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Legend of Lu Ban

Cina

Lu Ban è una figura leggendaria: carpentiere abilissimo, è maestro audace ed umile, mente dietro le più grandi realizzazioni del genio cinese. Il film, in un elegante b/n, racconta tre storie legate a questo saggio itinerante.

LEGEND OF LU BAN Lu Ban de chuangshuo

Sun Yu
Cina, 1958, 95', b/n
Con: Wei Heling, Li Wei, Zhong Shuhuang, Guan Hongda, Wang Hanlun.

Lu Ban è una figura leggendaria: carpentiere abilissimo, è maestro audace ed umile, mente dietro le più grandi realizzazioni del genio cinese. Il film, in un elegante b/n, racconta tre storie legate al saggio itinerante. L'anziano Lu Ban, benché il suo nome sia conosciuto in tutta la Cina, rifiuta sempre cariche ufficiali, preferendo spostarsi in tutto il paese aiutando gli artigiani in difficoltà. Nell'anonimato completo, egli agisce così come forza propulsiva del genio cinese, fuggendo gli onori che gli si vorrebbe attribuire, sottolineando inoltre lo spirito di corpo e l'importanza della forza collettiva. Il suo personaggio assomiglia per la sua modestia e altruismo a Wu xun, nel biopic diretto sempre da Sun Yu (The Life of Wu Xun)

Nel primo episodio l'anziano viaggiatore arriva in un villaggio in cui si sta costruendo un ponte. I lavori sono indietro, ed il signorotto locale insiste nel mettere fretta all'inetto ingegnere affinché il ponte sia pronto per la festa dei morti, giorno in cui un'imponente processione lo attraverserà per la prima volta. La vita del villaggio viene descritta dal tocco lieve di Sun Yu con partecipe attenzione: gli amici spacconi, ma in fondo gentili; la donna dell'osteria e la figlia, pudicamente e impazientemente prossima alle nozze, che spia il prestante fidanzato al di là del fiume, mentre porta al pascolo le bestie. E poi l'inettitudine dell'ingegnere, che sbagli i calcoli e da' indicazioni contraddittorie. Lu Ban si propone come muratore al antiere, e viene accettato tra i sorrisi, vista l'avanzata età. Si mette a limare discretamente una pietra, nottetempo calcola e misura le dimensioni del ponte (la sua ombra proiettata sulla balaustra fa un cenno di diniego col capo, c'è qualcosa che non va). Costruisce così una pietra di dimensiono peculiari, apparentemente inutile. Il capo carpentiere lo manda via, e con forza insospettabile Lu Ban si trascina via la pietra, per depositarla di fronte alla casa delle due donne. Dice loro che, se qualcuno desiderasse la pietra, dovrà come pagamento provvedere alla dote della figlia Arriva il giorno tanto paventato della cerimonia: già si sentono i tamburi e le corde pizzicate che portano un'armonia sincopata in lontananza, e al ponte manca una pietra centrale, che reggerà tutta la struttura. Le donne si illuminano, portano il regalo di Lu Ban, e scoprono con sorpresa che si incastra perfettamente al buco lasciato dagli inesatti calcoli dell'architetto. La figlia sorride abbassando gli occhi (dopo aver osservato la madre con la coda dell'occhio) al passaggio del futuro sposo, e la festa prosegue. L'architetto intuisce allora che dietro il nome di Yu Ri, datogli dal misterioso viaggiatore, si nasconde il geniale carpentiere Lu Ban. I caratteri Yu e ri formano infatti il nome Lu.

Ritroviamo la leggendaria figura su una barca, gli altri viaggiatori attorno a lui descrivono le mitiche gesta del carpentiere, e ne parlano come fosse un Immortale. L'anonimo, Lu Ban, coerentemente con il suo credo, dice che sicuramente Lu Ban non è un immortale, e ripete la sua dottrina: osservare ed imparare, così si costruiscono tutti gli uomini di genio. E mai da soli: con l'espediente di raccontare una leggenda, Lu Ban evoca come la madre prima e la sposa poi lo abbiano aiutato. Esse usavano essere suoi assistenti, ma hanno entrambe trovato modo per poter tornare a dedicarsi alle loro abituali mansioni ed essere sostituite da marchingegni meccanici (una roncola di legno per tenere fisso il pezzo di legno che Lu Ban sta lavorando, oppure un gancio per attaccare il filo con cui Lu Ban misura le colonne...). Si evidenziano così i valori sostenuti dal partito: se è importante rievocare figure leggendarie dal passato della gloriosa nazione, è altresì d'uopo sottolineare come essi non si siano "fatti da soli", ma abbiano imparato dai familiari, dai compagni, dalla società.

Nel secondo episodio Lu Ban aiuta un ingegnere che si trova di fronte a complessi problemi tecnici relativi all'elevazione di un tetto. L'artigiano lo aiuta indirettamente: dopo essere stato invitato a pranzo, con una scusa allontana l'ospite e se ne va, non dopo aver lasciato degli indizi su come poter risolvere i problemi che lo inquietano: una bacchetta nella bocca di due pesci indica come la trave, troppo corta, possa essere sistemata tra due sculture lignee raffiguranti due pesci; mentre una ciotola di riso rovesciata spiega il funzionamento di un metodo per trascinare il tetto fin sulla sommità di una collinetta artificiale. Lu Ban assiste alla fine dei lavori, ma si mescola alla folla per non ricevere nessun onore ufficiale.

Apprendere e riflettere. Nell'ultimo episodio è ancor più chiaro l'intento didattico del film, svolto con precisione di ritmo e accuratezza nella rievocazione di una Cina mitica, idilliaca, feroce anche: un nobile manda a morte tutti gli architetti che non riescono a creare una costruzione dalle complicate, impossibili (esoteriche? Sciamaniche?) misure e relazioni spaziali. Così, per aiutare il giovane architetto che prende il posto dello zio mandato a morte, Lu Ban riflette. Sun Yu usa una serie di dissolvenze incrociate: operai che lavorano, costruzioni della Cina storica, ponti leggiadri sospesi su corsi d'acqua, pagode e torri; in fine, in fiore bianco che sboccia: l'idea. Ma come realizzarla? Il carpentiere leggendario trae ispirazione dalla quotidianità: camminando si imbatte in una ragazzino che vende gabbie per grilli fatte di bambù, e chiede di parlare con l'artigiano. Quest'ultimo è paralizzato in casa, ed è aiutato dai due figli. I tre si dimostrano contentissimi di poter aiutare un personaggio così famoso e giusto; l'ideale della figlia è di diventare, sulle orme del padre, un artigiano: "non c'è mestiere più nobile", dice Lu Ban; poco prima, si era detto a proposito dell'architetto (nel secondo episodio) com'era difficile essere capi. Gli ideali del partito filtrano così esplicitati e sono resi graficamente dalle mani industriose degli artigiani che costruiscono da soli i più imponenti edifici, partendo dalle piccole cose e da un'umiltà di fondo che resta il valore maggior. Alla fine dell'episodio infatti Lu Ban è chiamato a ricevere gli onori, il giovane architetto lo vede nella folla, lo insegue, ma lui si dilegua. Preferisce guidare i giovani fuori dalle mura, fuori tra i campi, nella città (alla sua sinistra marcia gagliardo il figlio di Su Yu, raggiante di gioventù dei suoi diciassette anni), e ripete la sue lezione di umiltà e dedizione al lavoro. Dice: Lu Ban è tra noi. E la telecamera (poco incline ai campi totali) riprende leggermente plongé dall'alto la folla numerosa. Lo spirito del saper fare, il genio di Lu Ban è tra la gente comune, nel popolo della Cina, sparsa e disseminata ovunque.

Sun Yu, grande regista degli anni trenta, più volte contestato per le sue opere, riesce nondimeno a mantenere (sullo schermo) una visione positiva e allegra. Anche una pellicola indottrinante come questa mantiene un tono gioviale, di partecipe risonanza con la gente. Il regista compone dei ritratti toccanti: prima tra tutti naturalmente Lu Ban, con la sa aria triste e decisa, lontanissima da ogni stereotipo eroico. Ma poi, e soprattutto, la gente comune, il popolo, che viene a tratti evocato nella sua ingenuità, ma mai nel malvolere. Regna un'atmosfera di piacevole collaborazione., il male e l'invidia sono aboliti dal mondo. Se, dunque, scompaiono i crudeli latifondisti sadici (si veda la violenza esplicita di Big Road, Dawn...), restano solo le difficoltà materiali da superare con dedizione e nuli (impegno, lavoro, applicazione), uno dei termini più frequenti nel cinema classico cinese.

Corrado Neri