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Jin Nian Xia Tian

Cina

L'esordio nel lungometraggio di finzione della giovanissima documentarista Li Yu, uno dei primi film lesbici in Cina.

JIN NIAN XIA TIANPesce ed elefante di Li Yu

L'esordio nel lungometraggio di finzione della giovanissima documentarista Li Yu (al suo attivo collaborazioni con Zhang Yimou, Jia Zhang-ke e Chen Kaige) è un'opera minimale ma coraggiosa, impostata secondo i canoni di un severo realismo che solo nel finale si apre alle contaminazioni del melò e dell'azione. Per il resto Li Yu (cineasta tanto minuta e dolce quanto ferma e determinata) mantiene il suo racconto di formazione lesbica sui binari di un'osservazione partecipata che si muove con silenzioso pudore attraverso il lavoro degli interpreti (tutti rigorosamente non professionisti e scelti nell'ambiente del sotterraneo movimento gay di Pechino). Ciò che continua a sconcertare sono le condizioni di assoluta clandestinità nella quale gente come Li Yu (o Stanley Kwan) sono costretti a operare per affrontare l'omosessualità. La serena fermezza con la quale la regista affermava sconsolata che non vedeva alcuna possibilità distributiva per il suo film (né in Cina, né all'estero) ci spinge quasi ad abbracciare la causa del tanto odiato contenutismo pur di difendere la libertà di chi vuole semplicemente continuare a realizzare il cinema che desidera. E se poi fosse confermata la voce secondo la quale dopo l'affaire Pesce ed elefante i cinesi intendono punire addirittura con la pena capitale quanti esportano non autorizzati film e altre opere d'ingegno, come si comporterà la comunità internazionale, adesso che anche Pechino si è schierata con la jihad dell'Occidente contro il terrore? Insomma: a volte dei piccoli film ci ripropongono dei dilemmi etici enormi.

Giona A. Nazzaro