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Backlight picture

Cina

Questo particolare film si deve inserire nella corrente di ricerca affannosa di una nuova identità del cinema cinese commerciale all'inizio degli anni Ottanta. Si vede qui il tentativo contraddittorio di trovare dei nuovi valori in sostituzione alla violenza anarchica rivoluzionaria e autolesionista del decennio precedente, ma che non siano però in contrasto con il partito.

 

 

BACKLIGHT PICTURE
Niguang di Ding Yinnan

 

Cina, 1983, col
Con: Guo Kaimin, Wu Yuhua, Xu Jinjin, Xiao Xiong
 

 

Questo particolare film si deve inserire nella corrente di ricerca affannosa di una nuova identità del cinema cinese commerciale all'inizio degli anni Ottanta. La Cina, che viene da un decennio di violenza e povertà, deve ritrovare una strada percorribile, sia in termini politici che economici. Come già nell'inquietante Song of a Fountain, si vede qui il tentativo contraddittorio di trovare dei nuovi valori in sostituzione alla violenza anarchica rivoluzionaria e autolesionista del decennio precedente, ma che non siano però in contrasto con il partito. In entrambi i film si torna a fare appello ad una categoria dimenticata nel corso degli anni del maoismo più spinto: qing, ovvero i sentimenti, la bontà, la compassione umana. Si chiede di nuovo ai giovani di prendere qualche altro metro di giudizio e di condotta, sempre all'interno delle linee guida dello stato, ma che sia di nuovo in accordo con la natura umana. Il tentativo è disordinato, e lo si può vedere già dalle prima sequenze di questo film: come infatti un bambino che non ha mai preso in mano una telecamera, il regista insiste, nelle scene iniziali, su aspetti estetici dell'inquadratura e del ritmo del montaggio. La voce off evoca la magia dei vicoli stretti e degli amori passati, in tono enfatico e retorico. Shanghai, riabilitata pure lei come tanti perseguitati politici, è ripresa con ampie panoramiche, una zoomata stringe su delle corde tese sotto la pioggia, fino a riprendere le piccole gocce che brillano nell'aria tersa. Vi è dunque un approccio "estetizzante", ancora balbuziente, ma che tenta di inscrivere questo film sulla gioventù urbana in un mood elegiaco ed estatico, che rimandi così al cinema come arte e non solo come strumento di educazione politica.

Oltre alla classica ambientazione urbana tipica dei film dei primi decenni del secolo, la pellicola utilizza un altro topos della cultura cinese moderna, ovvero la gioventù come rappresentazione del futuro della nazione. La rivoluzione culturale aveva anch'essa focalizzato la sua attenzione sulla gioventù (v. Sparkling Red Star): allora però essa era vista come forza rivoluzionaria, motore irriducibile del continuo, ossessivo cambiamento che la rivoluzione permanente impone, gioventù dunque fissata nella sua posa drammatica e iconoclasta, cui è precluso il processo di entrata nella società semplicemente perché la società ha smesso di esistere come forma definita, e si presenta invece in continua evoluzione. Nell'era di Deng Xiaoping sono invece la modernizzazione tecnologica e la ricchezza materiale che vengono indicate come i nuovi obiettivi da raggiungere. Il protagonista Xingming tiene un eloquente discorso in facoltà sulla vita materiale: è dovere e diritto di ogni cittadino di lottare per assicurasi il benessere materiale, per rendere lo standard di vita della nazione intera in linea con il resto del mondo. Il benessere materiale non è più, dunque, visto come minaccia capitalista, ma come strumento di rivendicazione di orgoglio nazionale. Poiché, sempre, un forte senso di inferiorità minaccia la Cina, dalla metà dell'ottocento ad oggi; i mezzi per superarlo non sono più indicati nella rivoluzione permanente ma nell'adeguarsi agli standard occidentali, riprendendo dunque le rivendicazioni che si echeggiano già dalla nascita del cinema. A questo proposito sono rivelatrici le sequenze con gli stranieri: in una Xingming viene accusato perché un giornale ha pubblicato una sua foto con degli occidentali. Egli non ha ridicolizzato la patria, come insiste il suo accusatore, rivelando l'entità dei salari e la povertà delle condizioni di vita, ma si è (come si difende il giovane), mostrato sincero e ben disposto. L'amor di patria non prevede, dice audacemente, che si debba mentire. Ancora: due occidentali salgono su un autobus, e la bigliettaia vuol fare alzare un anziano signore perché si possano sedere; gli stranieri non capiscono niente e non importa loro quello che succede. Ma, quando la ragazza dice "per forza gli stranieri ci disprezzano", e il vecchio fa per alzarsi, Xingming interviene a difendere il povero anziano dicendo che non è certo così che si ottiene il rispetto per lo straniero, ma mostrandosi orgogliosi di se stessi e della propria condizione (economica, culturale, lavorativa). Si tratta di puro buon senso, ma impossibile da esprimere fino a qualche anno prima. Ecco dunque le prime modeste aperture del cinema cinese negli anni ottanta. È ancora chiaro che, nonostante il buon umore e la levità del soggetto, una ricerca è in corso, così come il timore (giustificato) che il paese sprofondi in una crisi di valori e d'identità senza precedenti.

La storia: la voce off di un professore rievoca i bei momenti passati durante la sua adolescenza, e si prepara a raccontare la storia di due coppie di giovani. La telecamera segue la coppia che sale sull'autobus, la calca mattutina. Sull'autobus ci sono tutti i personaggi, ripresi in primo piano. La storia dunque comincia, e sarà tutto un flashback. Due anni prima, Xingming e Yinyin si incontrano. Lui è un operaio di origini modeste, ma molto intelligente e lavoratore, con il dono della scrittura. Non solo, infatti, redige le lettere d'amore per i colleghi (si ispira con le foto che questi ultimi gli forniscono, in particolare della foto in controluce –di qui il titolo – di Yinyin), ma è anche l'autore di un libro di divulgazione scientifica per i bambini (si moltiplicano le rivendicazioni sull'utilità della scienza e della divulgazione, sul patriottismo dell'eroe che sente il dovere di istruire il popolo dopo che per lui l'istruzione è stata conquista penosa, etc.). Come in Song of the Fountain viene esaltato il ruolo dell'operaio e riabilitato quello di insegnante, categoria devastata dalla rivoluzione culturale. Questa congiuntura storica è apertamente criticata nel film: il giovane dice che ai suoi amici intellettuali fa ridere pensare alla Rivoluzione Culturale, quando gli operai tenevano lezione; a lui provoca piuttosto enorme tristezza. Anche nella casa editrice si tira un sospiro di sollievo pensando a come la scienza e l'educazione siano state riabilitate recentemente. La madre di Yinyin, la ragazza che si vede all'inizio accompagnare Xingming con il loro bebè in braccio, è il capo della casa editrice. Yinyin fa dunque parte di una famiglia abbiente, di stato sociale differente rispetto al Xingming; il che, nonostante anni di maoismo, è ancora ritenuto un grave problema. Da notare, qui come in Stamp Lover, che entrambi i protagonisti non hanno un padre. Nonostante la stranezza della situazione, nessuna spiegazione è fornita. La cosa è caratteristica della già menzionata crisi strutturale che affronta la nuova generazione: il padre è morto, sia esso Confucio (la tradizione), interrato già agli inizi del secolo dagli iconoclasti modernisti, oppure il padre naturale, attaccato e tradito durante la rivoluzione culturale, come il partito stesso esortava a fare; o infine il padre/Mao/Partito, che morto non è, ma la cui figura indubbiamente è offuscata e non può più rappresentare un punto di riferimento per una generazione che cresce seguendo messaggi contraddittori e che ha assistito alla rovina della vecchia generazione. È da questo vuoto che deve sorgere una nuova morale, morale che questo film, come altri del periodo, cerca di forgiare dal caos in cui la rivoluzione ha affondato il paese. Di certo l'assenza di padri in questi film "leggeri", che vorrebbero rappresentare la "normalità" della Cina denghista, è sintomatica di una crisi profondissima.

Il film: i due si incontrano spesso: lui segue lei, lei lo crede un teppista e chiama la polizia. Poi si incontrano di nuovo in fabbrica: la ragazza fa parte di una scolaresca che apprende il mestiere: riprese degne di Anotonioni (Deserto Rosso), ma di segno contrario: se nel maestro italiano il cantiere navale avvolto dalle nebbie è segno di alienazione urbana e malessere esistenziale, qui i pistoni che martellano ritmicamente colate di metallo incandescenti, presse e stantuffi, nonché le grandi superfici delle navi che occupano tutto lo schermo con mastodontica fierezza sono segni di grandezza, modernità, del progresso della Cina. I due amanti sono infatti spesso inquadrati, da lontano, circondati dai giganteschi macchinari dalle forme astratte; la nebbia non è naturale, ma proviene dal camion che pulisce ogni giorno le strade della città brulicante: influenze sovietiche, ma istanze già presenti da decenni nella cultura filmica di Shanghai.

Sono le lettere che lui scrive per altri ad avvicinarli (Cyrano): lui "sbaglia", e lascia la sua firma in calce ad una lettera dell'attuale, noioso fidanzato di Yinyin. I due si conoscono, e scoprono presto di avere le medesime ambizioni, la medesima profondità e sincerità d'animo. Lui porta lei a trovare la madre nei vicoli poveri, brulicanti di vicini curiosi che commentano l'evento. Lei porta lui dalla madre, che però offre un contratto: che Xingming smetta di frequentare la figlia e si concentri nella stesura del libro. La donna non vuole infatti che la figlia soffra della povertà idealistica di lui. Lui accetta, ma entrambi passano attraverso esperienze che fanno loro capire che il valore dell'amore e dei sentimenti non va sottovalutato; ciò rappresenta una novità rispetto alla cinematografia comunista militante dell'ultimo decennio, che al contrario proclamava la subordinazione di ogni sentimento, emozione, desiderio al servizio comunista della patria. Yiyin incontra in autobus la zia, che secondo la madre è il modello che chi ha rinunciato all'amore per il benessere. La donna è abbiente ma soffre, tutti i giorni sono uguali, la rinuncia le pesa ancora (si scoprirà alla fine che la voce narrante, il professore occhialuto, è l'uomo del suo cuore). Questo fa capire alla ragazza che i sentimenti vanno coltivati. Queste sequenze sono un'eco precisa del dibattito cultural-etico che si sviluppava in quegli anni sui giornali e riviste, che tornano di gran moda e che danno voce alle incertezze di una nuova generazione di giovani che si trovano a gestire una nuova, relativa libertà di espressione e di consumo (perlomeno nelle città). Le rubriche della posta diventano le pagine più seguite, in cui si parla di matrimonio, della donna, di sesso, di amore. (niente sesso rappresentato, in questo film né altrove, sino alla metà avanzata degli anni ottanta con Zhang Yimou).

A Xingming invece serve da monito la storia della sorella. La giovane Xiaopei è fidanzata con un amico d'infanzia. Si stanno per sposare. Finché non accettano un piano alla Proposta indecente. Per ottenere dei soldi da una ricca zia un compagno di classe chiede a Xiaopei di fingere di essere la sua fidanzata per una sera, perché lui possa presentarla alla zia. La ragazza accetta. Sequenze di hotel di lusso (deserti), ricchi doni e sfarzo. La ragazza alla fine della cena torna dall'amante, ma tiene ben stretto in mano il numero di telefono del finto compagno. E se lo sposa, presumibilmente per soldi, e scrive una lettera d'addio al promesso sposo. Non bisogna che la ricchezza ci accechi e che il miraggio del benessere materiale ci faccia dimenticare i sentimenti più profondi: ecco la lezione che apprende Xingming. Decide così di recidere il contratto con la futura suocera, e sposa la ragazza che ama (grandi sequenze d'amore tra i bastimenti, le gru e i container; ma niente baci). Il modello che questo film propone è dunque un ibrido tra il patriottismo e romanticismo. La gioventù nuova deve essere pronta al sacrificio per la patria, ma non dimenticare la compassione e i sentimenti. Simili lamentatio sulla perdita del qing sono frequenti nella cinematografia del periodo, vedi per esempio River Without Bouys. Altrettanto frequenti le critiche, più o meno indirette, al costume dei matrimoni combinati, eredità feudale che il maoismo non è riuscito ad estirpare. Al contempo si muove una critica alla politica moraleggiante del partito.

Il film termina con le sequenze iniziali: tutti i protagonisti scendono dall'autobus che li porta in fabbrica, e il professore/voce narrante incontra, senza seguito, la sua antica fiamma. Ma non si perde d'animo, e le ultime scene lo mostrano camminare in avanti, spedito, sicuro, e declamare liriche impressioni sul sole che risplende sempre nuovo, messaggio di speranza per le nuove generazioni della Cina risanata.

Corrado Neri