Isole fluttuanti nell'immaginario europeo

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Un viaggio tra le isole europee, ricostruendone la storia da una doppia prospettiva: i pensieri degli stessi isolani da un lato, gli atteggiamenti della “terraferma” dall’altro. La ricerca di Deborah Paci, partita dalla sua Sicilia, ha riguardato Corsica e Malta, comprende le isole Gotland e Ẳland del Mar Baltico e punterà presto su Cipro e Corfù.

Dai suoi “studi insulari” emergono carattere e unicità di questi luoghi, ma anche immaginario e problemi che accomunano la storia recente delle popolazioni insulari. Assegnista di ricerca al Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, Deborah Paci è tra i vincitori del Premio alla Ricerca per giovani ricercatori assegnato da Ca’ Foscari nel 2015, grazie al quale completerà la sua prossima pubblicazione, in inglese, sulle “isole fluttuanti”, tra indipendentismi e poteri continentali.

“Per studiare un’isola metto a confronto l’autorappresentazione, cioé i documenti prodotti localmente, con la rappresentazione che ne fanno i provvedimenti delle istituzioni esterne che di quell’isola si interessano - spiega la ricercatrice cafoscarina - Emerge, ad esempio, come rivendicazioni insulariste del passato vengano rielaborate nell’attualità, e, viceversa, come l’Europa abbia cambiato atteggiamento nei confronti delle proprie isole negli ultimi decenni, accorgendosi della loro presenza”. L’approfondimento sulla geopolitica delle isole europee, dunque, potrebbe guidare scelte future: “Anche le migrazioni rendono evidente come sia urgente capire il ruolo degli spazi insulari nella politica comunitaria”.

Guardando alla storia del Novecento, Deborah Paci studia le tensioni tra continente e isole, ad esempio, nella sua prima monografia, all’epoca delle aspirazioni irredentiste del Fascismo nei confronti di Malta e Corsica: “Il regime si scontrò con l’atteggiamento insularista, conservatore. La popolazione non avrebbe mai accettato uno statuto simile a Sicilia o Sardegna. Gli isolani, per quanto filoitaliani, si sentivano innanzitutto corsi e maltesi”.

Più a Nord, nel Baltico, la ricercatrice ha poi incontrato la singolare storia dell’arcipelago Åland, politicamente finlandese ma culturalmente e linguisticamente svedese. Tra le Guerre Mondiali gli isolani ricorsero al plebiscito per riunirsi alla Svezia, ma intervenne la Società delle Nazioni per redimere pacificamente la questione ed evitare un conflitto nel Baltico, garantendo l’autonomia e rendendo lo svedese lingua ufficiale nell’arcipelago. La storia delle isole contese sarà contenuta nel prossimo libro di Deborah Paci.

Proprio le implicazioni geopolitiche dell’immaginario insulare mediterraneo e baltico sono al centro di un progetto interdisciplinare, “Spaces of expectation”, condotto da studiosi di Ca’ Foscari (la stessa Paci e il professor Rolf Petri) e dell’università Södertörn di Stoccolma grazie a un finanziamento della Foundation for Baltic and East European Studies. Oltre agli island e area studies, la ricerca chiama in causa “mappe mentali” e “storia dei concetti”, coinvolgendo studiosi di discipline che vanno dalla storia alle scienze cognitive, dalla geografia alla filosofia.

Proprio su questo progetto di ricerca si terrà il 3 maggio prossimo il Workshop "The Mediterranean Ideas, Connections, Crossings, Risks" (locandina).

Enrico Costa