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Miyazaki Hayao: la vita e le opere

Giappone

Miyazaki Hayao nasce il 5 gennaio del 1941 ad Akebonochō, quartiere della periferia di Tōkyō, secondo di quattro figli in una famiglia agiata. Questa, per sfuggire ai bombardamenti, si trasferisce in campagna a Utsunomiya, cittadina a circa cento chilometri da Tōkyō: qui il piccolo Hayao cresce tra l’echeggiare in lontananza dei bombardamenti e una fragile pace agreste.

MIYAZAKI HAYAO (1941-): La vita e le opere

Miyazaki Hayao nasce il 5 gennaio del 1941 ad Akebonochō, quartiere della periferia di Tōkyō, secondo di quattro figli in una famiglia agiata. Questa, per sfuggire ai bombardamenti, si trasferisce in campagna a Utsunomiya, cittadina a circa cento chilometri da Tōkyō: qui il piccolo Hayao cresce tra l'echeggiare in lontananza dei bombardamenti e una fragile pace agreste. Il padre e lo zio sono, rispettivamente, direttore e proprietario della ditta di famiglia, <st1:personname w:st="on" productid="la Miyazaki Airplanes"> la Miyazaki Airplanes </st1:personname> , che produce componenti per i famosi caccia Zero, gli stessi utilizzati anche nelle missioni dei kamikaze; è quindi probabile che derivi da qui la sua grande passione per gli aerei e per il volo, elementi fondamentali e costanti in quasi tutta la sua produzione artistica.

Sarebbe quindi stato naturale per lui, una volta terminati gli studi, entrare a far parte della ditta di famiglia, ma in più di un'occasione sottolinea:

Durante la seconda guerra mondiale mio padre lavorava in una fabbrica che costruiva aeroplani e io non ho mai avuto l'intenzione di continuare a lavorare nel settore meccanico. Si trattava di un'attività proficua durante la guerra, ma in seguito l'aviazione militare scomparve. L'alluminio venne impiegato per fabbricare cucchiai e forchette ed è anche quello che la mia famiglia ha fatto. Da bambino detestavo l'idea che mio padre si guadagnasse da vivere contribuendo alla guerra.

Crescendo, si rende conto di essere privilegiato rispetto a molti suoi coetanei, potendo frequentare regolarmente una scuola e partecipare ad attività ricreative; arriva a provare un senso di colpa nei confronti delle vittime del conflitto.

Fin dai tempi del liceo nutre una passione particolare per l'animazione. Ma, non volendo iscriversi all'Accademia di Belle Arti, ripiega sulla facoltà di Economia, l'unica che a suo avviso gli avrebbe permesso sufficiente tempo libero da dedicare alla sua vera passione. Entra così alla Gakushūin University, la stessa frequentata dagli eredi al trono imperiale, la quale gli offrirà l'opportunità di frequentare il circolo dedicato alla letteratura per l'infanzia, che prevede la lettura di testi di narrativa e di fumetti sia giapponesi che occidentali.

In questo periodo le sue attenzioni come lettore si concentrano su alcuni scrittori inglesi per l'infanzia, come Philippa Pearce, Rosemay Sutcliffe, Eleanor Farjeon, ed Arthur Ransome.

Nel 1963 consegue la laurea in scienze politiche ed economiche con una tesi sull'industrializzazione giapponese postbellica e finalmente può scegliere di dedicarsi esclusivamente alla sua grande passione per l'animazione, alimentata, dalla visione di alcuni film d'animazione giapponesi, come Hakujaden (La leggenda del Serpente Bianco, 1958) di Yabushita Taiji, oltre che occidentali, come Snežnaja koroleva ( <st1:personname w:st="on" productid="La Regina">La Regina </st1:personname> delle Nevi, 1957) di Lev Atamanov, prodotto dallo studio Fleischer, e <st1:personname w:st="on" productid="La Storia">La Storia </st1:personname> delle Storie di Yuri Norstein.

Dopo i tre mesi di tirocinio, viene assunto alla Tōei Dōga come intercalatore, ovvero la persona che è incaricata di disegnare le fasi intermedie di un'azione o un movimento, utilizzando i disegni di partenza e di arrivo realizzati dall'animatore titolare. In questo ambito avverranno tre incontri decisivi per la sua vita professionale e privata: quello con il suo maestro Ōtsuka Yasuo, col suo futuro socio Takahata Isao e infine con una collega di lavoro, Ōta Akemi, che diventerà sua moglie nel 1965 e che gli darà tre figli.

Garibā no Uchū Ryokō

Le sue prime esperienze sono rappresentate dal lungometraggio Wan wan Chūshingura del 1963, tratto da <st1:personname w:st="on" productid="La Storia">La Storia </st1:personname> dei quarantasette Rōnin, e dalla serie televisiva Ōkami shōnen Ken (Ken Ragazzo Lupo). Date la sua passione e la sua ambizione, questo tipo di lavoro non gli si addice più di tanto e, infatti, già nel 1964, lavorando alla realizzazione di Garibā no uchū ryokō (versione spaziale de I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift) propone alcuni cambiamenti al copione e anima le scene modificate. Alla fine della storia Gulliver avrebbe dovuto salvare una principessa robot del "Paese dei Robot", ma Miyazaki preferisce mostrare il "guscio" della principessa che si rompeva, facendone uscire una in carne e ossa. Questo modifica l'intero significato del film in quanto ora i robot sono in realtà persone intrappolate in un corpo robotico che riguadagnano la loro umanità con l'aiuto di Gulliver.

Finalmente, nel 1968 arriva il riconoscimento in campo lavorativo e viene promosso a curatore dei personaggi per il lungometraggio Taiyō no ōji Horusu no daibōken, conosciuto in Italia come La grande avventura del principe Valiant o Il segreto della spada del sole. Si tratta di un progetto piuttosto ambizioso, la cui regia viene affidata a Takahata. In generale, tutti i membri dello staff sono persone giovani che si pongono come obiettivo la realizzazione di qualcosa che si differenzi totalmente da tutto quello prodotto fino a quel momento dalla Disney. Ci vogliono più di tre anni per portare a termine il progetto e, nonostante sia ampiamente acclamato dalla critica, <st1:personname w:st="on" productid="la Tōei"> la Tōei </st1:personname> lo ritira dopo solo dieci giorni di proiezioni.

Panda kopanda

Nel 1972 Miyazaki collabora nuovamente con Takahata e insieme realizzano Panda kopanda. Si tratta di un film della durata di trenta minuti basato su una idea originale di Miyazaki, e curato nella regia da Takahata. La storia racconta di una ragazzina, Mimiko, lasciata sola a casa dalla nonna che si è dovuta allontanare. Ma presto un grande panda, Papanda, arriva a casa di Mimiko, assieme ad un piccolo cucciolo e poiché la casa ha una meravigliosa foresta di bambù, decidono di fermarsi a vivere con lei. I tre diventano una famiglia e vivono per sempre felici e contenti.Di questo film è stato realizzato anche un seguito, uscito nel <st1:metricconverter w:st="on" productid="1973 a"> 1973 a </st1:metricconverter> opera dello stesso staff, Panda Kopanda: amefuri sakasu no maki.

Nel 1973 entrambi i registi approdano alla Zuiyo Company, la futura Nippon Animation, all'interno della quale Miyazaki contribuisce con vari ruoli alla realizzazione di numerose serie televisive, come Arupusu no shōjo no Haiji nel 1974, Haha wo tazunete sanzenri nel 1976, Mirai shōnen Conan nel 1978 e Akage no An  nel 1979.

Arupusu  no shōjo Haiji

La realizzazione di Arupusu no shōjo Haiji (Heidi) si basa sul romanzo di Johanna Spyri ed è diretta da Takahata Isao. Miyazaki partecipa al progetto come realizzatore del layout di ogni singolo episodio. Quando viene trasmesso ottiene un enorme successo, sbaragliando la concorrenza del periodo. La sua descrizione della vita quotidiana di Heidi rappresenta una novità rivoluzionaria nell'ambito delle serie televisive per bambini e afferma lo stile realistico di Takahata come regista.

Haha wo tazunete sanzenri (in Italia, Marco: dagli Appennini alle Ande) si basa su un breve racconto di Edmondo de Amicis e narra di un ragazzino italiano, Marco, e del viaggio che intraprende alla ricerca della madre, partita per cercare lavoro in Argentina senza più dare notizie di sé. Per trovarla, Marco viaggerà attraverso tutta l'Argentina, incontrando sul suo cammino molteplici avventure, insieme alla sua inseparabile scimmietta.

Anche in questo caso Takahata si occupa della regia e Miyazaki del layout.

La serie televisiva Mirai shōnen Conan ancora oggi ricopre all'interno della vasta produzione di Miyazaki un ruolo di primo piano, sia per i temi trattati che per le tecniche utilizzate. È liberamente tratta dal romanzo The Incredibile Tide dello scrittore americano Alexander Key, pubblicato nel '70 ed edito in Giappone con il titolo Nokosareta hitobito (t.l. I sopravvissuti). La sceneggiatura all'inizio segue il romanzo che, decisamente influenzato dalla Guerra Fredda, presenta un conflitto tra il blocco Occidentale e il Blocco Orientale che si svolge nel 2222, con uno sconsiderato utilizzo di armi magnetiche. Questo provoca un cataclisma che sommerge i cinque continenti.

Mirai shōnen Conan

La sceneggiatura, scritta da Miyazaki, narra la storia dei sopravvissuti al

 terzo conflitto mondiale dal punto di vista di un ragazzo che, cresciuto su di un'isola insieme al nonno, nella sua breve vita non ha visto altro che la distesa d'acqua che ricopre i cinque continenti. Ci troviamo di fronte a due diversi modi di reazione al cataclisma: da una parte, la società dell'insediamento di Industria che, senza tener conto della catastrofe a cui ha portato l'uso sconsiderato delle risorse energetiche, cerca di ripristinare lo stesso ordine economico, politico e militare precedente la guerra; dall'altra, sull'isola di High Harbor le persone sono riuscite a ristabilire un equilibrio con la natura e i suoi elementi e possono vivere pacificamente. È quindi inevitabile che due società così diverse tra loro giungano ad uno scontro e che il futuro dell'umanità dipenda dall'unico detentore del sapere necessario alla produzione di energia solare, il dottor Rao, e dalla nipote Lana.

Conan, è un ragazzino di 12 anni, magrolino, con i capelli sempre arruffati. È cresciuto col nonno su un'isola deserta e prima dell'incontro con Lana non aveva mai visto altri esseri umani. È dotato di una grande agilità, resiste in apnea per un tempo molto lungo e nei momenti critici sfodera una forza impensabile; il suo compagno di avventure ed amico, Jimsey, ha 10 anni ed è un bambino eremita, anche lui dotato di una notevole forza e che divora tutto ciò che gli capita sotto mano, in particolare rane e topi; Lana è una ragazzina timida e impaurita, che vive con gli zii, essendo morti i genitori; è in grado di leggere nel cuore e nella mente di tutte le creature, grazie ai poteri telepatici ereditati dal nonno, e in particolare con il gabbiano Teky.

Nonostante si tratti di una serie su commissione, presenta molti elementi personali e contiene personaggi e tematiche cari a Miyazaki, che saranno ulteriormente sviluppati nelle produzioni successive. In particolare emerge il tema della catastrofe, rintracciabile nell'esperienza personale dell'autore e di tutto il popolo giapponese con la guerra e il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki; eventi che hanno ovviamente lasciato tracce indelebili nella memoria della collettività. Per esempio, le fortezze volanti responsabili della distruzione del pianeta ricordano nel nome i bombardieri B-29 "Superfortress" che sganciarono le bombe atomiche sulle due città nipponiche. A questo si accompagna la condizione che accomuna i bambini della serie, tutti orfani, ulteriore elemento riconducibile alle conseguenze di una guerra prolungata.

Nel mondo utopico immaginato da Miyazaki vengono affermati i valori fondamentali della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà, e la natura è rappresentata con meticolosità e amore, creando un netto contrasto con la distruttiva produzione industriale di Industria. Non per questo bisogna considerare Miyazaki come totalmente contrario al progresso e alla tecnologia, anzi la sua passione per quest'ultima emerge dalla creazione di macchine immaginarie di diverso tipo, perfette fin nei più piccoli particolari, come navi, robot, automobili e aerei.

Akage no An (Anna dai capelli rossi) si basa sul romanzo di Lucy Maude Montgomery e tratta la storia di un'orfana che viene adottata da una coppia che vive in campagna. Nonostante l'iniziale confusione all'arrivo di Anna, a causa della disillusione della coppia che si aspetta un ragazzo che li aiuti nei lavori dei campi, col tempo la ragazzina saprà conquistarsi l'affetto dei coniugi prima e di tutti gli altri poi, grazie alla sua semplicità e al suo entusiasmo per tutte le piccole cose della vita quotidiana. Anche in questo caso Takahata è il regista e Miyazaki si occupa del layout dei primi quindici episodi, ma lascerà poi l'incarico per occuparsi di altri lavori.

Concluse queste esperienze decisamente positive, nel 1979 Miyazaki dirige il suo primo lungometraggio per <st1:personname w:st="on" productid="la Tōkyō Movie"> la Tōkyō Movie </st1:personname> Shinsha, Lupin III: Cariosutoro no shiro (Lupin III e il castello di Cagliostro).

Egli aveva già lavorato per la realizzazione della prima serie di Lupin insieme a Takahata, serie nata dal manga di Katō Kazuhiro, noto con lo pseudonimo di Monkey Punch. La pubblicazione del manga si estende dal 1962 al 1972, e il successo che ottiene, in particolare fra i liceali, grazie a una certa violenza e allusioni sessuali che lo caratterizzano, spinge <st1:personname w:st="on" productid="la Tōei Animation"> la Tōei Animation </st1:personname> a decidere di realizzarne la trasposizione nel 1968.

La reazione alla serie da parte del pubblico è inizialmente piuttosto tiepida, ma ottiene un successo inatteso quando, dopo qualche anno, ne vengono riproposte le repliche, al punto che si decide di produrre altre due serie, solitamente identificate dal diverso colore della giacca di Lupin. Sull'onda del successo delle serie vengono realizzati ben sei lungometraggi, tra i quali appunto quello diretto da Miyazaki.

La storia vede Lupin che, per l'ennesima volta, sfugge alla cattura da parte dell'ispettore Zenigata e che prepara il piano per il colpo successivo, una rapina in un casinò, con il suo fedele compare Jigen. Tuttavia, una volta portato a termine il crimine, si rendono conto che quello rubato è denaro falso. I due decidono quindi di risalire agli autori di una contraffazione così ben realizzata e si recano nel piccolo stato europeo di Cagliostro dove, secondo Lupin, ha sede il covo dei falsari. Qui si imbattono in una ragazza vestita da sposa, che scopriranno in seguito essere Clarissa, ultima principessa della famiglia al potere. Clarissa è in fuga dal Conte di Cagliostro che la vuole sposare per poter unire i due rami della loro famiglia. In una serie di peripezie si aggiungono anche i personaggi di Fujiko, Goemon e Zenigata. Alla fine Lupin riuscirà a sventare il matrimonio e a ridare la libertà a Clarissa.

La realizzazione avviene a basso costo rispetto ad altre produzioni, ma è comunque possibile individuare una certa cura nei dettagli e nella grafica dei disegni, decisamente superiore a quella della serie.  L'esecuzione delle ambientazioni e delle scenografie è curata direttamente da Miyazaki, che le concepisce come una fusione di elementi europei.

Sabaku no Tami

Il lungometraggio non ottiene il successo sperato e Miyazaki si ritrova a fare lavori di ripiego, come insegnare ai nuovi assunti nello studio o dedicarsi temporaneamente alla produzione di manga. Questo tipo di lavoro non rappresenta per lui una novità, egli infatti ha già lavorato alla realizzazione di Sabaku no tami (t.l. Popolo del deserto), fumetto ambientato nel medioevo, pubblicato su un giornale per bambini sotto uno pseudonimo.

Meitantei Holmes

Dal 1981 al 1982 si occupa della trasposizione in chiave canina dei personaggi delle avventure di Sir Arthur Conan Doyle. Si tratta della serie Meitantei Holmes (Sherlock Holmes), ideata da Marco Pagotto e sua sorella Gina (in arte Marco e Gi Pagot) nell'ambito delle attività dello studio della famiglia Pagot, fondato da Toni Pagot, l'ideatore di Calimero. In realtà egli realizza solamente sei puntate della serie, in quanto, alcuni problemi sorti con la casa produttrice lo porteranno a distaccarsene. In queste puntate è però chiaro il suo apporto personale, in particolare, nelle ambientazioni ci troviamo di fronte ad una Londra nebbiosa disegnata con estrema cura, anche grazie al sopralluogo che Miyazaki e il suo staff effettuano prima di iniziare il lavoro. Inoltre, nei mezzi di trasporto ottocenteschi salta all'occhio la solita attenzione dedicata alla riproduzione delle macchine.

Successivamente, nel 1982 viene contattato dalla rivista Animage che gli propone di realizzare per loro un manga con uscite mensili. Nasce così Kaze no tani no Naushikā, che si distingue fin dall'inizio dalle altre pubblicazioni per diversi motivi. Innanzitutto il suo formato è più grande rispetto agli altri manga del periodo, essendo l'edizione della Animage in A4; inoltre, Miyazaki stesso esce dagli schemi della maggior parte degli autori di manga, in quanto non solo nasce principalmente come animatore, ma soprattutto il suo stile si differenzia notevolmente da quello dei colleghi e rappresenta dunque una sorta di novità.

Egli disegna di fatto la maggior parte di Naushikā a matita, evitando l'utilizzo di inchiostro, impiegando una cura particolare nella realizzazione degli sfondi e degli abiti dei personaggi fin nei più piccoli particolari. Non fa uso del layout di pagina, comune nella maggior parte dei manga, ma di uno schema convenzionale di pannelli che dipendono notevolmente dalla narrazione.

Altro elemento importante che rende questo manga decisamente poco giapponese, è la quasi totale assenza di personaggi e ambientazioni direttamente riconducibili all'esperienza nipponica. Ancora una volta Miyazaki preferisce uno stile "europeo" e, infatti, diverse caratteristiche delle persone, degli abiti, degli aerei e delle ambientazioni richiamano alla mente l'Europa medievale o, a volte, le steppe dell'Asia centrale.

Il mondo di Naushikā è una abilissima fusione di diverse mitologie, di letteratura per bambini e di fantascienza. Ad iniziare dalla protagonista, Naushikā, modellata su uno dei personaggi minori di Omero nell'Odissea: la principessa dei Feaci che soccorse Ulisse naufragato con la sua zattera dopo che il dio del mare Nettuno gli aveva scatenato contro una tempesta perché adirato con lui. A questo personaggio, che egli vede come amante della natura e dotata di una particolare sensibilità verso gli altri, Miyazaki ne fonde un altro facente però parte della tradizione giapponese: La principessa che amava gli insetti, tratto dalla raccolta dell'XI secolo Tsutsumi chūnagon monogatari. Si tratta di una principessa che rompe con gli schemi della società cui appartiene e che viene ritenuta un'eccentrica, in quanto, nonostante abbia raggiunto l'età per sposarsi, preferisce piuttosto giocare nei campi, si sente affascinata dalla trasformazione di una crisalide in farfalla e non presta ascolto ai genitori che le chiedono di comportarsi come tutte le altre ragazze annerendosi i denti e ridisegnandosi le sopracciglia.

Elementi della cultura giapponese sono presenti in Naushikā sotto forma di allusioni agli antichi miti e a fatti del Giappone contemporaneo, come i riferimenti all'olocausto nucleare e alle fonti di energia alternative; argomenti sempre attuali in un paese in cui i casi di Hiroshima e Nagasaki sono ancora impressi nella memoria e in cui si cerca di essere sempre all'avanguardia nello sfruttamento delle risorse alternative.

In conclusione, Miyazaki è stato in grado di fondere tutti questi elementi così diversi tra loro creando una storia ambientata in un futuro lontano, ma che ci ricorda il Medioevo, dando comunque spazio a tematiche legate al mondo in cui viviamo.

Il manga di Naushikā, rispetto al lungometraggio cui lavorerà in seguito, gli permette di sviluppare maggiormente le tematiche e di approfondire notevolmente lo studio dei caratteri dei personaggi. La storia ne risentirà forse in complicatezza perché quando finalmente, dopo tredici anni, Miyazaki conclude Naushikā, i lettori si trovano di fronte ad un'opera impegnativa che necessiterebbe forse di una "guida alla lettura" per districarsi nell'intreccio di personaggi ed eventi. Questo comunque nulla toglie ad un'opera che ancora oggi, dopo tanti anni, resta una pietra miliare all'interno della vasta produzione di Miyazaki e, probabilmente, di tutta la produzione giapponese.

Nel 1983 realizza per <st1:personname w:st="on" productid="la Animage Juju"> la </st1:personname> <st1:personname w:st="on" productid="la Animage Juju">Animage Juju </st1:personname> Bunko il manga Shuna no tabi (t.l. Il viaggio di Shuna), interamente realizzato ad acquerello. In realtà è più simile ad un libro illustrato che ad un manga, in quanto presenta solamente uno o due pannelli per pagina e non ha le "nuvolette" per i dialoghi.

Shuna no tabi

Rispetto alla produzione di anime di Miyazaki, la storia di Shuna è piuttosto cupa e intensa. Ma ovviamente anche in questo caso i protagonisti presentano una forte volontà di vivere e si individua per loro una speranza di fondo.Shuna, il protagonista, è principe di un paese molto povero, il suo popolo non ha praticamente nulla da coltivare nella propria terra e soffre la fame. Shuna, sentendo parlare della Terra degli Dèi e del grano dorato che vi viene coltivato, decide di partire alla volta di quella terra con l'intenzione di procurarsi dei semi da riportare al suo popolo. Dopo un viaggio molto lungo e difficile, raggiunge finalmente la sua meta e ruba alcuni semi. Scoperto, viene severamente punito per il crimine commesso. Alla fine viene riportato in buona salute da una ragazza che era stata  precedentemente salvata da lui dalla schiavitù e che ora vive in un villaggio di montagna. La ragazza si occupa anche di piantare i semi in possesso di Shuna e di farli crescere al meglio.

Note
G. et M. Ciment, Entretien avec Hayao Miyazaki. Portrait d'un cochon volant, in «Positif», n. 412 (juin 1995), p.82. 

Chūshingura rappresenta probabilmente una delle vicende più famose della storia giapponese nel periodo Edo. Narra le vicende di 47 samurai che decisero di vendicare il loro signore, il quale era stato costretto a suicidarsi per aver ferito il cerimoniere della corte dello shōgun. Una volta morto, il suo feudo era stato annullato e le sue truppe disperse. I 47 samurai riuscirono a portare a termine la loro vendetta il 30 gennaio del 1703, uccidendo il cerimoniere con la stessa arma con cui il loro signore aveva dovuto suicidarsi. Poco dopo, tutti si consegnarono alle autorità e commisero seppuku

Scrittore britannico (1667-1745). L'intera sua opera può essere considerata come una feroce satira dell'epoca che, dettata inizialmente da un'avversione per la meschinità della vita londinese, rivela una più generale misantropia. Suo capolavoro sono proprio I viaggi di Gulliver, dove, attraverso le vicende del protagonista, ospite durante i suoi viaggi delle più strane creature e civiltà, l'autore persegue una totale relativizzazione della condizione umana, presentandola come uno stato degenerato e abominevole.

Nel momento della sua distribuzione nelle sale, il Giappone era attraversato dalla cosiddetta "febbre dei panda", poiché ne erano appena giunti nel paese due, regalati dalla Cina allo zoo di Tōkyō.

Il suo nome è principalmente associato a quello di Heidi, che, ad oltre un secolo di distanza dalla sua pubblicazione, continua a riscuotere successo in molti paesi, in particolare in Giappone. In realtà questa scrittrice vissuta nel XIX secolo ha lasciato più di cinquanta scritti. 

Disposizione dei vari elementi grafici contenuti in un bozzetto. 

Scrittore vissuto nella seconda metà del 1800. Esordì con racconti di vita militare, per poi cominciare a scrivere resoconti sui suoi viaggi, effettuati dopo essersi congedato. Il successo internazionale gli arrivò con il libro Cuore, diario di uno scolaro, inframmezzato da racconti di ispirazione patriottica, ammirato per i suoi contenuti morali. Aderì al socialismo e nella maturità si volse anche ai problemi sociali e pedagogici. 

Edito in Italia con il titolo Conan, il ragazzo del futuro, Kappa edizioni, Bologna, 1999. 

Nasce il 21 settembre del <st1:metricconverter w:st="on" productid="1904, a"> 1904, a </st1:metricconverter> <st1:personname w:st="on" productid="La Plata"> La Plata </st1:personname> nel Maryland. Dopo gli studi all'Istituto d'Arte di Chicago lavora inizialmente come illustratore, per poi passare alla scrittura. Tra i suoi successi vi sono: Escape to Witch Mountain, Return from Witch Mountain e The Forgotten Realm. Muore nel 1979. 

Scrittore britannico (1859-1930). Creatore del celeberrimo personaggio di Sherlock Holmes e del suo aiutante, il dottor Watson, protagonisti di romanzi polizieschi e di racconti riuniti poi in raccolte: Le avventure di Sherlock Holmes, 1892; Le memorie di Sherlock Holmes, 1894; Il ritorno di Sherlock Holmes,1905. Scrisse anche romanzi storici e di fantascienza. 

Si trovano spesso due diverse trascrizioni del nome Nausicaä. L'ultima a dovrebbe essere trascritta come ä. Questo nome è la versione inglese del nome greco presente nell'Odissea di Omero. Ma a volte è difficile trovare la ä in alcuni computer e spesso non può essere trasmesso nel modo corretto, così è normale ricorrere ad un a. Inoltre può essere fuorviante la pronuncia in giapponese che corrisponde a Naushikā, capita infatti di trovare questa trascrizione anche in testi occidentali, pertanto qui si è scelto di adottare questa traslitterazione al fine di non creare confusione. 

Testo pubblicato in Italia con il titolo Le concubine floreali. 

In epoca Heian (794-1185) era consuetudine fra le donne annerirsi i denti e rasarsi le sopracciglia per tracciarle poi più in alto sulla fronte. 

I manga bunko sono stampati in una edizione più piccola rispetto agli ordinari manga tankōbon

Michela Lugaresi