Asiamedia

Avec le vent en poupe

Cina

Senza essere belligerante e retorico, questo film di propaganda esprime un ottimismo leggero, da commedia ben calibrata, e riesce a essere positivamente leggiadro pur nelle pesanti implicazioni ideologiche che vi sussistono.

AVEC LE VENT EN POUPECheng feng po lang

Sun Yu
Cina, 1957, col, 110'
Con: Zhong Shuhuang, Huang Yin, Zhang Yi, Wang Yi, Er Lin

Dopo le critiche subite per Life of Wu Xun, Sun Yu torna alla regia con questa commedia in technicolor. È un film di regime, classicamente e nel pieno senso del termine. Sono glorificati gli scopi e il futuro del partito e dello stato, la popolazione cinese vi è ritratta senza ambiguità; soprattutto della gioventù è dato un ritratto di solare ottimismo. Il film è anche insospettabilmente leggero, possiede un soffio delicato e divertente che fa passare il discorso ideologico dal suo stato di pesante dogmatismo ad una sorta d'accessorio per descrivere le vicende delle tre ragazze protagoniste.

Le ragazze terribili: appena uscite dalla scuola della marina, Liang e le sue compagne fondano un terzetto inseparabile: sono decise a diventare marinai, comandanti di navi e navigatori, e far valere il loro talento in un mondo ancora conservatore e dominato dagli uomini. Il soprannome della protagonista Liang è "la locomotiva" per la sua forza strenua ed inesausta con cui sprona le colleghe ed amiche ad avanzare nello studio e nella vita, in generale. La prima volta che compare è su una barca a remi, è il navigatore e dà il tempo con fare inflessibile e determinato. I colori sono quelli scintillanti delle stampe di fine anno: carnagioni brunite per gli uomini, rossore virginale sulle guance tonde delle ragazze, come i bambini delle stampe ben augurali. I maschi e le femmine si mescolano felicemente senza ambiguità di sorta, in un cameratismo spontaneo ed asessuato. Tant'è che le ragazze sono terribili, ma la loro trasgressione è un cicaleccio infantile: quando vengono ammesse a bordo della nave su cui faranno il loro praticantato, a una delle ragazze cade la valigia che si apre rovesciando tutto un campionario di oggetti infantili, giocattoli, trottole, figurine etc.

Finita la scuola navale, dunque, le ragazze si aggirano per il porto, sognando la nave su cui si imbarcheranno. Una di loro, vedendo che gli scaricatori sono donne, così come chi manovra gli attrezzi, le gru e i macchinari, dice: "guardate: tutti i lavoratori sono delle donne: com'è poetico!". Qui dunque anche la poetica del film, che contiene in nuce una contraddizione forte: le ragazze dovranno diventare degne della società, eroi e lavoratori modello, diventando "mascoline". Ovvero, non solo facendo i lavori solitamente riservati agli uomini, ma anche assumendo il loro look, il fare e le movenze degli uomini, finache i vestiti e le pettinature. Quando infatti le ragazze saranno promosse a capitani di imbarcazioni, il passaggio è segnato inequivocabilmente dal taglio delle trecce. Soprattutto una delle ragazze, che vantava la lunghezza straordinaria dei suoi capelli, le cui estremità "come farfalle" svolazzano leggiadre, farà una smorfia di dolore quando le verrà tagliata la preziosa treccia. E ancora: non c'è nessun vero avversario, nel film. Se non il capitano, che è un ottimo capitano (nonostante lo spiegamento di bandiere e drappi rossi, mai viene pronunciata la parola "comunista"), ma è conservatore e non vede di buon occhio la presenza di donne sulla nave. E infine lo sfortunato spasimante di Liang, che, infatti, ha caratteristiche femminili. Nella goffissima dichiarazione d'amore le dice: "non è un lavoro da donne quello di marinai" errore gravissimo, che aggrava subito dopo: "né per uomini, per nessun, appena sposati chiederò di essere mutuato a Shanghai", esprimendo dunque così la sua vigliaccheria e la sua "femminilità" e debolezza. Chi otterrà la simpatia di Liang, suggellata da una casta stretta di mano, è il nerboruto navigatore, silenzioso, prode, cui "non piacciono le donne" come dice il ragazzino a bordo, perché rimase ferito da una ragazza dieci anni prima, una ragazza dal cuore vagabondo.

La contraddizione schizofrenica della donna che esige il ruolo dell'uomo, e per farlo si deve mascolinizzare, è visibile anche nelle navi e nella flotta in generale. La nave su cui fieramente navigano Liang e le sue amiche, si ripete spesso, è Made in China, tutta costruita da ingegneri cinesi, in cantieri cinesi. La cosa è naturalmente occasione di grande pregio e onore. Ma la nave, oltre ad essere stata concepita per superare gli occidentali sul loro stesso terreno (tecnica scienza progresso), scimmiotta anche malamente l'estetica occidentale (pur se mediata dalla Russia). Segnatamente, nei ricevimenti ufficiali, nel club dei marinai, nelle occasioni festive in cui le ragazze indossano gonnine a fiori à la Doris Day e gli uomini sono stretti nelle loro uniformi cui manca solo lo spadino, e danzano insieme al suono di valzer viennesi. L'Altro, che sia l'occidente o, per le donne, il maschio che detiene il potere, è da un lato l'avversario, dall'altro il modello cui avvicinarsi.

In quest'estetica totalmente mutuata dall'occidente ci sono degli strappi: soprattutto quando le ragazze estraggono i loro strumenti e cominciano a suonare leggiadre melodie al flauto o per corde. Allora il ponte della nave diviene il set di un'opera tradizionale, il cielo arrossato, gli astanti rapiti dalla musica...in un momento totalmente autoctono, in cui rispunta la tentazione del musical (Sun Yu è il regista di Big Road , uno dei primi film muti con delle parti sonorizzate, segnatamente le canzoni dei lavoratori) e in cui viene, come vuole l'estetica cinese, incrinata la patina realista e lo spettacolo di dà a vedere come tale.

Ma tutto ciò passa, come si accennava all'inizio, in un'atmosfera leggera, e divertente, che convoglia i messaggi costruttivi della propaganda attraverso modelli piacevoli e soprattutto sfrondando i dialoghi letterari ed i discorsi dal pulpito. Le tre ragazze, si è detto, vengono ammesse a bordo della nave per il loro tirocinio. Si alternano gag divertenti: una di loro cade dall'albero maestro e resta appesa alla corda di salvataggio, un'altra soffre il mal di mare, Liang per restare sveglia a studiare di notte si lega le trecce al soffitto... e dalla sua cabina proviene un lucore di attività perenne, di industriosa buona volontà, di impegno indefesso. Tanto il capitano, quanto il misogino marinaio, e tutto l'equipaggio in fondo cadranno sotto lo charme eroico di questa bellezza mascolina dalla volontà di diamante, e restano ad osservare gli oblò della sua cabina in rapita ammirazione.

La ragazza fa un primo esame, che va male perché è troppo emotiva, stanca e stroncata dalla febbre; sviene, il marinaio la sorregge con un braccio. Il secondo esame, svolto in condizioni estremamente difficili (piove, si passa un canale che ha già visto decine di navi naufragare – e, in una sequenza sottomarina piuttosto rudimentale, si vede la nave che si aggira graziosamente attorno ai relitti divorati dal tetano, mentre la pioggia batte la superficie del mare) va molto meglio, e perfino l'austero comandante capisce finalmente che si può fidare dell'intrepida ragazza. Le relazioni sul battello sono descritte con delicato pudore. Sguardi che si scambiano i protagonisti: soprattutto lo sguardo dell'ufficiale che Liang tenta di sviare, in tutti i modi; per posarsi poi sempre sul bel marinaio, che si prende cura di Xiao Zhang, il piccolo orfanello che fa da mozzo sulla nave e che insegna a leggere all'equipaggio. Le storie d'amore avvengono discretamente: delle tre ragazze, una troverà l'amore fidanzandosi naturalmente con un altro apprendista, che le sta vicino tutto il film senza proferire parola, la loro unione verrà sancita alla fine del film: "quando vi fidanzate voi due?" "stamattina!". La seconda ha un amore per corrispondenza con un piacente marinaio. Quest'ultimo, alla fine del film (in tempo per il gran ballo finale) arriva sulla nave ed incontra la promessa. E appunto durante il ballo finale le coppie saranno ufficialmente riconosciute, il codardo verrà allontanato, ed i due protagonisti si fanno strada attraverso una folla di ragazzini, la speranza del futuro.

Senza essere belligerante e retorico, questo film di propaganda esprime un ottimismo leggero, da commedia ben calibrata, e riesce ad essere positivamente leggiadro pur nelle pesanti implicazioni ideologiche che vi sussistono, e pur conoscendo la difficile storia del regista che doveva riabilitarsi agli occhi del partito con un'opera di regime, senza ombre.

Corrado Neri