Quasi un miliardo di persone si preparano a votare il nuovo Governo indiano, in carica per i prossimi 5 anni. Riccardo Campana è uno studente cafoscarino di Lingue e Civiltà dell'Asia e dell'Africa mediterranea, che da luglio 2023 è in India per studiare giornalismo alla Bennet University di New Delhi, una delle Università partner di Ca' Foscari. Ecco cosa ci ha raccontato di uno degli eventi elettorali più imponenti al mondo.
"Dal 19 aprile al 1° giugno 2024 avranno luogo in India le elezioni generali (le diciottesime dall’Indipendenza del Paese nel 1947) per decidere la formazione del Governo che si insedierà al potere fino al 2029. I due principali schieramenti candidati a questo importante compito sono la Na-tional Democratic Alliance (NDA), guidata dall’attuale Primo ministro Narendra Modi a capo del Bharatiya Janata Party (BJP, traducibile come Partito Popolare Indiano), e l’Indian National Deve-lopmental Inclusive Alliance (INDIA), formazione che raccoglie tutti i partiti d’opposizione, con a capo l’Indian National Congress (INC) guidato da Rahul Gandhi.
Il Congress è stato il partito che ha guidato l’India sin dall’Indipendenza. Di stampo liberal-socialista, almeno nei primi decenni, il partito è stato un punto di riferimento monolitico e secolare per la politica indiana fino ai primi anni ’90. In quel periodo infatti il Paese, all’inizio del suo boom economico, assistette alla nascita di un sentimento nazionalista-religioso, le cui forze sono state catalizzate proprio dal BJP.
Le elezioni
I cittadini si recheranno alle urne in sette fasi (19, 26 aprile; 7, 13, 20, 25 maggio e 1° giugno) a seconda delle rispettive regioni di provenienza e saranno chiamati a votare i 543 membri della Lok Sabha (camera bassa). Come ormai avviene dal 2004, gli elettori potranno esprimere le proprie preferenze attraverso le electronic voting machines (EVMs), dispostivi atti a mostrare i nomi del partito e del candidato proposto per quella determinata sezione di territorio chiamata constituency. Ad ogni constituency corrisponde infatti un membro della Lok Sabha. I risultati finali verranno annunciati il 4 giugno.
Oltre ad avere un immenso numero di votanti (attualmente in India sono all’incirca 970 milioni gli aventi diritto), queste elezioni sono forse le più contestate della storia dell’India dopo la rielezione di Indira Gandhi nel 1980.
A seguito infatti di una serie di accuse e sentenze per mancati pagamenti di tasse, l’INC si è visto congelare parte dei propri conti bancari (circa 25 milioni di dollari) senza i quali il partito sta incontrando non poche difficoltà a finanziare la campagna elettorale. Un altro ‘sgambetto’, se così si può definire, nei confronti dell’INC è stato l’arresto, avvenuto lo scorso 21 marzo, di Arvind Kejrival, Chief Minster (massima carica all’interno di ogni stato della federazione) dello stato di Delhi e uno dei principali esponenti dell’opposizione. Questi due eventi, avvenuti proprio a ridosso delle imminenti elezioni, hanno suscitato dissenso in molti cittadini e attivisti internazionali che hanno condannato tali azioni come una mossa da parte dell’attuale Governo per mettere del tutto fuori gioco i propri avversari.
È tuttavia doveroso far notare che l’opposizione appariva già molto svantaggiata anche prima di queste sentenze. Non a caso il BJP, che nel 2019 vinse con il 37,4% delle preferenze, è dato vincitore da tutti i sondaggi, ciò grazie alla sua capacità di accumulare negli anni innumerevoli consensi da parte di tutte le fasce della popolazione.
Il ruolo della tecnologia
Uno dei principali canali su cui si basa il successo del partito è sicuramente quello tecnologico. Il BJP grazie infatti ai social media e a numerose altre campagne promozionali sui diversi sistemi di informazione è riuscito ad ottenere un’enorme presenza in qualunque spazio digitale.
Per questa campagna elettorale, il partito color zafferano (così è chiamato il BJP sulla stampa internazionale. Il color zafferano, che è anche il colore indossato dai sadhū, rappresenta la religione indù) ha creato un’app, chiamata ‘Saral’, il cui fine è proprio quello di connettersi al meglio con i propri elettori. Attraverso quest’app — che a metà aprile conta più di un milione di download secondo il Play Store ma più di tre milioni secondo altre fonti — i cittadini, dopo aver inserito buona parte dei propri dati personali come nome, indirizzo, professione, religione, casta e altri, potranno accedere a numerose notizie riguardo il Partito e la campagna elettorale. Scopo dell’app, inoltre, è anche quello di informare gli elettori di eventuali comizi e dare la possibilità di registrare la loro presenza a tali eventi. Attraverso quest’app, l’obiettivo del BJP è così quello di ottenere il maggior numero possibile di dati sulla popolazione in modo tale da poter creare campagne elettorali ad hoc per ogni località e per ogni comunità di cittadini. Ciò ha causato lo sdegno dell’opposizione e di molteplici associazioni che hanno denunciato come una pratica elettorale del genere sia del tutto ‘sleale’ e possa creare un pericoloso precedente per l’intero processo democratico, soprattutto perché il partito di Modi ha preso possesso di questi dati grazie al potere acquisito dopo una decade al governo.
L'opposizione
Dall’altra parte l’opposizione si trova in una situazione del tutto diversa. Il Congress (così è normalmente chiamato lo storico Indian National Congress), dimostratosi impotente dopo le ultime elezioni dove vinse solamente 52 seggi (considerando che ne servono almeno 55 per essere considerati ufficialmente un partito d’opposizione), nel giugno 2023 ha formato appunto la coalizione INDIA riunendo attorno a sé tutti i partiti non favorevoli a Modi.
Tuttavia, nonostante siano accomunati da un obiettivo comune, cioè porre fine al governo del BJP, i partiti all’interno di questa coalizione sono caratterizzati anche, e soprattutto, da ideologie e pratiche troppo diverse le une dalle altre, cosa che ne mina profondamente l’unità e la stabilità. Il recente blocco dei fondi è poi stato il colpo di grazia per un partito che, a tutti gli effetti, sembra essere arrivato alla fine della sua lunga parabola storica. Dopo circa sessant’anni di governo praticamente ininterrotto, il Congress, così come l’intera sinistra indiana, si trova in una situazione di declino che dal 2014 ha ridotto l’allora partito del Pandit Nehru (1889-1954) e del Mahatma Gandhi (1869-1948) ad una posizione decisamente più bassa rispetto all’effettiva opposizione.
Le sfide del futuro
Al di là di chi sarà il vincitore, il risultato di queste elezioni segnerà una tappa cruciale per la storia futura dell’India, soprattutto riguardo la posizione che il Paese ricoprirà a livello internazionale negli anni a venire. Con la presidenza del G20 nel 2023, la crescita stabile del PIL dal 2010 e i profondi cambiamenti geopolitici a livello globale di cui stiamo assistendo gli sviluppi in questi ultimi anni, l’India sta pian piano assumendo una posizione da leader per il prossimo futuro.
Al contempo è doveroso però ricordare che chi, a partire dal prossimo giugno, si siederà al governo di questo immenso e complesso paese dovrà scontrarsi anche con importanti sfide, tra le quali disoccupazione (al 5,4% nel 2022/23), inflazione (ad oggi al 4,85%) e uno sviluppo più equo rappresentano le maggiori preoccupazioni.
Da ultimo, ma non di minore importanza, la recente inaugurazione del Rām mandir (tempio dedicato alla divinità indù Rām) ad Ayodhya ha nuovamente posto i riflettori sulla non più dilagante ma ben affermata ideologia hindutvā (nazionalismo religioso militante di stampo hindū) e quindi sul complicato rapporto tra la dominante comunità indù e le minoranze religiose del Paese, in particolare quella musulmana che da anni si trova in una situazione di crescenti tensioni e di forti ed evidenti discriminazioni."
Testo di Riccardo Campana