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Camel Xiangzi

Cina

Tratto dal celebre romanzo di Lao She, questo film ottenne grande successo di pubblico e critica. Il regista Ling Zifeng è uno dei più rispettati veterani del cinema cinese. Questo film è il suo preferito; ha infatti attinto dai suoi ricordi d'infanzia per ricreare la Pechino degli anni Venti.

CAMEL XIANGZILuotuo xiangzi di Ling Zifeng

Cina, 1982, col
Con: Siqin Gaowa, Zhang Fenyi, Yin Xin, Yan Bide, Li Xiang
 

 

Tratto dal celebre romanzo di Lao She, questo film ottenne grande successo di pubblico e critica (il prestigioso Golden Rooster Award come miglior film e miglior attrice per Siqin Gaowa, che sarà protagonista di Women From the Lake of Scented Soul). Il regista Ling Zifeng (n. 1917) è uno dei più rispettati veterani del cinema cinese. Questo film è il suo preferito; ha infatti attinto dai suoi ricordi d'infanzia per ricreare la Pechino degli anni Venti; nel film, come nel romanzo di Lao She, è vitale la riproduzione realistica di un mondo ormai scomparso, ma nostalgicamente rievocato nonostante la contemporanea, e precisa, denuncia dei mali della società.

La storia segue fedelmente il romanzo: la vicenda di Xiangzi, giovane tiratore di risciò ostinatamente lavoratore, che sogna di guadagnarsi con il solo frutto della sua fatica un risciò tutto suo. Cade vittima del tranello della figlia del gestore dell'impresa per cui lavora, una ragazza più vecchia di lui, Huniang "la tigre", che lo seduce e lo costringe a sposarlo fingendosi incinta. I due, ripudiati dal padre di lei, dividono la corte del loro appartamento con una povera famiglia la cui figlia è costretta a prostituirsi. Huniang muore di parto, e Xiangzi è costretto a vendere il risciò acquistato a prezzo di tante fatiche. Ridotto in miseria, torna a cercare la fanciulla, ma questa è stata venduta ad una casa chiusa e, quando Xiangzi infine la trova, l'anziana tenutaria, orribilmente truccata, gli rivela che la ragazza si è impiccata la sera prima.

Merito del film (e del romanzo) è di dare un ritratto a tutto tondo dei protagonisti e così come di affiancarli da figure memorabili. La tela si fondo si anima di vivaci colori, il ritratto di Pechino negli anni Venti risulta animato e di ampio respiro: numerose panoramiche dall'alto dei tetti, lunghe escursioni tra i vicoli dove si muovono personaggi diversi e caratteristici, ricostruzione vivace e precisa dell'ambiente dei mercati e delle corti interne in cui si incrociano le esistenze di numerose famiglie. Particolarmente memorabili sono appunto la giovane prostituta, ma anche il vecchio tiratore di risciò, la ricca borghesia villana del padrone dell'agenzia di risciò, i tiratori di risciò che si scaldano al fuoco e giocano a dadi, il professore che dà lezioni di letteratura moderna.

E poi, naturalmente, i due protagonisti. Huniang è una donna matura, calcolatrice, innamorata di Xiangzi, ma che non esita però a sfruttare per farsi sposare ed uscire dalla casa dove il padre la condannava allo stato di zitella, perché lo potesse aiutare nella gestione dell'azienda. Siqin Gaowa ne dà un ritratto vivace e severo al tempo stesso, soprattutto nei rapporti che instaura con la giovane prostituta: Huniang dapprima cerca la ragazza per tenerle compagnia, poi la accusa davanti ai vicini di prostituzione, e ancora in seguito fa la pace con lei e la aiuta nel moneto del bisogno. Forte, intensa, appassionata e calcolatrice, Huniang è, tanto in letteratura quanto al cinema, uno dei personaggi femminili più interessanti e accattivanti della cultura contemporanea cinese.

E per finire Xiangzi: il regista ne film il corpo possente con cura e amore, in contrasto con il suo volto da bambino gentile. Il corpo di Xiangzi diventa plurisignificante, assumendo diversi ruoli a seconda di come viene filmato: il regista evoca con lo sguardo insistente della sua telecamera lo sguardo lascivo che Huniang posa su di lui. Ma evoca anche, quando riprende i suoi piedi che corrono sull'asfalto, sulla neve, tra la pioggia che cade torrenziale, e poi la sua schiena madida di sudore, la vitalità della giovinezza, la testardaggine della gioventù cinese fermamente decisa a cavarsela contando esclusivamente sulle proprie forze.

In questo senso si può vedere nella storia il prototipo di innumerevoli romanzi e film cinesi moderni e contemporanei (si pensi per esempio a Biciclette di Pechino di Wang Xiaoshuai): il giovane venuto dalla campagna che esperisce la città, e affronta il mondo e i riti di passaggio (l'ebbrezza, il sesso, la realtà sociale, la sofferenza del popolo, la disillusione amorosa), compiendo un vero e proprio percorso di formazione.

Qui, come in molti altri casi, il percorso di formazione porta alla caduta delle illusioni: la sequenza finale, che riprende fedelmente la struggente conclusione del romanzo, mostra Xiangzi con la barba lunga (al suo arrivo in città il ragazzo si era fatto rasare la testa, in segno di ritrovata verginità/pagina bianca della giovinezza), i vestiti rattoppati. Xiangzi vede il cadavere dell'anziano tiratore di risciò incontrato qualche inverno prima, morto per strada, e lasciato sul marciapiede. Gli copre il volto con un fazzoletto sdrucito, rispecchiando il suo volto in quello del morto: sarà quella la fine che lo aspetta? D'improvviso, viene spinto sul bordo della strada: è un giovanissimo tiratore di risciò che si volta, il volto illuminato da un sorriso bianco ed innocente. Xiangzi vede così con una sorta di flashback la sua stessa giovinezza perduta per sempre. La telecamera a questo punto si alza e segue per qualche passo Xiangzi fin sotto la porta della città, e poi il ragazzo si immobilizza, e la telecamera si alza ancora di qualche metro, e rimane a fissare la silhouette buia nell'ombra.

La formazione è stata compiuta, ed il messaggio è di desolante pessimismo: la gioventù stoica della Cina, quella più semplice e innocente, non si fa corrompere dal cinismo del mondo, ma finisce schiacciata dal peso immane dell'ingiustizia sociale e dell'indifferenza degli uomini. Lao She, come ricorda il cartello all'inizio del film, è morto "suicida" nel 1966, all'alba della rivoluzione culturale.

Corrado Neri