Il cinema iraniano ha fatto irruzione, nel corso degli anni novanta, nel panorama cinematografico mondiale, facendo spesso incetta di premi e riconoscimenti in quasi tutti i festival cinematografici più importanti. All'indomani di questo "fenomeno" – che sta lentamente scemando – facciamo un primo provvisorio bilancio sulla visibilità internazionale del cinema iraniano.
PREMI CINEMATOGRAFICI INTERNAZIONALI PER IL CINEMA IRANIANO
Il cinema iraniano è rimasto chiuso all'interno dei propri confini nazionali, prodotto e distribuito ad uso e consumo del proprio popolo, per molti decenni. Sotto la dinastia Pahlavi e nel primo periodo post-rivoluzionario si segnalano sporadici riconoscimenti, tra i quali vale la pena ricordare il film Gâv (La vacca) di Dâriyush Mehrju'i, premiato con il Premio della Giuria Fipresci alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 1970. Non mancano rassegne e festival iraniani, nati in patria già ai tempi dello Shâh. Nel 1966 viene creato a Tehran il Festival Internazionale di Film per Bambini (Festivâl-e beyno'l-melali-ye filmhâ-ye kudakân va nowjavânân), nel 1969 viene inaugurato il Festival Cinematografico Sepâs e nel 1972 si organizza il primo Festival Internazionale Cinematografico di Tehran (Jashnvâre-ye jahâni-ye film-e Tehrân). Nel periodo post-rivoluzionario la Fondazione Cinematografica Fârâbi - agenzia dipendente dal Ministero della Cultura e della Guida Islamica - crea il Festival Cinematografico Fajr (1983). La manifestazione, che si tiene ogni anno a Tehran a febbraio, svolge ancora oggi un ruolo determinante nella promozione del cinema iraniano. Solo dal 1998, però, il festival ospita una sezione internazionale autorizzata dal governo. Nel corso degli anni Novanta la cinematografia in farsi inizia ad affacciarsi con continuità nei festival internazionali e, in taluni casi, anche nei circuiti tradizionali di distribuzione europei, americani e dell'est asiatico, ottenendo una cospicua serie di riconoscimenti e premi inaspettati. I festival, la critica cinematografica e – in parte – il pubblico cominciano a familiarizzare con una cinematografia fino ad allora sconosciuta, che si rivela però una delle più vive e interessanti del periodo. Il primo cineasta ad affermarsi in Europa è ‘Abbâs Kiârostami, grazie soprattutto al festival di Locarno: nel 1989 Khâne-ye dust kojâ-st (Dov'è la casa del mio amico?) riceve il Pardo di Bronzo; nel 1995 il festival svizzero organizza la prima retrospettiva (parziale) sui suoi film, accompagnata da un numero speciale dei Cahiers du cinéma che ne sancisce il valore artistico-estetico. Sarà poi il festival di Cannes a consacrare definitivamente l'opera di Kiârostami assegnando nel 1994 il "Premio Rossellini" a Zir-e derakhtân-e zeytun (Sotto gli ulivi) e nel 1997 la palma d'oro a Ta‘m-e gilâs (Il sapore della ciliegia). Un altro regista che ottiene consensi e riconoscimenti in quegli anni è Mohsen Makhmalbâf: Gabbe si afferma come miglior film straniero alla selezione ufficiale del Festival di Cannes (e riceve cinque premi al XIV Festival Fajr di Tehran), nel 1996 il Torino Film Festival organizza una prima retrospettiva sul suo cinema. Da questa prospettiva, il biennio 2000-01 è fondamentale perché in questi due anni un'intera generazione di giovani cineasti ottiene numerosi riconoscimenti, dimostrando che dietro ai maestri Kiârostami e Makhmalbâf, esiste un vero e proprio movimento cinematografico. Ja‘far Panâhi, al suo quarto lavoro, ottiene nel 2000 il Leone d'Oro a Venezia con Dâyere (Il cerchio); nello stesso anno la ventenne Samirâ Makhmalbâf, figlia di Mohsen, riceve il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes per Takht-e siyâh (Lavagne) mentre Khosrow Sinâ'i – già attivo dai primi anni Ottanta – vince con ‘Arus-e âtash (La sposa del fuoco) il premio per il miglior lungometraggio a Locarno. Gli esordienti Bahman Qobâdi e Hasan Yektâpanâh – già collaboratori di Kiârostami – ottengono ex aequo la "Caméra d'Or" come Miglior Film d'esordio al Festival di Cannes per Zamân-i barâ-ye masti-ye asbhâ (Il tempo dei cavalli ubriachi) e Jom‘e (Id). Nel 2001 Râ'y-e makhfi (Il voto è segreto) di Bâbak Payâmi vince il Premio Speciale per la Regia alla Mostra di Venezia, Zir-e nur-e mâh (Alla luce della luna) di Seyyed Rezâ Mir Karimi riceve il Premio Primagaz nell'ambito della Settimana Internazionale della Critica al Festival del Cinema di Cannes, Delbarân (Gli ammaliatori) di Abolfazl Jalili vince il Premio Speciale della Giuria al Festival di Locarno mentre Zir-e pust-e shahr (Sotto la pelle della città) di Rakhshan Bani E‘temâd vince il Torino Film Festival. Ecco, di seguito, i principali premi vinti dai film iraniani dalla metà degli anni sessanta a oggi.
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Mara Cerquetti