Anika Millton è una studentessa cafoscarina e frequenta il secondo anno del corso di laurea triennale in Ingegneria ambientale per la transizione ecologica
Ciao Anika, hai capito subito quali erano le tue passioni?
Fin da bambina mi hanno sempre appassionato apparecchi tecnologici come elicotteri e macchine radiocomandate. Ci giocavo spesso con mio nonno, il quale mi ha trasmesso la passione, e ci divertivamo anche ad assemblare pezzi meccanici, per l’ideazione di robot o modellini di aerei. Con il passare del tempo, però, ho cominciato a dedicare meno tempo a questa attività, a causa dell'emergere di nuovi interessi. Nonostante ciò, ogni tanto mi piace ancora riprenderla in mano, e sono convinta che questa passione abbia avuto un ruolo significativo nella scelta del percorso di studio. Tuttavia, nel corso del tempo, ho anche capito che alcune parti di questa attività mi coinvolgevano più di altre. Mi interessano molto i sistemi che riguardano la gestione sostenibile delle risorse e la riduzione dell'impatto ambientale. Questo senso di responsabilità verso il pianeta ha guidato la mia scelta e continua a motivarmi ogni giorno.
Scegliere l'Università, e un corso in particolare, può essere un percorso complicato. Tu come hai fatto?
Essendo uscita da un liceo scientifico, sono sempre stata a contatto con materie di questo tipo. In particolare, avendo scelto l’opzione scienze applicate, ho avuto l’opportunità di approfondire, oltre alle materie matematico-fisiche, materie come chimica e biologia. Posso dire, quindi, di essere sempre stata improntata verso indirizzi scientifici, nonostante non mi siano mai dispiaciute le discipline umanistiche. Durante l’ultimo anno delle superiori, avevo già in mente di studiare ingegneria, ma era ancora dubbiosa riguardo a che indirizzo scegliere. Negli ultimi anni, però, mi sono interessata molto al tema del cambiamento climatico e, quindi, dopo essermi informata meglio rispetto alle materie di studio e alle opportunità lavorative, ho deciso che questo era il corso giusto da intraprendere.
Cosa apprezzi di più del tuo corso di laurea?
Il punto di forza principale è l’unione delle conoscenze ingegneristiche con una comprensione delle, sempre più sentite, problematiche ambientali. Quindi questo percorso universitario punta a garantire una solida preparazione scientifica e ambientale, tali da rendere in grado di affrontare sia i problemi tecnici che le sfide ambientali con un approccio professionale e sostenibile. L’obiettivo della transizione ecologica è, infatti, proprio quello di rilanciare i settori industriali ed economici in un modo più consapevole, che metta in luce la tutela e il rispetto dell’ambiente, tramite strumenti avanzati come, ad esempio, il GIS e i sistemi di monitoraggio ambientali. Un altro aspetto rilevante è l’elevata occupabilità che garantisce questa laurea. Ormai, essendo il tema climatico molto sentito e discusso, il mondo del lavoro sta iniziando a concentrarsi sempre di più nella formazione di persone che siano in grado di gestire queste criticità. Per cui comprendere e gestire le sfide normative e gestionali legate alle nuove politiche energetiche e ambientali in continua evoluzione, è fondamentale. Infine, non è da dimenticare l’approccio internazionale di questo corso, che insegna a operare in contesti globali.
Cosa significa per te fare parte della comunità cafoscarina?
Significa partecipare a una serie di attività che vanno oltre la sola frequentazione delle lezioni, ma includono anche aspetti relazionali e culturali. Ca’ Foscari offre la possibilità di condividere valori come la ricerca della conoscenza, incontrare persone con background culturali diversi, e sviluppare competenze in ambito interdisciplinare. Ritengo, quindi, che far parte di questa comunità offra la possibilità di stabilire connessioni significative e di sviluppare un proprio pensiero critico.
Quali sono i tuoi 'luoghi del cuore' della vita universitaria?
Uno dei luoghi che preferisco è decisamente la caffetteria, così come i cortili del campus scientifico. Si tratta di spazi in cui studenti e studentesse possono incontrarsi e discutere e che favoriscono l’interazione, o dove ci si può semplicemente rilassare. Quindi luoghi in cui si stringono amicizie e si scambiano idee, diventando punti di riferimento per la quotidianità universitaria. Un altro è la biblioteca, o le aule studio, dove è possibile concentrarsi e fare ricerche, anche grazie ai libri che possono essere presi in prestito.
Hai una passione che coltivi grazie all'esperienza universitaria?
Ho iniziato quest’anno è il ruolo di rappresentante AQ (Assicurazione Qualità). Mi sono sentita subito in dovere personale di cogliere questa opportunità, che mi dà la possibilità sia di contribuire a creare un clima universitario più coinvolgente e sano, ma anche di fare nuove conoscenze. Anche organizzare aperitivi con gli altri rappresentanti in cui possiamo discutere delle varie problematiche ma anche conoscerci.
Qualche consiglio per le nuove matricole cafoscarine?
Innanzitutto, di usufruire delle strutture che offre l’università, come biblioteche o aule studio. Questi, infatti, sono luoghi in cui puoi concentrarti e studiare durante le ore libere, o in generale durante la giornata. Consiglierei anche di partecipare alle attività universitarie, come associazioni o conferenze, che possono essere una bella opportunità sia per la crescita personale sia per fare nuove conoscenze ed esperienze. Ritengo, poi, che non sia da sottovalutare la costruzione di rapporti con i propri compagni e compagne di corso. Spesso ci si può confrontare sui problemi e in gruppo si riesce a venirne a galla, o anche solo ci si può rilassare e parlare durante le pause. In più considero molto utile fare domande ai professori o ai tutor, anche andando ai ricevimenti, in quanto è normale che certi argomenti non siano immediatamente comprensibili. Infine, è importante godersi l'esperienza universitaria, e non viverla come un semplice obbligo di studio, ma come un percorso che può arricchire e lasciare qualcosa di significativo. Quindi consiglio di affrontare questa fase della vita con curiosità, traendo il massimo da ciò che viene offerto e cercando spunti interessanti che possano accompagnare anche oltre questo percorso.
Dove ti vedi tra 10 anni?
Mi vedo impegnata a lavorare come ingegnere ambientale in un contesto internazionale. Mi piacerebbe essere coinvolta nello sviluppo di soluzioni innovative per contrastare il cambiamento climatico, anche partecipando a iniziative in diverse parti del mondo, e contribuendo a progetti di sostenibilità e gestione delle risorse naturali.