto è di proporre un nuovo approccio allo studio delle lingue straniere, basato sulle idee della pedagogia critico-trasformativa e dell'educazione attiva, incentrata sulla capacità di porre e risolvere problemi: l'insegnamento delle lingue straniere dovrebbe essere un modo privilegiato per favorire l'acquisizione di senso critico, ampliamento delle proprie prospettive di pensiero, coscienza di sè e dei propri valori, coesione sociale e cittadinanza attiva. Al contrario, oggi spesso ci si si appoggia a modalità di insegnamento e valutazione standardizzate e deumanizzanti, che mirano a valutare competenze lessicali e grammaticali, ma non la capacità di usare la lingua in modo efficiente e creativo. NoLBRIK vuole proporre e dimostrare la fattibilità di un insegnamento delle lingue straniere privo di livelli, basato sulla formulazione e risoluzione di problemi provenienti dall'effettiva esperienza del discente: la lingua giapponese verrà utilizzata come studio di caso. Il progetto si avvarrà di precedenti esperienze, come ad esempio il sistema di valutazione del giapponese orale OJAE, di cui si è già tenuta una sessione a Venezia, e si avvarrà di un gruppo di ricerca in grado di raccoglere ed elaborare la grande massa di dati necessaria a sostenere le soluzioni proposte.
West meets East in Venice: Cross-cultural interactions and reciprocal influences between the Safavids and Venetians (SAFVEN)
Responsabile scientifico: Dott. Simone Cristoforetti - Ricercatore: Dott. Ahmad Guliyev - Finanziamento: H2020-MSCA-IF-2017 - Durata del progetto:24 mesi (15/01/2019 - 14/01/2021) - Contributo: € 180.277,20 - Parole chiave: Safavid-Venetian interactions, early modern diplomacy, reciprocal influences between the Safavids and Venetians, Safavid-Venetian gift exchange
Negli ultimi due decenni, sulla scia del rinnovato interesse per la diplomazia della prima modernità e del passaggio verso approcci interdisciplinari, le interazioni tra Europa e Medio Oriente islamico hanno ricevuto notevole attenzione. Gli studiosi sottolineano sempre più la storia interconnessa e condivisa dell'Europa e del Medio Oriente. La natura di queste connessioni può essere tracciata attraverso l'esame completo dei primi incontri moderni diplomatici e interculturali tra il Medio Oriente islamico (Ottomani, Safavidi) e l'Europa (Veneziani) che non possono essere appropriatamente afferrati da una prospettiva storica o monoculturale. SAFVEN mira a esplorare un argomento largamente trascurato - il significato della comunicazione simbolica, rituale e cerimoniale nelle relazioni diplomatiche safavide-venete e la dimensione materiale degli incontri diplomatici safavide-veneti, che è essenziale per una migliore comprensione delle interazioni interculturali tra due imperi. L'esplorazione delle pratiche diplomatiche safavide e veneziane fornirà informazioni sulla comprensione delle posizioni di questi poteri nella gerarchia internazionale moderna, sul funzionamento delle diverse culture diplomatiche e sulla natura delle relazioni tra queste politiche. Attraverso lo studio di intermediari "transculturali" (ambasciatori, interpreti) nella mediazione di relazioni politiche, diplomatiche e culturali tra l'impero safavide e Venezia, il progetto mira a fornire nuovi spunti per comprendere come siano riusciti a gestire e connettere due culture così diverse. La ricerca può anche aiutarci a capire se e in che misura le eredità dei simboli e il valore simbolico degli oggetti nei primi incontri moderni continuano ad essere presenti nelle attuali pratiche diplomatiche e di negoziazione in Europa e Medio Oriente.
Cultural Formation and Transformation: Shahi Buddhist Art and Architecture from Afghanistan to the West Tibetan Frontier at the Dawn of the Islamic Era
Responsabile scientifico: Deborah Klimburg-Salter - Ricercatore: Prof. Luca Maria Olivieri - National Research Partner: Michael Alram
Il Prof. Luca M. Olivieri partecipa al progetto dal 2018, con lo scavo della Missione Archeologica Italiana in Pakistan dell’ISMEO (dal 2020 con Ca’ Foscari) sulle architetture templari e palaziali di epoca Shahi a Barikot, Swat.
Le tre campagne di scavo del 2019 e lo studio del corpus numismatico dallo scavo di Barikot (1984-2019) sono state co-finanziate dalla Österreichische Akademie der Wissenschaften.
Si veda la descrizione del progetto in inglese.
World Heritage and East Asian Literature - Sinitic Writings in Japan as Literary Heritage (WHEREAL)
Responsabile scientifico: Prof. Bonaventura Ruperti - Ricercatore: Dott. Edoardo Gerlini - Finanziamento: H2020-MSCA-IF-2017 - Durata del progetto:36 mesi (01/06/2018 - 31/05/2021) - Contributo: € 280.683,00 - Parole chiave: Japanese Literature, Heritage, Sino-japanese, World Literature
Negli ultimi 20 anni il patrimonio dell’umanità (World Heritage) e la letteratura mondiale (World Literature) hanno attirato molta attenzione, perché rappresentano un’appropriata cornice nella quale inquadrare e promuovere un certo numero di “elementi” selezionati riconosciuti come i migliori risultati della creatività umana, in risposta a un crescente interesse per le culture più lontane. tuttavia, i concetti di patrimonio dell’umanità – specialmente la recente dichiarazione di patrimonio culturale immateriale (ICH, Intangible Cultural Heritage) – e di letteratura mondiale sono stati aspramente discussi: è corretto delegare a una comunità internazionale, identificata con le élite intellettuali dei Paesi sviluppati, il potere di giudicare e di “modificare la diversità culturale del mondo”, come la lista di ICH dell’UNESCO, o di creare e organizzare una lista di “che cosa è letterario e che cosa non lo è”, come nelle antologie di letteratura mondiale? Queste domande sono legate a problemi di proprietà del patrimonio culturale o della paternità di alcune opere letterarie che sono state tradotte da lingue periferici a lingue egemoniche e internazionali. Riguardo a questo problema, le culture di Asia Orientale e Giappone sono interessanti oggetti di studio non solo perché sono entrambe “periferiche” rispetto al tradizionale, eurocentrico punto di vista, ma anche perché il loro patrimonio letterario (e culturale in generale) è spesso più antico e più ricco di quello di molti Paesi europei. Questa azione permetterà al candidato di applicare un approccio iterdisciplinare per fondere i differenti dibattiti su proprietà e paternità, e per formulare una nuova definizione di “patrimonio letterario”, che presenti un’alternativa alla dicotomia tangibile/intangibile. Il caso di studio sarà focalizzato sul ruolo della scrittura sinitica (in giapponese kanbun) nel Giappone pre moderno come parte di un patrimonio culturale condiviso dell’Asia Orientale e i suoi sviluppi storici, ricezione, diffusione e eventuale abbandono. Questa ricerca stimolerà il dialogo sul ruolo del patrimonio letterario tra società multiculturali con tradizioni e lingue condivisei, come l’Asia Orientale e l’Unione Europea.
Florilegia Syriaca. The Intercultural Dissemination of Greek Christian Thought in Syriac and Arabic in the First Millennium CE — FLOS
Responsabile scientifico: Prof. Emiliano Bronislaw Fiori - Finanziamento: H2020-ERC-2017-STG - Durata del progetto:60 mesi (01/03/2018 - 28/02/2023) - Contributo: € 1.343.175,00 - Parole chiave: Syro-Arabic Christianity, Greek Christian Thought in the Middle East, Born-digital editions, Translations from Greek into Syriac
Le comunità cristiane in Mesopotamia furono realtà fiorenti sia dal punto di vista intellettule che religioso fino al XIII secolo d.C. Parlavano e scrivevano in siriaco, una varietà di aramaico nella quale un ricco, ma relativamente poco conosciuto, corpo letterario fu scritto. Tra il VIII e il XI secolo, con la costituzione del califfato abbaside e il crescente peso dell'Islam in ogni campo della vita culturale, i cristiani della Mesopotamia dovettero sviluppare strategie di sopravvivenza e confronto con il mutare dell'ambiente religioso e intellettuale. Da una parte operarono una selezione della loro eredità culturale, soprattutto di testi cristiani greci tradotti in siriaco, compilandoli in ampie collezioni, i florilegia, per conservare e riconfigurare il pensiero cristiano dei secoli precedenti allo scopo di rispondere alle esigenze del loro tempo. Questi testi greci erano stati scritti tra i II e il VI secolo dai cosiddetti "Padri della Chiesa" e a partire dal VIII secolo furono tradotti in siriaco. Nei florilegia furono estratti e organizzati attorno a temi centrali nel dibattito con gli intellettuali musulmani (ad esempio, Trinità e Incarnazione), ma anche con Ebrei e altri cristiani. I florilegia, quindi, servirono come una sorta di deposito dal quale i cristiani siriaci imparavano l'ABC della loro teologia, che dovevano giustificare davanti a altre religioni o a altre confessioni cristiane. Dall'altra, si impegnarono attivamente in discussioni con i loro avversari religiosi producendo testi polemici direttamente in arabo, nei quali l'influenza dei florilegia è chiaramente visibile, ma ancora inesplorata.
I florilegia ci sono stati tramandati da un piccolo numero di preziosi manoscritti del Primo Millennio (databili circa tra 800 e 1000 d.C.) conservati alla British Library di Londra. FLOS, per la prima volta, studierà i florilegia siriaci, pubblicandoli online con edizioni critiche digitali, e investigherà su come la selezione del pensiero greco cristiano trovata in queste collezioni abbia decisivamente influenzato il contesto di confronto interconfessionale e interreligioso nei primi secoli dell'Islam in Medio Oriente.
Reader, Author, Scholar in a Context of Information Overflow. How to master/manage knowledge when there is too much to know? (RASCIO)
Responsabile scientifico: Prof.ssa Antonella Ghersetti - Ricercatore: Dott.ssa Elise Franssen - Finanziamento: H2020-MSCA-IF-2016 - Durata del progetto:24 mesi (15/01/2018 - 14/01/2020) - Contributo: € 180.277,20 - Parole chiave: Arabic Manuscripts, Arabic Literature, Codicology, Archaeology of the Book, Textual philology and palaeography, History of ideas, intellectual history, Mamluk period, Egypt, Syria, 14th century
RASCIO è soprattutto un progetto di sintesi della storia intellettuale del periodo mamelucco (1250-1517). Considerato per lungo tempo un periodo di “decadenza”, questo è stato rivalutato negli ultimi decenni, soprattutto in relazione alla vivacità delle sue dinamiche culturali. In particolare, un aspetto che merita un’indagine approfondita, in parallelo con analoghe dinamiche del mondo contemporaneo, è la gestione del flusso di informazioni da parte degli intellettuali mamelucchi, costretti a misurarsi con una sterminata quantità di dati da selezionare e rielaborare per scrivere i propri libri.Il progetto ha lo scopo di studiare, sulla base di materiali originali e inediti e con metodologie innovative, le tecniche di lettura e il metodo di lavoro di un intellettuale mamelucco del XIV secolo, e la maniera in cui l’informazione è trattata e utilizzata. La ricerca si baserà sul manoscritto autografo del quaderno di appunti (sinora mai studiato) di uno degli intellettuali più rappresentativi del periodo, al-Ṣafadī (d. 1363), e sulle annotazioni che egli ha apposto ai manoscritti della sua biblioteca. Lo studio del manoscritto verrà svolto con un approccio olistico (paleografico, stilistico e codicologico) e il testo verrà messo in relazione con i dati sulle marche di possesso dei manoscritti arabi classificati nel database ELEO dell’Università di Liegi, al fine di individuare i manoscritti che hanno fatto parte della biblioteca di al-Ṣafadī. L’analisi permetterà così di ricostruire non solo il funzionamento del network intellettuale di al-Ṣafadī ma anche di acquisire nuove e più precise informazioni sula produzione e il commercio del libro in epoca mamelucca a partire dalle testimonianze materiali e non solo sulla base di testimonianze documentarie.Esito del progetto sarà la pubblicazione in Open Access dell’edizione del manoscritto di al-Ṣafadī con links ai testi citati, alle biografie degli autori menzionati e ai libri di al-Ṣafadī nei quali figurano le informazioni contenute nel suo quaderno di appunti. L’edizione si configura così come un’innovativa rappresentazione della vita intellettuale del periodo mamelucco.
Survey and Analysis of Former Success and Current Decline of Japanese Television Programs in Western Europe: Trading Dynamics and Broadcasting Policies, 1975-2015
Responsabile scientifico: Prof. Toshio Miyake - Ricercatore: Dott. Marco Pellitteri - Finanziamento: Finanziamento Toshiba International Foundation - Durata del progetto:24 mesi (29/04/2017 - 31/03/2019) - Contributo: € 26.000,00 - Parole chiave: Japanese media globalization, Anime in Europe, Transnational Cultural industry, Neo-Japonism
Il progetto si è focalizzato, in una prima fase, allo studio del successo e del declino delle serie animate e live-action giapponesi nelle televisioni dell'Europa occidentale, analizzando l'immagine del Giappone passata nella cultura europea attraverso queste stesse serie. I prodotti culturali in questione hanno cominciato ad arrivare in Europa all'inizio degli anni Settanta e hanno goduto di crescente popolarità fino ai Novanta. Con il nuovo secolo, tuttavia, il successo ha subito un declino. La ricerca, finanziata in larga parte dalla Toshiba International Foundation, mira a comprendere la parabola di diffusione delle serie giapponesi per la televisione in Europa, a suggerire qualche strategia di rilancio e a comprendere quanto sia stabile e positiva l'immagine del Giappone che la cultura europea (soprattutto quella giovanile) si è costruita a partire da queste fonti. In una seconda fase il progetto si è poi spostato su aree meno note e studiate, come la Russia, la Polonia, la Svezia e la Finlandia. Lo scopo è di gettare uno sguardo non stereotipato al cambiamento della diffusione dei prodotti televisivi giapponesi, che, dopo essere stati mainstream per molti anni, si stanno configurando sempre più come una subcultura, che deve affrontare anche i cambiamenti di modalità di consumo causati dalla connessione dati.
Percorsi di avvicinamento fra Europa occidentale e Repubblica Popolare Cinese negli anni della Guerra Fredda: Italia e Repubblica Federale Tedesca a confronto, 1949-1972
Responsabile scientifico: Prof. Guido Samarani - Finanziamento: Fondi PRIN - Durata del progetto: 36 mesi (05/02/2017-04/02/2020) - Contributo: € 221.819,00 - Parole chiave: Italia, Germania, Cina, Guerra fredda
L'obiettivo generale del progetto è quello di indagare le modalità di interazione -sul piano politico, commerciale e culturale - fra la Cina maoista e l'Europa occidentale dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese (RPC; 1949) fino ai primi anni Settanta, periodo in cui la RPC e molti stati europei avviarono formali relazioni diplomatiche, la Cina maoista fu ammessa all'ONU e prese forma il disgelo sino-americano. Nel quadro dello sviluppo - al di là delle barriere ideologiche e politiche della Guerra Fredda - di una diplomazia non ufficiale incentrata sugli scambi economici e culturali e su alcuni contatti politici fra diversi Stati europei e la Cina maoista, il progetto individua come particolarmente degni di indagine approfondita i casi dell'Italia e della Germania Federale. Entrambi gli Stati, infatti, sconfitti durante il Secondo Conflitto Mondiale e, sul piano geopolitico, posti lungo la linea di confine della Cortina di Ferro, risentono in modo determinante tanto sul piano interno quanto su quello internazionale delle contrapposizioni fra i blocchi durante la Guerra Fredda, e in particolare della necessità di non mettere in crisi il rapporto con gli Stati Uniti. Allo stesso tempo, i due Paesi presentano differenze significative tanto nel contesto interno quanto su quello delle relazioni con la Cina. Mentre in Germania Federale, infatti, il Partito Comunista è insignificante e poi illegale e le relazioni con i Paesi socialisti (Cina compresa) devono tenere conto dell'esistenza e del ruolo della Repubblica Democratica Tedesca, in Italia il Partito Comunista, e per vari aspetti sino ai primi anni Sessanta il Partito socialista, hanno invece pur dall'opposizione un'influenza culturale ma anche politica e sociale di grande importanza nelle relazioni con la Cina popolare. Al tempo stesso, la Germania, a differenza dell'Italia, poteva contare su un'eredità storica di consolidate relazioni economiche - e anche culturali - con la Cina nel periodo anteguerra, favorite fin dal tardo XIX secolo anche da una forte presenza di comunità tedesche in Cina e dai positivi rapporti sviluppati fra Cina nazionalista e Repubblica Tedesca prima dello scoppio della guerra fra Cina e Giappone nel 1937.
Lo Swat di Alessandro: toponomastica, archeologia e testi
Responsabile scientifico: Prof. Luca Maria Olivieri - Ricercatori: Claudia Antonetti, Luisa Prandi, Stefan Baums, Omar Coloru, Matteo De Chiara, Elisa Iori - Parole Chiave: Alessandro, Swat, toponomastica, geografia storica
Il progetto riguarda i toponimi degli storici di Alessandro dello Swat, da Nysa a Ecbolima e al ponte sull'Indo, seguendo in particolare le seguenti tracce: (a) I toponimi degli storici antichi (questione delle fonti), (b) i toponimi indiani dalle fonti epigrafiche e letterarie, (c) i toponimi premoderni, (d) i dati archeologici, (e) un riesame delle fasi storiche.
Lo Swat rappresenta un capitolo speciale della vicenda di Alessandro in India, perché noto grazie a scavi estesi e ricognizioni. Sito-chiave in questi ultimi anni è quello di Barikot scavato dalla Missione Archeologica Italiana dell’ISMEO e Ca’ Foscari.
Dal febbraio 2017 sono coinvolti nel progetto Matteo De Chiara, INALCO, Parigi per la toponomastica premoderna, Stefan Baums, direttore del Gandhari Project a Monaco e epigrafista della Missione, Claudia Antonetti (DSU, Ca’ Foscari) e Luisa Prandi (Università di Verona) che con Omar Coloru (Università di Genova/Missione) seguono la parte storica e testuale, Elisa Iori (Universität Erfurt – Max Weber Kolleg/Missione) esperta di ceramica di periodo greco-battriano e indo-greco.
Al progetto hanno collaborato anche Oskar von Hinüber (Universität Freiburg) per le iscrizioni in brahmi-sarada, Olga Tribulato (DSU, Ca’ Foscari) per i graffiti vascolari in greco dello Swat, e Llewelyn Morgan (Oxford).
Gli studi finora condotti dal 2017 hanno portato a confermare parte del percorso di Alessandro, e individuare con certezza la Bazira di Arriano (Beira in Curzio Rufo) in Barikot, ma anche a riconoscere nelle informazioni riportate da Curzio Rufo elementi di prima mano di grande interesse per lo studio delle fonti dello storico romano.
Immagine: ©ISMEO, Missione Archeologica Italiana in Pakistan - MAIP
Last update: 06/11/2024