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Plunder of peach and plum

Cina

Primo film sonorizzato cinese, dimostra come la necessità del sonoro fosse sentita e premesse con forza già all'interno del film muto.

PLUNDER OF PEACH AND PLUMTao li jie

Ying Yunwei
Cina, 1934, b/n
Con: Yuan Muzhi, Chen Bo'er, Tang Huaiqiu, Zhang Kequn
 

Primo film sonorizzato cinese, dimostra come la necessità del sonoro fosse sentita e premesse con forza già all'interno del film muto. Qui si vede chiaramente come il dialogo sia fondamentale in un certo tipo di cinema, di come per il cinema cinese sia difficile scostarsi da un paradigma letterario (che può, ben inteso, produrre dei piccoli capolavori come questo film), e di come vi sia la consapevolezza e l'intenzione di usare il sonoro nelle sue diverse accezioni: qui per esempio il suono cupo della sirena che richiama i lavoratori è il segno che strappa il padre alla sua famiglia, e che lo richiama inesorabilmente lontano da loro. Oppure, alla fine, mentre la mdp riprende fissa il volto del direttore, risuonano secchi i colpi di fucile dell'esecuzione.

Film di "sinistra", riprende e sviluppa topoi della letteratura e del cinema del periodo segnatamente della società che, ingranaggio tremendo, può disintegrare un uomo pur essendo sempre più efficiente, e di come l'onestà sia un valore supremo che può però portare alla disgrazia.

Il film inizia con un procedimento caro all'epoca, il flashback, recente scoperta in letteratura: il direttore di una scuola legge sul giornale la notizia relativa ad un suo allievo imprigionato per furto ed omicidio. Va a trovarlo in prigione, portando con sé la foto di allora, che ritrae un bel giovane dall'espressione fiduciosa. In prigione trova un relitto irriconoscibile, che lo schiva. Ma poi l'identificazione è indubbia, due si riconoscono e si abbracciano. La mdp in primo piano sul volto rigato di lacrime dl condannato a morte manda fuori fuoco l'immagine e parte il lunghissimo flashback che sarà il centro del film. Il flashback è una delle figure retoriche più studiate anche in letteratura, dove si stanno cominciando a sperimentare forme diverse di racconto, dalla relazione non lineare tra fabula ed intreccio, e dai punti di vista fluttuanti. A proposito del punto di vista, tra le invenzioni formali del film ricorre con particolare insistenza un carrello in avanti, che, dopo aver ripreso in primo piano, per esempio, una statua di un cavallo (romano, si direbbe; viene fracassata al suolo), o di una barriera architettonica, la supera, penetrando nello spazio. È il tentativo di rendere il punto di vista "esterno" del professore cui viene racconta la tragedia, punto di vista esterno che riesce però a entrare nella vicenda, a capirne i significati. In letteratura si sperimentava il romanzo in prima persona, novità importata dall'occidente, cui corrispondono qui le soggettive.

Ping è il tipico eroe del wenyi (melodramma), un giovane letterato brillate ed onesto; Yuan Muzhi, che lo interpreta (Yuan è il regista di Street Angel), sembra il tradizionale xiaosheng, ruolo fisso ("maschera") del teatro tradizionale dalla caratteristica delicatezza, cultura, effeminatezza. La sua compagna Liling (Chen bo'er), pure, incarna un ideale; è l'eterno femminile che ha ricevuto, nel momento dell'addio quando il professore parte per l'estero, il compito di restare sempre vicina al suo fidanzato (i due non sono sposati, ma vivono insieme, a testimonianza della libertà di costumi che la gioventù sperimentava all'epoca); la ragazza è dunque l'emblema della fedeltà e del sacrificio.

I giovanotti intraprendono fiduciosi la via dell'impegno lavorativo per costruire una società cinese più ricca e solida. Non mancano i proclami ed i discorsi; altro elemento che indica come il sonoro fosse un desiderio covato a lungo dai film dell'epoca, e finalmente realizzato, poiché il cinema necessita di dire, di spiegare, di costruire dei teoremi e di dimostrare delle idee.

Ma, nonostante i nobili ideali della coppia, la società si accanisce contro i due. Inizia una vera e propria discesa agli inferi, mirabilmente raccontata, qui, dalle immagini. Nel corso del film la coppia cambia casa più volte, così che le pareti bianche e i quadri appesi vengono sostituiti da intonaco scrostato e scale fatiscenti. Il volto del giovane, dapprima perfettamente rasato ed illuminato da uno sguardo brillante, si incupisce, si copre di barba, si incava, diviene il ritratto cupo della fame e del risentimento.

La società rifiuta la sua onestà. Il giovane, dopo innumerevoli sforzi e colloqui (la fila all'ufficio di collocamento è un drammatico topos dell'epoca: si veda anche Song of a Fisherman), qui poi è particolarmente interessante: la mdp riprende l'articolo di giornale dove è riportato l'annuncio, e con una serie progressiva di zoom e stacchi avvicina i caratteri finché non restano solo yi ren, "una persona", un solo posto disponibile. In sovrimpressione appare la folla di postulanti, e poi il giornale si buca e resta la massa di uomini in attesa d'un colloquio. È così evidente il contrasto forte tra la domanda disperata di lavoro di una gioventù istruita e la carenza endemica di posti, accentuata dal fatto che Ping passa al colloquio, ma origlia una conversazione tra il capo e un sottoposto in cui il dirigente dice di aver già trovato una persona per il posto, il proprio nipote. Il nepotismo è così chiaramente messo in scena e denunciato.

Il protagonista riesce infine ad essere assunto in uno studio d'architettura, gestito da un suo vecchio compagno di classe. Ahilui, scopre presto come il compagno ha ottenuto la gestione d'un importante ufficio: con l'illegalità. L'uomo avalla l'utilizzo di un cemento scadente, che potrebbe provocare disgrazie; di fronte alla ribellione di Ping, il compagno gli dà uno schiaffo, "il peggior affronto mai sopportato", come Ping dirà sfogandosi alla compagna una volta tornato a casa (e dopo aver sfregiato una sua foto, disegnando una X sulla guancia colpita, memento dell'onta subita). La ragazza, ventunenne, lavora come segretaria in un ufficio, anche se Ping non vorrebbe perché non è decoroso per un uomo farsi mantenere. Ma poi, la ragazza viene portata con l'inganno in un hotel dal suo capo (l'hotel è la rappresentazione dei sogni proibiti di Shanghai: donne vestite da seta, uomini d'affati con valige e uomini in costume tradizionale, lusso all'occidentale, ascensore, modernità, discrezione per gli affari illeciti...). Nel buio (lui spegne la luce) il capo ci prova, e lei fugge. La aspetta Ping, insospettito, e la schiaffeggia, ripetendo orribilmente il gesto umiliante da lui stesso subito qualche giorno prima. Ma poi i due si riconciliano, unendo le guance e guardando all'infinito, un infinito sempre più stretto.

La discesa gli inferi procede, l'immagine si fa sempre più sporca, il contrasto tra nero e bianco più forte e l'abiezione diviene inevitabile, come in un romanzo di Zola. La coppia aspetta un figlio, ma non hanno soldi per mantenerlo, così Ping va a lavorare in fabbrica dove trasporta carrelli di metallo. In casa strappa la laurea che Liling tenta di appendere al muro. È sempre più sporco, più nero. La donna cade dalle scale, è assistita dalla folla curiosa dei vicini, che riprendono in marito per non esserci stato. Lui ha chiesto il permesso, che non gli è stato concesso. Arriva, infine, Ma è troppo tardi. La donna è morente. Lui le parla, un altro discorso, le promette felicità future e futuro radioso, le stinge la mano, la accarezza. Un primo piano segue la mano di lei che si sposta dal volto al grembo, è stretta a pugno, ma il pungo si rilascia e la donna muore. Ping è inseguito dalla polizia: ha infatti rubato al capo dei denari per acquistare medicamenti per la compagna. In una scena straziante, l'uomo è in casa, piange cullando il figlio i fasce, e decide di abbandonarlo, scrive un biglietto, in una notte di pioggia scosciante lo mette nel cassetto predisposto dall'orfanotrofio di Shanghai. Si allontana, poi se ne pente, torna indietro, ma il cassetto è già vuoto (risuona il pianto del bambino). Torna a casa, lo aspetta la polizia. Nella colluttazione, Ping afferra la pistola e spara al poliziotto. Fugge. Si nasconde dietro un cassonetto, la grondaia gli rovescia addosso litri d'acqua sporca e fredda. È questa certo l'immagine dell'abiezione totale in cui la disperazione ha spinto il protagonista. Che viene comunque arrestato, e finisce con la faccia nel fango, nel massimo della degradazione.

Il flashback finisce, si ritorna alla prigione dove i carcerieri chiamano il ragazzo per l'esecuzione. Le sue ultime parole sono rivolte al maestro, un tempo adorato: "mi dispiace di avervi deluso".

Poi, il già ricordato primo piano del professore che sente i colpi dei fucili. A questo punto la mdp si abbassa al suo braccio, che tiene in mano la foto del ragazzo, e la lascia cadere. La mdp segue per un tratto il tragitto della foto che cade. Poi stacco: primo piano della foto per terra (battuta), un avvicinamento ossimorico tra la bellezza limpida e piena d'ideali della gioventù contemporanea di Shanghai e la sua fine drammatica, nella polvere.

Grandezza e decadenza della gioventù intellettuale e idealista.

Corrado Neri