Asiamedia

Big road

Cina

Il film capolavoro di Sun Yu, ma anche uno dei più grandi esempi di cinema cinese.

BIG ROAD
Da lu

Sun Yu
Cina, 1935, b/n, 104'
Con: Jin Yan, Li Lili, Zhang Yi, Han Langen, Lou Peng, Zhen Junli

Capolavoro assoluto del cinema cinese, uno dei più grandi film di Sun Yu.
Un gruppo di disoccupati, capeggiati da Jin Ge, decidono di partire per il nord della Cina dove si impegnano nella costruzione dell'autostrada che permetterà all'esercito di far passare le truppe che combatteranno i giapponesi. Laggiù, nonostante il lavoro sia durissimo, incitati dalle canzoni di Jin Ge (il film è sonorizzato; film muto, esplode di voci di fondo: brusio della folla, pianto del bambino, e la celebre canzone dei lavoratori), gli operai si dedicano anima e corpo alla costruzione, reale e simbolica, della strada. Coprotagoniste sono la figlia dell'oste e la loro aiutante, ex cantante, la splendida Li Lili. Ma il capo del villaggio è un collaborazionista, e seguendo gli ordini dei giapponesi, tenta di corrompere Jin Ge perché rallenti i lavori e, di fronte al fermo rifiuto di quest'ultimo, li fa imprigionare e frustare. Le due ragazze giungono in loro soccorso, mobilitano la folla e liberano i martiri; l'autostrada sarà terminata in tempo. Alla fine, però, una squadra di aerei giapponesi plana sull'autostrada e falcia tutti i lavoratori. Jin Ge e la bella Li Lili muoiono uno accanto all'altra. La figlia dell'oste, tra le lacrime, dice: non sono morti! E, in sovrimpressione, si vedono le anime dei giovani rialzarsi dai cadaveri e riprendere alacremente il lavoro, intonando la canzone rivoluzionaria.

Il messaggio rivoluzionario e patriottico passa immediato grazie ad una messa in scena coraggiosa e assolutamente innovativa. Abbondano effetti quali la sorprendente, onirica sequenza finale; riprese dall'alto (quando le due ragazze scoprono i prigionieri, e li osservano dalla grata), panoramiche a 360° (attorno alla tavola del crudele latifondista), gru e carrelli. L'elemento più sorprendente è la sensualità che le immagini di Sun Yu riescono a veicolare; tanto che la spontaneità dei suoi corpi è rimasta a tutt'oggi ineguagliata nel panorama cinematografico cinese: essi esprimono ansia rivoluzionarie, tensioni sessuali, irrequietezze giovanili. Se, in altri film (si veda soprattutto Dawn, Little Toys, Wild Rose) è la figura femminile che viene immaginata e ricreata, qui è un nuovo ideale maschile ad essere forgiato. Infrangendo una tradizione rappresentativa e ideologica di corpi maschili intellettuali e deboli (si veda per esempio Plunder of Peach and Blossom, ma anche Crossroads), Sun Yu propone un nuovo ideale maschile: forte, muscoloso, generoso, virile, segnato dal lavoro e dalla sofferenza, rude e semplice, trascinatore di folle. Jin Ge è il nuovo eroe per una nuova epica. Viene presentato ancora infante, quando i genitori morenti si trascinano per il deserto. Una sovrimpressione, sono passati tre anni, piano frontale medio leggermente inclinato verso l'alto (piano sovietico che enfatizza la nobiltà operaia), il bambino accanto al padre che si accascia e muore. Sovrimpressione: sul volto infantile che piange appare il corpo muscoloso di Jin Ge che trascina, insieme ai compagni, il rullo compressore: sudore, muscoli, carne tagliata dalle corde, e un volto sorridente (sul sorriso: si veda Spring on Earth) su cui però è segnata in filigrana la sofferenza del bambino (come in Hou Hsiao-hsien: A Time to Live, a Time to Die). E anche: in gruppo. Una sequenza bellissima, e molto sensuale, vede le due ragazzine giocare e stuzzicarsi. Uno in braccio all'alta, la figlia dell'oste chiede a Lili, in segreto, chi ti piace? Lei risponde: te lo posso dire ad alta voce, non ci sono segreti: mi piacciono tutti (sottolineando così l'importanza del gruppo, dell'unione, della coesione popolare). E poi la ragazza inizia ad enumerare le qualità di ognuno, partendo da Jin Ge: pur essendo un gruppo coeso, e forte per questo, eppure ancora pre-comunismo, esistono delle specificità, delle caratteristiche individuali preziose ed uniche. Mentre la ragazza parla, si imprimono in sovrimpressione i volti dei protagonisti sorridenti.

Vi è poi una scena diventata celebre: le due ragazze cercano i loro amici. Li trovano al torrente: un piano totale li riprende giocare nudi nell'acqua. Lili fa la smorfiosa, e li guarda senza pudore, mentre l'amica si schermisce. I ragazzi si accorgono di essere osservati, e stanno al gioco provocando le due. Si alzano dalle acque (totale sul fiume, le montagne, i corpi nudi e lontani degli uomini che si avvicinano alla telecamera lontana) e montano sulla collina dove stanno le due ragazze; a questo punto, Lili, si volta a disagio, e l'altra, che invece era rimasta pudicamente girata, si volta con un sorriso. Per finire, quando i sei ragazzi arrivano alla sommità della collina rompono un'anguria e la dividono con le amiche: in cinese, aprire un'anguria è una figura usata per indicare la deflorazione. Si tratta d'una sequenza sorprendente, per le finezze psicologiche che rivelano sulle due amiche più di ogni didascalia, e per la schiettezza con cui viene rappresentato il desiderio femminile e il sesso: la metafora dell'anguria condivisa dai corpi seminudi appena uscita dall'acqua difficilmente sarebbe sfuggita ad uno spettatore dell'epoca. Fotogrammi carichi di sensualità, essi non sono mai maliziosi: un sopracciglio alzato di Hu Die (Market of Beauty) è dieci volte più malizioso di una qualsiasi eroina di Sun Yu; se non è malizioso, è però vitale, spontaneo, carnale, dirompente e giocoso; la sensualità non è mai slegata, in Sun Yu, da una giocosità innocente e divertita.

Ancora sull'icona del martire: la figura dell'eroina rivoluzionaria martirizzata risplende in Dawn e Little Toys, qui sono i maschi a fornire un modello risplendente. Essi sfidano apertamente il feudatario che offre loro del denaro; Jin Ge, subito seguito dai compagni, strappa l'assegno e ne fa una mongolfiera; il tavolo, per qualche istante, risuona delle risa dei compagni, che si divertono come bambini (panoramiche agili della telecamera a 360°). Vengono immediatamente condotti alle segrete; qui, un'ombra sul muro mostra il carnefice che strappa la camicia a Jin Ge e comincia a frustarlo. Poi, la telecamera non arretra e mostra il corpo forte di Jin mentre la frusta cade su di lui tracciando rosse ferite, San Sebastiano giallo e rivoluzionario; Jin Ge sorride. È bellissimo. Lo guarda uno dei compagni, l'intellettuale; ha il volto corrucciato, ma poi gli si apre in un sorriso, rivolge allora lo sguardo ad un compagno di prigionia; anch'egli ha lo sguardo pieno d'orrore davanti al supplizio del capo, ma poi, specchiando il sorriso del compagno, apre anche lui il volto in un sorriso di sfida (che sembra però candido), e continuerà a sorridere anche mentre subisce la tortura.

Sun Yu crea qui l'icona del martire maschile rivoluzionario. Ma la sua sensualità istintiva e spontanea non sarà mai più riprodotta: pur se abbonderanno martiri incatenati e frustati (Red Detachment of Woman), essi saranno sempre coperti e ben vestiti dell'uniforme asessuata della rivoluzione. Con il gioco di sguardi descritto poco sopra, Sun si dimostra grande cineasta, capace di raccontare storie complesse e legami psicologici con il puro utilizzo dei mezzi cinematografici. Qui gli sguardi raccontano il riconoscimento del martirio, il rispetto per il capo, la decisione di sostenerlo ad ogni prezzo, l'amicizia e la fedeltà al gruppo... o comunque sia, è uno scambio di sentimenti ed emozioni intensissimo, che risuona ancor oggi di umanità e poesia, ben al di là del manifesto politico.

Così prosegue il film: le ragazze gettano un paio di forbici ai piedi di Jin Ge, che riesce a liberarsi e a liberare un altro compagno prima che la guardia si svegli e lanci un coltello. Sequenze tesissime, alternanza di primi e primissimi piani sui piedi che muovono le forbici perché taglino in fretta le corde, gli occhi della guardia che si risveglia, la sua mano che si allunga verso il coltello. Poi la grande vittoria ed il bombardamento finale, di incredibile violenza. Ma i corpi sono morti, ecco che le anime (sovrimpresse al primo piano della ragazza, che a sua volta si sovrimpressiona sulla strada coperta di cadaveri) si rialzano per riprendere il lavoro, la costruzione della nazione, ed il compimento della loro giovinezza.

Corrado Neri