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Sparkling red star

Cina

L'enciclopedia del cinema cinese lo definisce "rito di passaggio di un ragazzo durate la rivoluzione culturale", di elegante splendore formale.

SPARKLING RED STARShanshan de hongxing di Li Jun, Li ang

 

Cina, 1974, col
Con: Zhu Xinyun, Gao Baocheng, Liu Jiang, Li Xuehong

 

Si tratta di uno dei rarissimi film di fiction prodotti durante la rivoluzione culturale, quando i (pochi) film che si giravano erano balletti filmati di opere rivoluzionarie (v. East is Red e Red Detachment of Woman). Il regista Li Jun (n. 1922) fu uno dei più importanti autori di film rivoluzionari.

L'enciclopedia del cinema cinese lo definisce "rito di passaggio di un ragazzo durate la rivoluzione culturale", di elegante splendore formale. Ebbene, la cosa più stupefacente del film è che appunto non si tratta di un passaggio: il ragazzino Xiaodong non compie nessun passaggio (come invece fa la contadina rivoluzionaria di Red Detachment of Woman): egli è, già dalle prime scene, un combattente comunista e lo resterà fino alla fine, nonostante le dure prove che dovrà affrontare. La giovinezza è mitizzata in maniera sempre più idealizzata, ingenerando un processo culturale per cui il passaggio all'età adulta diventa indesiderabile. La rivoluzione permanente prevede una continua, eternamente rinnovabile giovinezza di spirito e di corpo, poiché il nemico diviene, una volta eliminati gli imperialisti e le scorie della società feudale, il controrivoluzionario che agisce dall'interno con la sua sclerotica, paralitica vecchiaia.

Il film, dal punto di vista della tecnica e della regia, è di scarso interesse: piani larghi sulle masse, piano medio che si chiude con carrello o zoomata in avanti quando il personaggio espone la sua fede maoista, e sequenze di battaglia dal montaggio rudimentale, vago ricordo di opere hollywoodiane con la cara consequenzialità rispettata a dovere.

All'inizio si vede Xiaodong che osserva da lontano nei boschi (questo, forse, ciò che si intende per ‘bellezza elegante'; se non che il contrasto tra le scene girate in studio e gli esterni naturali è fortissimo) l'armata rossa che si avvicina. Il proprietario terriero fugge, ma quando incontra Xiaodong vuol interrogarlo e lo lega all'albero, per poi frustarlo. Il ragazzino non fa una piega, ma lo guarda con odio. Arriva l'armata rossa, con due schioppettate libera il paese, e Xiaodong che comincia ad interessarsi alla stella rossa appuntata sul capo degli eroici soldati. Poi l'armata deve ripiegare, e la madre, per salvare il popolo, si offre di creare una diversione. Xiaodong non vuole partire, e lei "obbedisci a tua madre", e lui non parte, e lei "obbedisci al partito", e così lui se ne va per vedere la madre nella casa accerchiata dai soldati che, dopo essersi aggiustata lo chignon, accetta la morte con un sorriso. La casa brucia, e il bambino con gli occhi lucidi ripete le frasi che lei gli ha detto prima di lasciarlo, sul partito e sul popolo. In questo senso non vi è nessuna crescita: davanti alla morte sul rogo della madre Xiaodong è già un perfetto comunista. Particolare notevole è la figura di Mao, sovente evocata come un dio. Questo il dialogo tra Xiaodong e un altro bambino, commilitone: dobbiamo andare a Yan'an a vedere il presidente Mao – sì, il presidente Mao ci darà della armi! - ma credi che ci riconoscerà? – certo, Mao conosce tutti e sa le cose che ognuno ha fatto – allora, non possiamo presentarci al cospetto di Mao a mani vuote (ovvero, dobbiamo compiere rivoluzionarie azione positive). È qui chiaramente indicata la natura divina, onnisciente di Mao, sempre evocato come una potenza sovrannaturale.

Il giovane Xiaodong si allena così presso l'armata rossa e viene spedito in missione presso un malvagio commerciante. Qui il piccolo fa la spia e rivela il momento in cui l'armata nazionalista sarà fuori città. La regia offre soluzioni di montaggio pedagogiche, rivolte ad un pubblico di illetterati; l'intento è di far arrivare il messaggio forte e chiaro. Per esempio, il mercante dice "non c'è riso" alla folla affamata, e Xiaodong scorge depositi consistenti (che il commerciante riserva alle truppe governative); il ragazzino deve appendere fuori dal negozio il cartello "niente riso oggi", e il regista filma sulla destra del quadro il volto pensoso di Xiaodong, sulla sinistra in sovrimpressione i caratteri "niente riso", e in dissolvenza incrociata le immagini dell'abbondanza di riso.

Le truppe di liberazione arrivano e liberano la città. Il bambino dà fuoco al malvagio che dome russando saporitamente; l'uomo si alza, grida, il piccolo si presenta nome e cognome, "combattente comunista!", e lo finisce a colpi di roncola. Esce dalla casa; "ho ucciso il malvagio feudatario" dice, e il nonno e l'amichetto, pollice alzato, "bene! Bene! Vieni, raggiungiamo lo zio!".

Le ultime sequenze sono ambientate in un campo di fiori rossi: lo zio rivoluzionario mette la stella rossa sul cappello del ragazzo, che estatico sorride, e in quel momento arriva il padre, da tempo combattente a Yan'an. I due si abbracciano, il padre ricorda al figlio che dovrà sempre ricordare di mantenere la retta via rivoluzionaria indicata dal presidente Mao, e il figlio accoglie le sue parole con sguardo deciso e fiero, poi una canzone (qualcuna punteggia il film, extradiegetica) che riprende il titolo del film, e fine.

Inscritto in quadro idilliaco e totalmente utopico, il percorso di Xiaodong non è tortuoso, non è mai attraversato da dubbi, e celebra un ideale già sulla via del tramonto (siamo nel 1974, due anni prima della morte di Mao): la figura integerrima, giovanissima, incontaminata della piccola guardia rossa sanguinaria, devoluta al culto religioso del presidente Mao.

Corrado Neri