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Stage sister

Cina

Mitico film rivoluzionario, diretto dal veterano Xie Jin. È uno degli ultimi film girati a Shanghai prima della rivoluzione culturale. Rimasto pochissimo sugli schermi, riappare nel 1979 per ottenere un enorme successo popolare.

STAGE SISTERSWutai jiemei di Xie Jin

Cina, 1965, col
Con: Xie Fang, Cao Yindi, Shanguan Yunzhi, Feng Qi, Gao Aisheng
 

 

Mitico film rivoluzionario, diretto dal veterano Xie Jin (già autore di Girl Basketball Player n°5 e Red Detachment of Woman).

Il film si apre con maestose scene di massa in un villaggio del sud della Cina nel 1935; tutta la popolazione assiste ad uno spettacolo tradizionale di una troupe femminile di opera. La telecamera solenne riprende lo splendore dei costumi, i colori della natura, la grazie delle attrici sulla scena. Una ragazza fugge (da un matrimonio forzato con un potente locale) nella calca, e si rifugia dietro le quinte. La compagnia la scopre, ma decide di adottarla e insegnarle l'arte operistica. Chunhua, questo il suo nome, stringe sincera amicizia con la figlia del direttore della troupe, Hongyue. Le due diventano inseparabili, sulla scena e fuori. La compagnia attraversa la Cina intera, e il regista filma con piacere evidente le manifestazioni più sontuose della natura (fiumi, monti, neve...) e l'uomo che, piccolo ma caparbio, la attraversa. A Hangzhou le ragazze devono recarsi nella magione del potente locale per una rappresentazione privata; l'uomo ha altre intenzioni, e la troupe si ribella, causando a Chunhua una tremenda punizione: la ragazza resta legata a un palo sotto il sole cocente, colpevole di aver offeso la polizia e i potenti locali. Si tratta d'una immagine iconica, che apre anche Red Detachment of Woman: la ragazza legata e frustata è il simbolo dell'oppressione feudale.

Dopo la morte (1941) del padre di Hongyue le due ragazze si trasferiscono a Shanghai. La città che stigmatizza tutti i mali della Cina è ritratta con tonalità grigio spente; i palazzi incombono oscuri, il fiume si intravede a tratti brumoso e scuro, il traffico è minaccioso. Le ragazze diventano un successo immediato nel teatro gestito dal malvagio Tang (il film è lombrosiano). La fama porta con sé dei miraggi, e l'unione sacra delle due ragazze è destinata a infrangersi. Hongyue è infatti sempre più attirata dalle gioie materiali: si fa offrire gioielli e pellicce, esce a cena con i potenti, si concede a Tang fino a sposarlo, senza amore. Chunhua la mette in guardia ripetutamente contro il mondo corrotto e superficiale della Shanghai moderna, che usa le persone e le getta via quando non sono più utili, in una logica capitalista. Questa è simboleggiata dalla storia della ex-vedette del teatro. Sfruttata da Tang, ora che le nuove ragazze sono arrivate è messa da parte e confinata a ruoli umilianti. La donna sprofonda in un muto dolore sino a togliersi la vita sul palco. Questo evento porta all'incontro tra Chunhua e una giovane giornalista dalle labbra sottili, che spiega alla nuova amica che Tang e la sua cricca non sono che la punta dell'iceberg dell'oppressione capitalista e imperialista. Comincia così il suo apprendistato comunista; visita le mostre di artisti locali e legge (ha imparata a leggere, nel frattempo) riviste progressiste. Soprattutto in una mostra la colpisce il quadro di una donna anziana e curva, che rappresenta il personaggio della celebre novella di Lu Xun "Il sacrificio dell'anno nuovo", incarnazione dell'umile che deve sopportare le vessazioni del sistema feudale e della vecchia società. Al corpo della vecchia ritratta nel quadro si sovrappongono le immagini di Chunhua legata al palo e di una ragazza, che porta il suo stesso nome, incontrata nel medesimo villaggio, oppressa pure lei dalla società e costretta alla schiavitù. Chunhua, divenuta il capo spirituale della compagnia, decide di mettere in scena una versione cantata della novella. Lo spettacolo ha un successo immediato, ma viene interdetto dal governo nazionalista. Chunhua è vittima di un attentato, senza conseguenze. Ma al processo Tang, che ha orchestrato il misfatto, seguendo ordini superiori tenta di fare passare il delitto politico come rivalità tra vecchie amiche: costringe (una sequenza molto bella: l'uomo parla, Hongyue è di spalle, poi il controcampo la mostra con il labbro insanguinato e le tracce inequivocabili di uno schiaffo) la moglie a testimoniare che è stata lei la mandante, per gelosia. Chunhua capisce tutto e fa un lungo discorso che porta lo scompiglio in aula. La drammaticità della sequenza è ulteriormente sottolineata dalla canzone operistica che accompagna le immagini; nei momenti pregnanti la melodia extradiegetica interviene a punteggiare il testo.

E poi si passa al 1950, e i colori tornano a risplendere: striscioni maoisti, bandiere, coccarde... "adesso, tutta la Cina è il nostro palco" dice l'amica di Chunhua. Le sequenze finali chiudono il cerchio: la compagnia, che mette in scena la mitica opera rivoluzionaria White-Haired Girl, arriva a Hangzhou, città che era stata teatro, all'inizio, dell'umiliazione di Chunhua. La ragazza, che ora ha compiuto con successo il percorso iniziatico che l'ha portata alla presa di coscienza marxista, cerca la vecchia amica; non la trova, ma nella sua camera vede appeso una foto che le ritrae insieme. Lo spettacolo è un successo, e il pubblico grida, come la protagonista, "vendetta! Vendetta!". Dietro le quinte Chunhua è raggiunta dalla sua omonima, che la felicita; la ragazza, che durante il supplizio, anni prima, le aveva portato una tazza d'acqua, prima rappresentava il proletariato sottomesso, e ora è libera. Chunhua incontra anche Hongyue, che ha capito i suoi errori ed è pentita del suo comportamento. Le due ragazze si abbracciano. L'ultima sequenza le vede sedute insieme sulla barca che le porta verso nuovi spettacoli; Hongyue rinnova il suo atto di contrizione, Chunhua la sua volontà di dedicarsi interamente alle opere rivoluzionarie, e poi la barca scorre via e la telecamera si alza e l'osserva mentre passa sotto un ponte e poi si allontana verso un radioso orizzonte.

È uno degli ultimi film girati a Shanghai prima della rivoluzione culturale. Rimasto pochissimo sugli schermi, riappare nel 1979 per ottenere un enorme successo popolare.

Ideologicamente corretto, questo film rappresenta il "modello Xie Jin", ovvero quell'atteggiamento che mescola il melodramma popolare, la denuncia alle oppressioni della società (nel suo Hibiscus Town 1986, Xie Jin racconta le soverchierie degli elementi corrotti e fanatici del partito durante la rivoluzione culturale), la morale confuciana, il tutto fuso in una messa in scena elegante e sobria, narrativamente fluida e immediata, solenne e ritmata; questo caratteristico approccio ha permesso a Xie Jin di restare per decenni un cineasta sempre attivo, gradito al governo e amatissimo dal pubblico.

Corrado Neri