Team internazionale scopre molecola organica in una nube interstellare

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L'immagine di fondo della zona del centro della nostra galassia è stata presa col telescopio spaziale della Nasa Spitzer, in particolare con la camera IRAC4 (Infrared Array Camera) osservando a 8 microns. La stella gialla indica la posizione del centro galattico e la stella celeste corrisponde alla posizione della sorgente che è stata studiata, la nube molecolare G+0.693-0.027. In questa regione è stata rilevata per prima volta la molecola propargil-immina (HCCCHNH), in basso a destra, dopo averla studiata per prima volta al laboratorio di spettroscopia CASAC all’Istituto per la Fisica extraterrestre del Max Planck di Monaco. Crediti: Nasa Spitzer Space Telescope, camera IRAC4 (8 microns), MPE.- CASAC experiment, Víctor M. Rivilla (INAF-Arcetri).

Un gruppo internazionale di scienziati, tra cui il dott. Andrea Pietropolli Charmet del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi (DSMN), ha scoperto la presenza di una particolare molecola organica nei pressi del centro della Via Lattea (più precisamente, nella nube interstellare G+0.693-0.027). Si tratta della propargil-immina, una molecola considerata come un possibile precursore degli amminoacidi, i 'mattoni' fondamentali della vita sulla Terra. 

Come spiega il dott. Pietropolli Charmet, uno dei co-autori dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Astronomy & Astrophysics, “questa importante ricerca ha visto la stretta e proficua collaborazione tra gli esperimenti spettroscopici ad altissima risoluzione condotti presso i laboratori del Center for Astrochemical Studies del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics (Garching-Monaco), calcoli quanto-meccanici svolti impiegando sia i supercomputer del centro SCAI del Cineca che il cluster di calcolo del Sistema per il Calcolo Scientifico di Ca’ Foscari (SCSCF), e tutta una serie di osservazioni astronomiche effettuate sotto la guida dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)”.

La scoperta, frutto quindi della stretta sinergia tra osservazioni astronomiche, chimica computazionale, accurate misure sperimentali di laboratorio e sofisticate tecniche di analisi dati, aggiunge un altro importante tassello allo studio delle reazioni chimiche che avvengono nello spazio.

La molecola in questione, che è altamente instabile e ha un tempo di vita molto breve nelle condizioni ordinarie dell’atmosfera terrestre, può trovarsi nelle nubi interstellari grazie alle particolari condizioni di densità e temperatura che le caratterizzano. 

La rilevanza della propargil-immina risiede proprio nella reattività del legame imminico, e la sua scoperta ci aiuta a meglio comprendere tutta una serie di reazioni chimiche che, a partire dalle molecole più semplici e abbondanti fino ad ora individuate nello spazio (come per esempio formaldeide e ammoniaca), possono arrivare a formare composti più complessi come gli amminoacidi, costituenti indispensabili per la vita come oggi la conosciamo, anche in alcuni ambienti extraterrestri. Le immine sono coinvolte, per esempio, nella sintesi di Strecker, un processo chimico impiegato in laboratorio per produrre gli amminoacidi.