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Midnight

Cina

Tratto dal celebre romanzo di Mao Dun, diretto da Sang Hu, importante regista degli anni '40 e '50, fu uno dei pochi autorizzati a girare film durate la rivoluzione culturale. Questo film segna il desiderio di ritorno alla normalità di un paese devastato da dieci anni di guerra civile intergenerazionale.

MIDNIGHTZiye di Sang Hu, Fu Jinggong

Cina, 1981, col
Con: Li Rentang, Qiao Qi, Chen Xiaoying, Gu Yelu, Zhang Fa
 

 

Tratto dal celebre romanzo di Mao Dun (autore anche di Lin Family Shop); diretto da Sang Hu (n. 1916), importante regista degli anni '40 e '50, fu uno dei pochi autorizzati a girare film durate la rivoluzione culturale.

Questo film segna il desiderio di ritorno alla normalità di un paese devastato da dieci anni di guerra civile intergenerazionale. Riprendendo, nelle prime scene, il "compagno Mao Dun al lavoro nel suo studio" (compagno prolifico prima del 1949, e dopo silenziato), il regista vuole inscrivere il suo film nella tradizione di impegno degli anni Trenta, evitando accuse di filoborghesia. Ciò detto, bisogna notare come gli anni Ottanta non siano stati facili per nessun paese al mondo: vestiti impossibili, colori sgargianti, scenografie opulente ma polverose; e a livello cinematografico: zoom girati con mano tremante, recadrage accademici, sintassi inceppata, dialoghi infiniti, attori incipriati dalla risata stentorea. La storia è la saga di una famiglia borghese che si ritrova dopo la morte del patriarca il quale, "vecchia mummia" (come viene definito dalla figlia), appena arrivato a Shanghai dalla campagna scorge, dalla sua macchina, un risciò su cui si accavallano due gambe setose malcelate da un qipao rosso (immagini delle gambe montate su immagini della città che cominciano a roteare su se stesse), e gli prende un colpo. Citando un antico detto: "di tutti i vizi, la lussuria è il peggiore", il vecchio muore. Il resto del film (che dura 150') racconta interminabili sedute in borsa e affari tra banchieri che speculano; il risveglio del partito comunista nelle fabbriche; i primi scioperi; il mondo dell'alta prostituzione; i ristoranti occidentali; le gite in barca degli innamorati. In questa atmosfera decadente e sensuale (il massimo: un generale torna dal fronte, era l'amante di Madame la ricca borghese, il simbolo del loro amore: il fiore che lei gli offrì al primo incontro, seccato tra le pagine del Giovane Werther), i capitalisti sono cattivi e calcolatori, aiutati da piccoli borghesi senza scrupoli nella scalata sociale. Indubbiamente il romanzo è una importante testimonianza di uno strato di popolazione e di un'epoca, ma qui è tracciato con toni didascalici ed elementari: per esempio, il regista monta le immagini delle mani delle impiegate alla fabbrica di seta, che lavorano tra acque bollenti, vapori e i ripugnanti bozzoli, con le immagini delle dita affusolate della donna emancipata che si fa dipingere le unghie in un salone di bellezza occidentale.

Mezzanotte: è l'ultima sequenza, quando il protagonista decide di fuggire da Shanghai perché fallito, e, sul suo viaggio malinconico in barca lontano dalla tentacolare città, il film monta in parallelo le immagini di tutti gli altri protagonisti: gli affaristi che festeggiano la sconfitta del rivale, le comuniste in prigione etc. Si compie così l'affresco promesso.

Corrado Neri