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Sulle tracce di Pasolini - conversazione con Satō Hisayasu

Giappone

Conversazione con il regista Satō Hisayasu circa la sua passione per Pasolini: le idee, lo slancio politico, la peculiare visione dell'uomo.

SULLE TRACCE DI PASOLINIConversazione con Satō Hisayasu

Satō Hisayasu è nato a Shizuoka City nel 1959. Al cinema è arrivato da ragazzino, attraverso un fratello maggiore, iniziando poi subito a girare filmini in super 8 con gli amici. Diploma al Collegio di arti industriali di Tōkyō come fotografo, frequenta il dipartimento cinematografico della stessa scuola e nell'82 è assistente alla regia di Shishi. Nell'85 gira il suo primo film, e oggi è arrivato a 47 titoli. Particolarmente riuscita la sua collaborazione con lo scrittore Yumeno Shiro, autore della maggior parte delle sceneggiature. Hisayasu viene considerato una punta dell'avanguardia culturale delle nuove generazioni.
 


Da cosa nasce la tua passione per Pasolini che citi in Muscle?
In realtà conosco molto poco di Pasolini, perché le sue opere non sono state tradotte in Giappone, a parte qualche film e una biografia. Dunque non riesco a mettere a fuoco molto bene neppure il suo background politico, anche se sto lavorandoci per il mio prossimo film. In Muscle ci sono alcuni riferimenti alla sua morte e ad alcune sue opere, per esempio Teorema. Ma l'idea mi è venuta partendo dalla storia, da questa passione terribile tra i due uomini. È vero pure che nel mio lavoro mi sento molto vicino al suo modo di porsi in relazione con la contemporaneità, con il sociale e con l'essere umano.

È quindi il bisogno di fondare una critica sociale esplicita?
La battaglia politica intesa come movimento studentesco, lotte di piazza appartiene più agli anni Sessanta. La generazione precedente la nostra, ovvio non quella dei nostri padri, era molto più attiva politicamente e questo segna una profonda differenza. Noi siamo cresciuti con la televisione e tutte quelle esperienze ci sono arrivate più come un serial tv che come realtà storica. Loro però hanno subìto una pesante sconfitta: il governo conservatore li ha massacrati. Questo ha fatto sì che si chiudessero, diventando individualisti, lontani da tutto... Noi come dicevo, in particolare quelli più giovani, siamo cresciuti in una certa logica di consumi, coi videogame, e tutto il resto. A un certo punto però devi scegliere.

Cosa significa?
Chiaramente varia secondo le esperienze personali. Non si può riassumere il rapporto con la tua società, la tua cultura in poche battute. E neppure si deve generalizzare perché l'esperienza personale è molto importante. A volte si ha l'impressione di una grande solitudine: la gente parla poco, scivola sulle cose. È che di fondo in superficie tutto deve essere sempre perfetto. E poi invece ci sono fin troppi fantasmi irrisolti, il rapporto con la tecnologia, col progresso, i ritmi di vita, il ruolo del piacere, la libertà di ognuno...

C.P