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Umrao Jaan - "Ti rifaccio"

India

L’impostazione del film riduce una creazione letteraria intrigante e provocatoria a una melensa storia d’amore tra una dolente “vittima della sventura” e, sul solco verdiano, un amante “cieco, vile, misero”, ferito nell’orgoglio e incapace di distinguere il vero dal falso.

Regia, produzione, montaggio e sceneggiatura: J.P. Dutta; produzione: JP Films; adattamento: O.P. Dutta, dal romanzo Umrao Jaan Ada, di Mirza Muhammad Hadi “Rusva”; dialoghi: O.P. Dutta; fotografia: Ayananka Bose; scenografia: Bijon Das Gupta; musica: Anu Malik; testi: Javed Akhtar; coreografia: Vaibhavi Marchant; interpreti: Aishvarya Ray (Umrao Jaan), Abhishek Bachchan (Navab Sultan Khan), Shabana Azmi (Khanam), Sunil Shetti (Navab Faiz Ali), Himani Shivpuri (Bua Husaini), Kulbhushan Kharbanda (Maulvi Sahab), Puru Rajkumar (Gauhar Mirza); Divya Dutta (Bismillah), Ayesha Jhulka (Khurshid). Urdu-hindi/colore/188’, anno 2006.

Siamo nella seconda metà del XIX secolo. Il famoso scrittore Rusva, mentre si trova da un amico, sente provenire da una casa vicina il canto di una donna, la cortigiana-poetessa Umrao Jaan, ormai ritiratasi dalla professione. Il canto e la voce sono così dolenti e mirabili che spingono lo scrittore a bussare alla porta di Umrao Jaan, che lo conosce di fama e accetta di raccontargli la sua storia: la storia di Amiran, una bambina di nove-dieci anni, che viveva a Faizabad con il fratellino Jamal, la madre e il padre, custode di un mausoleo. Dilavar Khan, un losco individuo che era stato condannato ad alcuni anni di carcere in seguito alla testimonianza del padre di Amiran, l’aveva rapita e venduta a Khanam Jaan, maîtresse di un raffinato kotha  (“bordello”) di Lakhnau. Amiran, ribattezzata Umrao, era stata affidata alla matura ex-cortigiana  Bua (“zia”) Husaini e al suo compagno, l’anziano poeta Maulvi (= dotto musulmano) Sahab, che si erano affezionani subito a lei. Come le cortigiane di alto rango, Umrao era stata educata nelle varie arti – musica, canto, danza, poesia – rivelando un talento straordinario. Divenuta una bellissima donna, aveva dato la prima prova delle sue doti artistiche durante una festa in casa di un aristocratico. L’esibizione era stata sommamente apprezzata dai presenti, soprattutto dal figlio dell’ospite, il Navab Sultan, il cui fascino aveva fatalmente colpito la giovane cortigiana. Dopo l’esibizione, era arrivato per lei, ancora vergine, il momento di iniziare anche la parte erotica della professione. Il primo cliente era stato il Navab Sultan, e anche l’unico: come molte cortigiane di grido,  anche Umrao poteva, dietro ingente compenso al kotha, essere proprietà esclusiva di un cliente. Tra i due giovani era nato un grande amore; gli incontri, tuttavia, avvenivano in casa di un amico del Navab Sultan, dopo che questi aveva ucciso un cliente colpevole di aver infastidito l’innamorata. L’idillio aveva suscitato ben presto le ire del padre del Navab Sultan, che l’aveva diseredato e allontanato da casa in seguito al suo rifiuto di troncare la scandalosa relazione. Senza risorse, il giovane aveva trovato rifugio presso Umrao, ma anche da qui era stato allontanato da Khanam Jaan, ben attenta alle finanze del suo kotha. Alla fine, il Navab Sultan, con la promessa di tornare, era partito per Garhi, ospite dello zio. Nel frattempo, di Umrao si era  innamorato follemente il Navab Faiz Ali, un giovane uomo dalle maniere arroganti, che aveva cercato di averla con la forza, senza tuttavia portare a compimento il tentativo. Qualche tempo dopo, Faiz Ali le aveva proposto una ‘vacanza’ di un mese a casa sua, che si trovava sulla via di Garhi. Sentito questo, Umrao aveva accettato, con il permesso di Khanam Jaan, alla quale Faiz Ali aveva offerto un cospicuo compenso. Lungo la via, Faiz Ali, in realtà un pericoloso bandito, era stato assalito e catturato dalle forze dell’ordine della regione e portato, con Umrao, alla prigione di Garhi, dove il Navab Sultan fungeva da giudice. Faiz Ali , non potendo tollerare di perdere anche su quel fronte, aveva fatto credere al rivale di aver comprato i favori sessuali di Umrao.  Quando la giovane era corsa ad abbracciare l’amato, questi l’aveva respinta, accusandola di infedeltà, e l’aveva rimandata a Lakhnau. Anche questa città, intanto, era stata raggiunta dalla grande rivolta anti-inglese del 1857. Umrao, con le altre cortigiane, aveva lasciato il kotha per luoghi più sicuri, arrivando a Faizabad. Qui era venuta a sapere della morte del padre da un aristocratico che l’aveva invitata ad esibirsi durante un matrimonio a casa sua. Affranta, aveva deciso di tornare a rivedere la sua vecchia casa e qui aveva incontrato la madre, che prima l’aveva abbracciata e poi allontanata tristemente. A respingerla con durezza, per paura della vergogna che sarebbe derivata dal riconoscimento, era stato invece Jamal, il fratello che Umrao aveva tanto amato da bambina. Prima della sua performance, al matrimonio, Umrao aveva udito i pesanti commenti ironicia al suo riguardo da parte di alcuni invitati; aveva cantato allora tutto il suo dolore, lasciando gli astanti muti di commozione. Il giorno dopo se n’era andata per sempre da Faizabad. Così – dice la cortigiana a Rusva – finisce anche la sua storia.

Cecilia Cossio