Una ‘lampadina’ rossa per vedere in azione farmaci anti-osteoporosi

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L'animazione realizzata dai ricercatori sintetizza l'efficacia della molecola nel rendere visibile l'interazione con il tessuto osseo

Una nuova ‘lampadina’ permette di osservare in azione i farmaci contro l’osteoporosi. Un team internazionale e interdisciplinare di scienziati ha testato con successo in laboratorio una molecola che abbina una struttura con note proprietà anti-osteoporosi (bisfosfonato) con un frammento di pigmento rosso, una sonda fluorescente che permette di seguire ‘in diretta’ il posizionamento del farmaco sul tessuto osseo e la sua interazione con le cellule che lo compongono. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Chemistry a European Journal.

“La novità di questo lavoro - spiega Alessandro Scarso, professore di Chimica organica all’Università Ca’ Foscari Venezia - sta nell’aver creato una sonda fluorescente per lo studio dell’osteoporosi basata su un pigmento noto, molto robusto dal punto di vista fotochimico, ma mai impiegato per questi scopi”.

L’osteoporosi è il più diffuso problema di salute nelle donne, ma colpisce anche gli uomini. Comporta un indebolimento delle ossa, che avanza silente e può portare a fratture anche con minimi traumi.

L’International Osteoporosis Foundation stima che 200 milioni di persone nel mondo soffrano di osteoporosi e che in media ogni 3 secondi ci sia una nuova frattura dovuta all’osteoporosi. In Italia, si parla di oltre 4 milioni di persone affette, con prospettive nei prossimi decenni di aumento dell’incidenza, delle fratture e dei relativi costi di ospedalizzazione.

Queste stime dimostrano l’importanza della ricerca per il miglioramento delle terapie, oltre che della diffusione delle buone pratiche per prevenire le conseguenze traumatiche dell’aumento di porosità e fragilità delle ossa.

Per affrontare questa sfida, gli scienziati cafoscarini hanno unito competenze diverse. Così un pigmento noto come Rosso Ferrari, finora studiato per le possibili applicazioni nella conservazione e il restauro da Giuseppe Borsato, membro del gruppo di ricerca, è stato testato anche in campo biomedico.

La sintesi della nuova molecola è stata ultimata dal dottore di ricerca cafoscarino Andrea Chiminazzo nel laboratorio del professor Charles McKenna della University of Southern California, esperto di farmaci anti-osteoporosi di fama internazionale.

Il team del professor Luca Giuseppe Dalle Carbonare dell’Università di Verona ha infine dimostrato sia la positiva attività biologica della nuova molecola nel rallentare l’azione degli osteoclasti, le cellule dell’osso deputate al suo riassorbimento la cui azione eccessiva è causa dell’osteoporosi, sia della possibilità di visualizzarla all’opera mediante la sua fluorescenza di colore rosso.

Enrico Costa