In occasione dell'uscita in Corea dell'ultimo film di Park Chan-wook (Old Boy --ispirato all'omonimo fumetto giapponese di Minegishi Nobuaki), il giornale internet Ddanzi Ilbo ha pubblicato una lunga intervista al regista, svolta in tono informale e amichevole, nella quale il giornalista Ddanzi Chonsu e Park Chan-wook discutono non soltanto dei film di Park, ma anche di cinema e di Corea in generale. Riproduciamo qui in formato ridotto la conversazione dei due, in uno dei primi pezzi tradotti dal coreano che illustrano il carattere del regista.
INCONTRO CON PARK CHAN-WOOK
Old Boy di Park Chan-wook
Regia: Park Chan-wook, Sceneggiatura: Hwang Jo-yoon, Im Joon-hyung, Park Chan-wook, Fotografia: Chung Chung-hoon, Scenografia: Ryu Seong-hee, Montaggio: Kim Sang-bum, Musica: Cho Young-wook, Interpreti: Choi Min-shik (Oh Dae-su), Yu Ji-tae (Lee U-jin), Kang Hye-jung (Mido), Produttore: Kim Dong-joo, Produzione: Show East Company, Ltd., Distribuzione: Cineclick Asia, Origine: Corea del Sud, 2003, 35 mm, colore, 119'. In un giorno come un altro del 1988, un uomo come un altro, Oh Dae-su, viene improvvisamente rapito, strappato alla moglie e alla figlioletta, e imprigionato in una stanza. Qui il suo unico compagno è un televisore, dal quale presto apprende che sua moglie è stata brutalmente assassinata. Inutili tutti i tentativi di fuga e di suicidio, Dae-su decide che l'unico scopo di vita rimastogli è la vendetta nei confronti di chi (ancora ingnoto) gli ha rovinato la vita. Dopo quindici anni di prigionia Dae-su viene rilasciato, con a sua disposizione un portafoglio e un telefono cellulare. Alla ricerca del suo rapitore, Dae-su incontra una ragazza, Mido, che lo aiuterà ad indagare. Dopo diverse traversìe Dae-su finalmente trova l'uomo che lo ha torturato per anni, ma quando sta per ucciderlo questo gli fa notare che se lo uccidesse subito non saprà mai per quale motivo è stato rapito. Gli propone invece un gioco: in cinque giorni Dae-su deve indovinare il motivo per cui è stato imprigionato, o il rapitore (Lee U-jin) ucciderà Mido. Al contrario, se Dae-su indovinerà, U-jin si suiciderà. Incontro con Park Chan-wook: È il momento di Old boy Definito come film immorale perché tratta l'incesto, etichettato film che viola e mina i valori morali della società, film molto commerciale e deviante, in cui degenerano lascivia, decadenza e depravazione, Old boy ha fatto parlare molto; in soli tre giorni dalla prémière ha superato 530 mila spettatori, e lo scorso fine settimana ha superato il milione. In linea di massima la gente pensa che se si muove "un milione di persone" per un certo scopo, questo è un "fenomeno" che supera la semplice dimensione dell' "interessante". E per il cinema coreano, che non si è mai spinto così all'estremo, a mettere il pubblico con le spalle al muro così crudelmente, usando argomenti tabù per indurre ansia e disgusto, il fenomeno non è un fenomeno normale, è una cosa che non può essersi creata da sola, e che ha attirato la nostra attenzione. Ma chi è Park Chan-wook? La nostra intervista ha avuto luogo il 22 novembre in un caffè di Apkujeong. Dal nostro giornale va in azione il trio Chonsu, il redattore capo, e il responsabile della sezione cinema Na Moong-i, mentre il regista Park è accompagnato dal suo staff programmazione. Siamo in ritardo di una quindicina di minuti, il nostro staff intervista che era uscito a comprare una presa multipla ritorna, ed è ora impegnato a collegare laptops, registratori e telecamere. E alla figura di Park, che sta seduto composto e continua a non parlare, per un momento si sovrappone l'immagine di U-jin, che per la prima volta faccia a faccia con Dae-su nell'appartamento di fronte all'abitazione di Mido, gli risponde affabilmente, sorridente e sereno, mentre Dae-su mosso da spirito vendicativo a denti stretti gli punta contro un martello. [...] Chonsu: Nell'intervista di oggi vorrei discutere un po' del film e un po' di chi è Park Chan-wook, per cominciare. [...] Chonsu: Io l'ho guardato con passione dall'inizio alla fine... Ho provato a immedesimarmi sia in Yu Ji-tae che in Choi Min-sik... L'ho guardato dicendomi che se tutti lo definiscono [un film] molto fumettistico, forse sarà stato realizzato portando agli estremi gli effetti drammatici... Ma verso la fine quando compaiono le due sedie non ho potuto fare a meno di chiedermi chi è che ce le ha portate?... L'ipnotizzatrice? Choi Min-sik?... Se ce le ha portate l'ipnotizzatrice è proprio l'incarnazione dello spirito di servizio. [...] Se ce le avesse portate Choi Min-sik sarebbe davvero una mossa cortese... (ride). In quel campo aperto, per parlare con l'ipnotizzatrice porta apposta le sedie... [...] Park: Non ci ho mai pensato. Puoi anche vederla così. Oppure ce le può aver portate Oh Dae-su, quindi Choi Min-sik, più che l'ipnotizzatrice... È più probabile che ce le abbia portate Oh Dae-su, non credi?, è lui quello che chiede aiuto per risolvere la propria situazione... Non ci ho mai pensato. Ovviamente anche la troupe si sarà chiesta ma da dove cavolo arrivano queste sedie, cosa c'entrano?, ma si è rassegnata a portarcele e basta... Direi che qui la situazione è un po' particolare, si entra nel fantasy, nella sensazione "ma dove diavolo siamo?". Chonsu: Per quanto riguarda gli altri elementi del film si può dire che in gran parte sono stati presi a prestito da diverse leggende e che sono tabù, ma in ogni caso, se la sceneggiatura in sé coincide con una struttura teorica, le sedie non coincidono con un cavolo... Chonsu: Ammettilo, l'hai scritto senza motivo. Loro seduti, che discutono, l'hai fatto solo perché è più adatto a livello di scenografia. Nel tentativo di rompere il ghiacchio ho fatto domande scherzose. Le risposte, a mia sorpresa, sono state serie. Mi aspettavo un personaggio cinico e pungente come le sue sceneggiature, che dà risposte secche come i suoi film, ma la figura seduta, la voce che risponde con un tono e contenuti... come dire?... mhmm... Na: Per quanto riguarda la trama e i colpi di scena del film hai esercitato un controllo parecchio severo, l'attenzione a non far trapelare la trama prima dell'uscita del film ha avuto un grado di importanza ben definito. L'hai tenuto nascosto e rivelato all'ultimo momento come se spuntasse da un posto fuori dalla realtà... Viene da chiedersi se non hai cercato di creare una situazione simile a quella del film trasponendo la situazione contenuta nel film alla realtà... Chonsu: In altre parole, in realtà non hai usato la storia del film per fare marketing. Chonsu: Ci sono casi in cui si realizza un film solo per il colpo di scena, e in questi casi si vedono spesso delle forzature. Ma mi pare che in Old boy non ci siano forzature create solo al fine di rappresentare effetti drammatici della presentazione... Chonsu: Perciò forse il colpo di scena può sembrare di non forte impatto. Chonsu: Alla fine Yu Ji-tae si suicida, cosa che ha deluso circa la metà degli spettatori. Forse avresti potuto impegnarti un po' di più e trovare uno sviluppo più interessante... Ma d'altra parte Yu Ji-tae cosa potrebbe fare se non suicidarsi? A prescindere da ciò che il regista gli avrebbe ordinato forse si sarebbe suicidato lo stesso... Chonsu: Certo, ma visto che la storia faticosamente arriva fin qui, perché all'improvviso, e stereotipicamente, lui getta la spugna? Non è un codardo? Che stronzo... [...] Chonsu: In qualche altra versione della storia per caso non hai sviluppato un finale diverso? Chonsu: Fino a che le si mozza il fiato... (grande risata generale)
Una cosa che mi elettrizza molto è la pistola, il modo in cui la si usa. Quando la guardia del corpo dà la pistola a U-jin e lui la vede per la prima volta, la avvolge in carta di giornale e la riguarda un po' di qua, di là... Questa scena si intreccia con una scena di poche ore prima, quando Dae-su si separa da Mido nella cella, e proprio qui all'intreccio delle due scene, mentre Mido parla della sua speranza che Lee U-jin implori umilmente perdono inginocchiato davanti al nostro uomo per quel che gli ha fatto finora, la voce di Mido si trascina fino alla scena dell'ascensore -- la scena precedente ci fa ancora credere che U-jin non userà la pistola-- dove tenendo in questo modo la pistola U-jin la mostra a Dae-su, e Dae-su guarda con un'espressione un po' intimidita. Da qui la scena in cui U-jin si sarebbe inginocchiato davanti a Dae-su e lo avrebbe implorato si ribalta completamente, perché in realtà U-jin progettava sin dall'inizio di tirare fuori la pistola. Inaspettatamente Dae-su si trova intimidito in questa situazione, la pistola è quella che servirà per uccidere la guardia del corpo, e quando Dae-su rinfaccia a U-jin di essersi portato a letto la sorella lui non guarda Dae-su, ma la guardia del corpo, la quale di nuovo abbassa gli occhi e muore, sentendo una storia che non doveva sentire... Gli spettatori forse non lo noteranno, ma per me è il massimo, è veramente comica l'espressione con cui muore la guardia del corpo... Si può anche ipotizzare che la guardia sia morta per aver sentito questo segreto, è quello che abbiamo pensato noi... Ma non ha importanza se gli spettatori non arrivano a pensare fino a questo punto. Chonsu: Scusa, noi chi?
Park: Noi lo staff, no? La pistola viene usata da U-jin per uccidere la guardia del corpo, poi mira Dae-su come per ucciderlo. E poi... poiché U-jin punta la pistola alla tempia di Dae-su abbracciandolo e mettendoglisi guancia a guancia, può anche sembrare un assassinio che finirà con il suicidio dell'assassino stesso, con il proiettile che trapassa la testa di Dae-su fino ad uccidere anche U-jin, il quale punta la pistola chiedendosi che piacere della vita gli rimane. Ma inaspettatamente U-jin finisce per morire da solo... E così l'uso della pistola vede diverse variazioni, penso che sia più interessante della morte per corsa a perdifiato. Chonsu: Questo tipo di suicidio non è al contrario più convenzionale? Di nuovo, è più serio di quel che mi immaginavo. Chonsu: Ho capito. Possiamo dire che da "Sympathy for Mr.Vengeance" sei rimasto parecchio bruciato e hai opportunamente raggiunto un compromesso, anche pensando che non bisogna lasciarsi sopraffare dalle aspettative altrui, e che se trovi un compromesso farai contenti tutti? Chonsu: Non è una cosa che avresti dovuto tenere a mente? Chonsu: Ah, vuoi dire che conosci le strategie commerciali... Chonsu: L'ho visto ieri, ah ah! [...] Chonsu: Alla fine di Old boy arriva la frase "Anche una bestia ha diritto a vivere": una parte del pubblico si è stupita di un simile messaggio. Perché glielo hai messo? Chonsu: Visto che ne stiamo parlando, ma alla fine questo film cosa vuole dirci? Chonsu: Ah ah! [...]
Park: [...] C'è veramente da far attenzione a quel che si dice... ah ah ah! Ma ovviamente questo non è tutto... chissà, da una parte c'è l'attenzione a ciò che si dice, dall'altra la mancanza di un messaggio preciso... Questo amore che alla fine si decide di dimenticare, ma poi Mido che se ne esce con "Ti amo Dae-su", e vedendo il sorriso di Oh Dae-su in risposta, lo spettatore rimane spiazzato. Poiché Dae-su aveva perso la memoria un po' pareva che fosse finita bene, ma con questa sua reazione ci rimane un po' il dubbio che invece non lo sia... Qui lo spettatore cosa si aspetta, che questo amore si realizzi? O che al contrario venga dimenticato? Naturalmente visto che si tratta di un amore degli attori personaggi del film, nella maggior parte dei casi l'audience spererà che si realizzi. Ma poiché è un amore immorale, è difficile fare il tifo affinché vada a finire bene. Lo spettatore cosa spera che succeda? Questo dilemma è il fulcro del film, e vorrei che questo dilemma venisse riconosciuto come il dilemma dell'audience. Ovviamente fra il pubblico ci sarà anche chi, confuso e spiazzato, lo accetta e ci mette una pietra sopra senza capire di cosa si tratta... Ho cercato di esprimere chiaramente che questa è una situazione ambigua. Perciò ho inserito la frase "Può anche darsi che se commettiamo un errore i ricordi si confonderanno, ci proviamo lo stesso?", e in seguito "Ti amo Dae-su", con lui che sorridendo sfuma, è contorto non ti pare? E poi il paesaggio, il paesaggio mostrato alla fine quando scorrono i titoli di coda, quella ripida catena montuosa dà la sensazione che il futuro che si apre davanti ai due personaggi sarà estremamente difficile. Poi dopo questa inquadratura, da lontano appare una prateria oltre le montagne, verde e bella come un paradiso, e questo invece può essere inteso come il segno di una speranza; ma quando anche la musica finisce --veramente a questo punto gli spettatori sono già usciti tutti, comunque-- si sente fischiare un vento sferzante, crudele... Realizzando tutto questo, apposta a sembrare ambiguo, mi sono augurato che anche gli spettatori finissero per chiedersi spontaneamente "Ma io cosa mi aspetto dall'amore di questa coppia?". Chonsu: Quindi la vita delle persone è incerta, illogica, irrazionale, che non si può predire, come la meccanica quantica, un dilemma antinomico... Chonsu: Quindi sarai contento se alla fine del film l'audience si arrovella a chiedersi se è giusto volere che questo amore si realizzi o se non lo è... Chonsu: E tu cosa ne pensi personalmente?
Se avessi amato così profondamente questa ragazza, Mido, credo sarebbe un risultato piuttosto logico... Se io l'amassi veramente come donna, venendo a sapere che si tratta in realtà di mia figlia... allora cosa farei? Per prima cosa si può pensare a una fuga. Ma lui la ama troppo per fuggire. E anche per la figlia, abbandonata così piccina, una figlia rivista dopo 15 anni, persa, che non ha più rivisto e non per sua scelta... Penso che io la vorrei al mio fianco... Ma vivere insieme a una figlia che conosce questa verità sarebbe un dilemma senza fine per tutta una vita. E all'oscuro della verità, la ragazza non capirebbe perché lui non vuole andare a letto con lei. Non potendo spiegarle il perché e senza nemmeno poter continuamente rifiutare dormire con lei, lui si trova in una situazione senza scelta. Se fosse davvero possibile poter rimuovere i ricordi penso che sceglierei questo metodo. Ma tramite l'ipnosi, nel momento in cui viene fatto l'incantesimo, è difficile cancellare solo alcune parti precise, ci sono molte probabilità che vengano commessi degli errori o che tutti i ricordi vengano rimossi. C'è anche l'eventualità che la perdita della memoria sia solo temporanea e che in seguito riaffiori, anche questo è un rischio... Qui se fossi uno spettatore tiferei per la perdita della memoria. Dimenticata la verità che la ragazza è la figlia, spererei che il nostro uomo vivrà felice con lei e senza sensi di colpa. Credo che se lui non avesse la memoria e se non sapesse che lei è sua figlia il suo comportamento non potrebbe definirsi immorale... Ma la posizione che prende, tentando volontariamente di rimuovere i suoi ricordi, dimostra un'intenzione disonesta. E allora come dicevo prima, è una situazione in cui non può fare né in un modo né nell'altro... Io stesso potrei anche avere fatto come lui. Chonsu: Guardando la tua produzione cinematografica, mi viene da pensare che il regista Park Chan-wook è uno che cerca emozioni eccentriche, per un pubblico scelto... Un po' tutti i tuoi film, compreso "JSA", mi danno quest'impressione, c'è un qualcosa che viene sottilmente trascinato fino agli estremi... Un qualcosa di diverso dal tuo spirito aristocratico, come se un finale tutto perfetto farebbe stare un po' male, imbarazzerebbe, farebbe venire la pelle d'oca... Quando in realtà guardando i film, viene anche da pensare che dentro sei un uomo davvero raffinato... troppo raffinato, tirato a lucido tanto da infastidire un po', proprio come uno vestito tutto per bene che si fa apposta una testa punk... Chonsu: Un operato "aristocratico"... che però contrasta con lo status che hai acquisito con l'esperienza, e anche i tuoi film sono di rottura... Chonsu: Ah ah!... E sei anche pignolo... Dal suo "hai visto giusto" della discussione qui sopra, e a proposito dell' "essere raffinato", mi domando: se avessi lasciato cadere il discorso avrebbe automaticamente accettato la cosa, o invece visto che l'ho tirata fuori lo imbarazza un po'...? oppure pensa davvero di non essere un tipo raffinato...? o è uno che quando riceve complimenti non si sente a proprio agio e nega fermamente...? Corretto fino a diventare un po' arrogante, uno che appartiene alla categoria di quelli che devono sempre aggiungere l'ultima parola ... I preconcetti che mi ero fatto guardando i suoi film, sono stati "traditi" passo per passo. Park: Mah, il fatto che ho vissuto una vita tranquilla e senza grosse difficoltà non ha nessun tipo di relazione con l'amore per i film eccentrici...E solo perché sono uno che è vissuto in questo modo non mi si può costringere a non avere certi gusti... Ma forse c'è anche questa ragione... Avendo vissuto in questo modo, mi sono annoiato vivendo una vita senza stimoli, e nemmeno la creazione di un operato raffinato porterebbe ad interessarmi di opere artistiche. Chonsu: E lo sottolinei apposta... con il martello... Arrivo a girare il coltello nella piaga... Chonsu: L'essere o meno "eccentrici" è una questione di gusti, alla gente comune pare che stia a rappresentare il livello di una persona ma non è così. Io protesto che uno che si interessa di cose definite di livello basso non necessariamente è un individuo dello stesso livello. O forse vorrei consolarmi, dicendo che anche se per la massa quel che fai è eccentrico non significa che tu sia di livello basso... Visto che anche Ddanzi Ilbo è considerato in questo modo capisco bene come ci si sente... E se si arriva a ricevere un grosso capitale, bisogna far intervenire la coscienza professionale... A me Sympathy for Mr.Vengeance è piaciuto. Forse potrà anche farti male al cuore, ma [...]mi chiedo se Park Chan-wook non sia uno che sa cosa richiede il mercato ma non possa rinunciare all'arte... E quindi finisca per autocompiacersi usando i soldi di qualcun altro... Una cosa che ho imparato portando avanti Ddanzi Ilbo è che ci sono testi che non vengono capiti dai lettori, o che muoiono abbandonati, sempre per un paio di ragioni. Una è il troppo amore per il testo, innamorandosi del testo non si riesce a mantenere una distanza oggettiva, e si finisce per essere gli unici a capire questo testo scritto. Un'altra ragione è che anche se si sa che porre apposita distanza fra sé e il proprio testo è estremamente importante, non si riesce a capire quanta deve essere questa distanza, quindi il testo finisce per essere troppo distaccato sia dall'autore che dal lettore, riamenendo lasciato a se stesso e quindi a morire da solo. Sympathy for Mr.Vengeance mi dà proprio quest'impressione... Park: Con questa mi hai messo k.o. Come faccio adesso a riordinare le idee... Ah ah ah! Dunque, per prima cosa non abbiamo a che fare con un romanzo o una poesia, e in secondo luogo penso che un film sia diverso da un articolo di giornale. Un film è arte, non importa se comporta un'apertura di grande scala, per esempio anche Matrix è arte no? In questo senso, io non cerco di fare art films, il film è un mezzo artistico e penso che sia diverso e che non si possa mettere allo stesso livello dell'articolo di giornale. Ritengo anche che lo scopo principale non sia quello di venire amato da tante persone e farsi capire da tanta gente. Poi non capisco bene cosa intendi per innamorarsi del testo. Perché il motivo per cui un film viene prodotto è la causa, ma l'innamorarsi del testo non è il risultato? Io amo molto Sympathy for Mr.Vengeance, ci sono molto attaccato. Ma il perché ho realizzato questo film è un'altra questione. E poi a proposito dei film eccentrici, io non mi aspettavo che Sympathy for Mr.Vengeance non avrebbe realizzato buoni introiti, per me era un buon film... Chonsu: Allora tu non pensi che il successo commerciale dei tuoi film sia secondario... Chonsu: Davvero? Mi pare che con Sympathy for Mr.Vengeance ti abbiano frainteso in molti. Chonsu: Su questo argomento ti scaldi parecchio. (grossa risata generale) [...] Chonsu: Se non mi avessi spiegato tutto anch'io ti avrei frainteso. Chonsu: Ti faccio ancora una domanda riguardo alla parte finale. Ci sono casi in cui la sceneggiatura in sé è compiuta, ma non viene capita dai lettori. Col senno di poi non ti sembra che Sympathy for Mr.Vengeance in effetti non sia come un testo che non viene letto, e che non riesce comprensibile alla massa? E quindi nel tentativo di lasciarsi alle spalle certe accuse, amando troppo il proprio film non si finisce per non riuscire a trovare la giusta distanza dall'audience?
Così, a pelle, sin dai poster all'entrata molti hanno avuto l'impressione che fosse un film tremendo e disgustoso. Io non me l'aspettavo, ma il 70-80% dell'audience l'ha veramente trovato terribile, un film pessimo, ci sono state diverse reazioni di questo tipo, anche sulla bacheca della homepage... Per quanto riguarda il paragone con il testo scritto... Il film non presenta una narrativa difficile da capire, anzi è molto facile da recepire. Probabilmente se il contenuto dei film che uno recepisce risulta disgustoso non può rapportarcisi. In realtà il fulcro di Sympathy for Mr.Vengeance non è quello di un film horror in cui saltano gambe e braccia o vengono esposte budella, ma anche se non ha scene del genere viene ricordato come un film terribile e crudele. Degli effetti e degli stimoli che il pubblico si apettava si è trasmesso bene questo aspetto, che non è quello che si aspettava... Peccato, perché in questo film non ci sono per niente effetti che shockano alla vista, davvero, nel film non ci sono effetti horror. Lui la pensa così.... [...] Chonsu: Anche nel caso di Old boy gli spettatori non sanno bene come reagire: non si distingue chiaramente chi è il buono e chi è il cattivo, non si capisce se in certe scene si debba piangere o ridere, se i protagonisti debbono andare a finire bene o male... I tuoi film presentano sempre questi aspetti contraddittori perché ti piacciono situazioni che non si risolvono troppo chiaramente? Chonsu: [...] Una delle reazioni più comuni delle nostre ragazze che hanno visto il film con noi è che non riescono a immedesimarcisi. Sympathy for Mr.Vengeance è stato un film difficile in questo senso, e anche questa volta pare sia lo stesso, il pubblico femminile ha guardato con interesse lo svolgersi della storia sullo schermo ma non riesce ad identificarsi con la storia. Quando ho chiesto perché mi hanno risposto che anche trovandosi nella stessa situazione non sarebbero arrivate a quel tipo di comportamento, che i comportamenti dei protagonosti appartengono a un modo di fare estremamente maschile, estremamente muscolare, un problema tipico... Motivo per cui forse il regista Park Chan-wook è un maschilista... Chonsu: (durante l'assenza di Park si rivolge allo staff programmazione) Voi siete il gruppo che è stato fatto e disfatto? Chonsu: Lo staff di "Old boy" è affiliato alla casa produttrice o a qualcun altro? Chonsu: Lo staff di Old boy? [...] Chonsu: Pare che la programmazione del film vada bene. [...] Park: Anche l'esportazione va bene, quindi non ci saranno perdite. A proposito del maschilismo... in realtà io non sono un maschilista, per fare un esempio non sono uno che usa nei suoi film degli Arnold Schwarzenegger, in questo senso non faccio film macho. A me non pare, ma se il gentil sesso insiste a dire che faccio film maschilisti, mah!, chissà... macho... Chonsu: Per questo motivo le donne non si immedesimano nei tuoi film... Chonsu: Le nostre ragazze non sono così semplici... Chonsu: Ti sei arrabbiato? (ride) Chonsu: Più che la vendetta il tipo di immaginazione è prettamente maschile... Chonsu: Lo pensi davvero? Chonsu: Ho capito, ci penso io a dare una lavata di capo alle nostre ragazze (ride). Ah, qualcuno dei nostri ha anche commentato che Park Chan-wook è un patito dei fumetti giapponesi, per esempio gli piaceranno Sexy commando gaiden: sugoi yo! Masaru-san o Ike! Inachū takkyūbu... Chonsu: Credo che se facessi un film su Masaru ti riuscirebbe bene. Chonsu: Hai visto il cartone animato di Sexy commando?
Chonsu: Tornando a noi, il set di "Old boy" è veramente fichissimo... Staff: La Penthouse suit? [si riferisce all'abitazione di U-jin, n.d.t.] Chonsu: L'avete costruito per l'occasione? [...] Chonsu: Guardando i tuoi film c'è anche chi ci vede una comprensione per gli omosessuali... Chonsu: Un personaggio famoso? Chonsu: Molti hanno visto in Sympathy for Mr.Vengeance il tentativo di parlare di queste persone, e anche tu ora me lo confermi... Ma come vedi la tua vera natura? Redattore: Sei conosciuto come un membro del Partito Laburista-democratico. Redattore: Nei tuoi film non lasci trasparire queste tinte politiche, anzi le occulti per bene... Chonsu: Hai detto che anche dopo aver fatto diversi film non vuoi portino troppo il tuo marchio di fabbrica, che speri non sembrino film fatti dalla stessa persona... Per quale tipo di film vorresti che ti riconoscessero come un buon regista? Oppure vorresti davvero non venir riconosciuto come il regista dei tuoi film? Chonsu: Perché non ti piacciono i discorsi sui film d'autore? Chonsu: E qual è il motivo per cui arrivi ad arrabbiarti? [...] Chonsu: A giudicare dai tuoi film mi sembri un tipo meticoloso... Chonsu: A proposito di Sympathy for Mr.Vengeance, in tanti hanno detto che la trama non è abbastanza sviluppata. E anche riguardo a Old boy mi è venuta da pensare la stessa cosa. Per esempio quando Dae-su cerca il ristornate cinese "Drago Blu", che in realtà non è "Drago Blu" ma "Drago Blu-viola", mentre crede ancora che sia "Drago Blu" improvvisamente tira fuori il martello dicendo a Mido "Non posso fidarmi di te", ed esce a cercare il ristorante. Che fino a qui non era riuscito a trovare perché si era fidato... Chonsu: Questo l'avevo capito, solo che se si prova a guardare lo svolgimento della storia non è coerente... Chonsu: Mi stai dicendo che ha cercato sull'elenco telefonico e ha trovato il "Drago Blu-viola".... Da qui stranamente, o forse non stranamente, abbiamo discusso animatamente per una decina di minuti. Ritenendo che fosse una scena importante ci siamo scambiati opinioni del tutto opposte. Ddanzi Ilbo è sempre un po' così... Comunque, segue lo svolgimento del dibattito, finito per diventare accesissimo, come se si trattasse di una discussione da cui dipende il futuro dell'umanità, su un tema come il surriscaldamento della temperatura terrestre o simili. Park: Si possono prendere in considerazione diversi fattori, analizziamoli tutti. Diciamo che ci sia una decina di ristoranti il cui nome contiene i caratteri cinesi "Drago Blu". Lui va a vederli tutti. Poi dai suoi occhi si scende, la cinepresa si ferma sulle bacchette e sui ravioli fritti, che sono come quelli che ha mangiato lui per 15 anni.
È questo il posto giusto? Da quel che vede sembra di sì. Questa è la situazione prima di assaggiare i ravioli. Poi blocca il ragazzo che fa le consegne, il che significa che ha assaggiato i ravioli e ha capito che questo è il posto. Non penso che nell'ambito di questo film sia una forzatura. È vero, credeva di trattasse del "Drago Blu", ma ci può anche essere un ristorante il cui nome si compone di un elemento in più. Non so bene come ha fatto a trovare "Drago Blu-viola" sull'elenco, ma per quel che ne so io sulle pagine gialle c'è anche la pagina dei ristoranti cinesi. Diciamo che li guarda tutti. E così facendo scopre che c'è un ristorante il cui nome contiene tre caratteri, "Drago Blu" più un terzo. Mah, io non ci vedo niente di strano... [...] Un altro elemento è la sua ricerca del ristorante. Ho pensato che non valesse la pena rappresentarla in maniera dettagliata. [...]
Chonsu: In che cosa ti definisci pigro? [...] Park: Durante le riprese spesso mi rimproverano di essere pigro. Per esempio nella scena della lotta con il martello ci sono venti attori, ma siccome era troppo complicato l'abbiamo filmata in una ripresa, l'avrai sentito dire diverse volte. Chonsu: C'erano venti attori in quella scena? [...] Redattore: [...] per quale motivo ti sei risparmiato sulle riprese? Chonsu: Ti riferisci alla scena in cui segui tutta la corsa di Dae-su, giusto? È una gran bella scena, e pensare che è il risultato della tua pigrizia... sorprendente. Chonsu: C'è un politico che ti piace in particolare? [...] Park: Ah... Un politico coreano... non saprei. Visto che faccio parte del Partito Laburista-democratico, credo che sceglierei Kwon Yeong-gil. [...] Chonsu: Hai avuto un motivo, un incentivo particolare che ti ha portato a questa scelta? Chonsu: Quindi alle prossime elezioni voterai Kwon Yeong-gil? Chonsu: Non No Mu-hyeon...? [l'attuale presidente coreano. n.d.t] [...] Chonsu: E ultimamente non sei d'accordo sulle scelte di No Mu-hyeon? [...] Chonsu: Una cosa che dico sempre è che secondo me in Corea è più difficile che venga approvata la legalizzazione della pornografia piuttosto che venga abrogata la legge sulla sicurezza nazionale... Chonsu: Sono d'accordo. I cambiamenti hanno luogo quando si comincia a fare qualcosa di concreto. [...] Ritieni giusta la legalizzazione della pornografia? Chonsu: Però affinché la pornografia venga permessa e legalizzata non bisogna lasciarsela scappare di mente, anzi bisogna fare qualcosa. Non pensi tu personalmente di fare qualcosa di concreto? come per esempio realizzare un bel film porno. (grande risata generale) Redattore: Recentemente la Korea Media Rating Board [organo che visiona ed eventualmente censura musica, cinema, videogiochi ecc., n.d.t] ha censurato Kill Bill: come regista avresti dovuto dire qualcosa. Tutti: Uah ah ah ah! A questo punto si è fatto chiaro. A giudicare dal modo in cui sta seduto, dal tono della sua voce e dal contenuto delle sue risposte è "un intellettuale". Una "persona colta" che si compone di particolari opinioni riguardo alla correttezza politica, di un essere sensibile ai problemi delle cosiddette minoranze e dell'amore per le cose da "eccentrici", di un'innata intelligenza, di una raffinata sensibilità e di un gusto elegante. |
Ddanzi Chongsu
Intervista originariamente pubblicata su Ddanzi Ilbo il 1.12.2003,
tradotta e riprodotta per gentile concessione della testata e dell'autore.
traduzione di Silvia Tartarini