Crisi d'impresa: un convegno a Ca' Foscari tra nuove norme e tutela del diritto

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La Commissione per la riforma delle procedure concorsuali, istituita nel 2015 dal Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, ha terminato i lavori ed il Governo ha presentato alla Camera dei Deputati il relativo disegno di legge, che dovrebbe essere approvato entro l’anno.

Molte le modifiche che riordinano in profondità la legge fallimentare del 1942, già destinataria di ripetuti interventi, anche recenti, del legislatore. Il sistema prevederà solo due soluzioni in caso di default: o la conservazione dell’attività aziendale o la sua liquidazione.

La riforma interviene su tutte le procedure concorsuali, dal fallimento al concordato, dall’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi alla liquidazione coatta amministrativa, dando sistemazione anche al sovraindebitamento del consumatore e riguarda persone fisiche e giuridiche, gruppi, cooperative, associazioni, fondazioni, onlus, enti ecclesiastici, banche, assicurazioni, società partecipate pubbliche, società in house, escludendo solo gli enti pubblici.

L’Ufficio Studi del Ministero della Giustizia fornisce i seguenti dati per il 2015: pendenti 93567 fallimenti, 41027 istanze di fallimento e 14472 quelli dichiarati, con una durata media dei procedimenti di 15,4 anni a Messina e 4,7 anni a Trento.

Ne discuteranno durante il convegno del 10 giugno giuristi, magistrati, avvocati e commercialisti in massima parte componenti della Commissione Ministeriale, economisti, politici, Confindustria e Associazione Bancaria Italiana.

Di rilievo il  parterre dei partecipanti, tra i quali il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, il vice-ministro dell'Economia, Enrico Zanetti; il Direttore generale dell'ABI, Giovanni Sabatini, l’assessore al lavoro e alle politiche per la reindustrializzazione della Regione del Veneto Elena Donazzan e giudici della Corte di Cassazione, giuristi insigni componenti della Commissione ministeriale che ha predisposto il testo della riforma, il presidente del Consiglio Nazionale dottori commercialisti di Venezia, Gabriele Andreola.