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Spring on earth

Cina

Nonostante finisca con l'inevitabile marcia verso l'avvenire, il film contiene un forte messaggio pacifista che, ripetuto in Life of Wu Xun, causerà la rovina del regista ai tempi comunisti.

SPRING ON EARTH
Chun dao renjian

Sun Yu
Cina, 1937, b/n
Con: Chen Yanyan, Mai Xi, Shang Guanwu, Li Jiqun, Han Langen

Film sonoro. Non è il capolavoro di Sun Yu, ma contiene interessanti elementi tematici che ricorrono nei suoi film. Si narra dell'amore tra un giovane battelliere e una serva durante gli anni venti, all'alba della marcia verso il nord per la riconquista della Cina. È a questo esercito che i due protagonisti, colti nel caos del paese durante le guerre civili dei signori della guerra, si uniranno per combattere la guerra che "porrà termine a tutte le guerre".

Nonostante finisca con l'inevitabile marcia verso l'avvenire (Crossroads, Big Road), il film contiene un forte messaggio pacifista che, ripetuto in Life of Wu Xun, causerà la rovina del regista ai tempi comunisti.

Sono, in particolare, gli attori che deludono e che hanno fatto dimenticare il film. Al contrario di altre pellicole di Sun Yu, qui i due sono piuttosto legnosi e non riescono a sviluppare l'innocente sensualità che il regista vorrebbe esprimere. Leitmotiv del film è il sorriso: lui ride sempre, vede il lato positivo della vita; mentre lei piange in continuazione (la padrona la frusta senza pietà tutti i giorni); più di una sequenza mostra il bellimbusto che tenta di portare il sorriso sulle labbra increspate della ragazza (Chen Yanyan, che in Big Road interpreta la parte della figlia dell'oste), ma questa abbozza solo una smorfia sofferente. Di segno opposto, eppure il forzare un sorriso su un volto che soffre ricorda le prostitute di Shanghai forzate al sorriso dalle loro padrone (Dawn).

Lo stile di Sun Yu firma sequenze visivamente impressionanti nelle battaglie e nella natura, fiori di ciliegio ovunque, i canali della Cina misteriosi ed intimi. E poi la guerra, quando i soldati di schieramenti opposti, all'insaputa dei loro generali, si ritrovano tra le trincee a chiacchierare e confrontare le paghe: forte denuncia delle eterne guerre intestine che lacerano il paese ed arricchiscono solo chi le vuole, i potenti latifondisti ed i signori della guerra. Un messaggio pacifista con un fondo di speranza per il destino della patria, come canta anche la melodia che accompagna i momenti intimi dei due amanti: "l'inverno è giunto, la primavera non è lontana"

Ed è curiosa la fine: la didascalia conclusiva, che si sovrappone all'esercito che parte alla riconquista del nord, dice wei wan de wan (la fine che non è una fine; oppure: fine – ma la storia non è finita!).

Qui si ripete il manzoniano artificio ricorrente di ambientare la storia negli anni venti, ma la denuncia allo spadroneggiare dei signori della guerra può facilmente venire messa in parallelo con la denuncia all'attuale regime nazionalista, e l'incitamento alla guerra per l'unità nazionale è di grande attualità nella Cina del 1937, prossima allo scontro armato contro gli invasori giapponesi.

Corrado Neri