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Red heroine

Cina

Unico episodio rimasto di una mitica serie di tredici, all'epoca virato in rosso, Red Heroine è uno dei primi wuxiapian, e in particolare uno dei primi a vedere come protagonista la donna guerriero, che diverrà icona del cinema cantonese.

RED HEROINE
Hong xia di Wen Yimin

Cina, 1929, b/n
Con: Fan Xuepeng, Xu Guohui, Wang Juqing, Wen Yimin, Chen Qiaxiang
 

 

Unico episodio rimasto di una mitica serie di tredici, all'epoca virato in rosso, Red Heroine è uno dei primi wuxiapian, e in particolare uno dei primi a vedere come protagonista la donna guerriero, che diverrà icona del cinema cantonese (vedi Golden Swallow, Come Drink With Me).

Una ragazza viene rapita da un gruppo di soldati senza pietà; sequenze di massa, fiumi di comparse, cavalli al galoppo. La primissima sequenza vede un uomo correre verso la telecamera, lo sguardo terrorizzato, e avvicinarsi in primissimo piano gridando, la bocca spalancata copre di nero lo schermo, e le didascalie gridano "i soldati arrivano!". La telecamera compie una panoramica e inquadra la ragazza terrorizzata sulla soglia di casa. Didascalie, sia detto per inciso, già tradotte nell'originale, con un inglese fantasioso e impressionista. La ragazza si fa rapire, la portano in un castello-roccaforte-fortino dall'aspetto medievale, dove il generale, vestito di fantasiosi pigiami che ricordano i tre moschettieri (cappelli a falde larghe, spadoni di cartapesta) vive circondato da fanciulle poco vestite di seta bianca. C'è pure il crudele attendente con dei denti enormi, che sbava mentre le schiave spogliano la protagonista. Arriva un misterioso eremita, la scimmia bianca (un uomo coperto di peluria candida, senza denti), che la salva e le promette di insegnarle le arti marziali. Poi il film si perde in lunghissime sottotrame complicate, dispacci che partono un secondo in ritardo, crudeli soldati e giochi di potere, fanciulle che si sacrificano per i padri. La telecamera non si muove più né ripete gli eccitanti exploit come quello iniziale, sopra evocato. Si attende una buona oretta prima che appaia l'eroina. E quando appare, vola nei cieli con la spada sguainata e il costume svolazzante. Compare e scompare a suo piacimento in una nube di fumo, si batte indiavolata e fa fuori il generale, salva la fanciulla in pericolo, la confida all'amato e benedice la sua unione, piange sulla tomba della nonna morta, e poi vola via verso nuove avventure.

Cartapesta, meraviglia à la Méliès, costumi carnevaleschi, effetti speciali artigianali, donne semispogliate, violenza gratuita, gente che vola, fumo e damigelle in pericolo, saggi eremiti sempre circondati da gente, parrucche e seta artificiale, disprezzo delle leggi della gravità, movimenti verticali, stupore da circo, sceneggiatura traballante, rapidità di montaggio: tutti gli ingredienti del wuxiapian cantonese sono già inscritti nei film muti cinesi.

Corrado Neri