Ca’ Foscari nel progetto Interreg Digital Plan: sensori IoT biodegradabili

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Scientif38, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Un monitoraggio ‘real time’ di incendi e valanghe, grazie a una rete di sensori con tecnologia ‘Internet of Things’ (IoT) che dialogano con una mappa interattiva e con i piani di emergenza digitali, facilmente consultabili da cittadini, cittadine e da chi si occupa di sicurezza. Questo è il progetto Digital Plan (Civil Protection Plan Digitalization through Internet of Things Decision Support System based Platform) finanziato nell’ambito del programma di cooperazione INTERREG Italia - Croazia, di cui GAL Molise verso il 2000 è capofila. I partner del progetto sono: il Parco Nazionale della Maiella, il Comune di Fermo, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l'Agenzia di sviluppo rurale di Zara, il Comune di Dubrovnik, l’Università di Spalato, e RERA, istituzione pubblica per il coordinamento e lo sviluppo di Spalato-Dalmazia.

Il team di ricerca dell’Università Ca’ Foscari Venezia, composto dai docenti Giovanni Antonio Salvatore e Domenico De Fazio del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi, si occuperà della parte sensoristica, che prevede lo sviluppo dei sensori e l’assistenza ai partner nell’installazione e nei test preliminari.

“L’obiettivo del progetto è una migliore gestione dei disastri ambientali - spiega il Giovanni Antonio Salvatore, docente di Elettronica. - I nostri sensori affiancheranno quelli tradizionali, già presenti sul territorio molisano, e forniranno informazioni aggiuntive agli enti che gestiscono le emergenze. Prendiamo ad esempio il rischio valanghe: due sensori tipici sono quelli per misurare il livello della neve e la temperatura.  Due parametri  fondamentali che se monitorati in maniera dinamica e quasi continuativa, possono contribuire a prevedere un aumento del  rischio. I nostri sensori IoT, sono in grado di acquisire dati, comunicare al ‘cloud’ e comunicare tra loro. Si aggiungeranno a quelli presenti, e invieranno il monitoraggio dei parametri dinamici a una piattaforma online, facendo scattare l’allerta quando i valori registrati superano i livelli soglia stabiliti. Per la prima volta, inoltre, testeremo sensori biodegradabili in uno studio ambientale. L’aspetto ‘green’ di questi componenti è ancora poco sperimentato a livello commerciale, ma costituisce un valore importante per il territorio anche considerando l’elevato numero di sensori che verranno installati." 

Sono già iniziati i lavori della prima fase dei progetto, che consistono nell’analisi dei principali rischi per il territori coinvolti e nell’individuazione delle tecnologie più appropriate per supportare la gestione dell'intervento durante le emergenze.

Federica Scotellaro