Asiamedia

Scout ♀ Man (Pain)

Giappone

Al regista non interessa spiegare i meccanismi che presiedono al funzionamento dell'industria del sesso, ma piuttosto metterne in scena la fascinazione.

Mari e Atsushi, giovane coppia di provinciali, arriva a Tōkyō e si arrangia come puo lavorando ai margini dell'industria del sesso. Niente di particolarmente sordido e soprattutto niente di illegale. Mari viene coinvolta da Kana, che guadagna molti soldi spacciando party tickets e agevolando incontri sessuali fra sue coetanee e maturi signori, mentre Atsushi diventa un procacciatore di attrici per pink movies, i porno giapponesi, espliciti nelle prestazioni anche se impediti dalla censura a mostrare i genitali al lavoro. A contatto di una realtà tanto diversa dalla loro, i due ragazzi restano spaesati, scoprono la gelosia e il loro rapporto si logora fino alla rottura.

Il film è girato a basso costo, ma la tecnica documentaria è qualcosa di più che un espediente per risparmiare denaro. La macchina a mano, il sonoro impreciso e tutte le altre sbavature servono a Masato Ishioka, che viene dai video porno, per nascondere la natura finzionale della propria operazione e accreditarla subdolamente come molto prossima alla realtà. Al regista non interessa spiegare i meccanismi che presiedono al funzionamento dell'industria del sesso, ma piuttosto metterne in scena la fascinazione. Per rendere accattivante il suo teatrino di maliziose mogli dalla doppia vita, ribaldi procacciatori di attrici, viscidi palpeggiatori di ragazzine e manager tutt'altro che limpidi sfrutta sempre di più la pulsione voyeuristica dello spettatore, fino a proporgli le immagini dei porno video riquadrate nei monitor di controllo. E in questa ambiguità naufragano tutti i propositi di fredda e amorale neutralità che la messa in scena esibisce con sospetta insistenza.

Luca Mosso
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