Asiamedia

All tomorrow's parties

Cina

Film di fantascienza tra critica sociale e esplorazione psicologica.

ALL TOMORROW'S PARTIESdi Yu Lik Wai

Colpa anche di una congiuntura imprevedibile, la visione apocalittica pensata da Yu Lik Wai ha perso molto del SUO carattere indefinito per essere invece letta come una satira feroce della Cina contemporanea. Il campo di rieducazione in cui vengono reclusi i due protagonisti del film ricorda da vicino le drastiche misure (il regime di confino, la reclusione forzata fino alla pena di morte) imposte ai malati di Sars dal governo cinese. E quello che in un film di fantascienza sarebbe apparsa lucida preveggenza, in questo viaggio attraverso i sentimenti finisce per essere un fastidioso orpello. Sembra quasi che la setta religiosa Gui Dao, e le sue ricadute totalitarie, siano state pensate come una cornice destinata ad evaporare in fretta. Ciò che conta è il movimento di deriva o di scoperta (nella visione del regista le due azioni si associano), che i giovani protagonisti scoprono quando il sistema oppressivo improvvisamente implode.
 

All Tomorrow's Parties non ha bisogno di questa cornice narrativa per definire una situazione di libertà. Questa è insita nella modalità di ripresa e di inquadratura del regista; quando invece mostra il simbolismo insito in ogni azione di sopravvivenza, quando il sentimento (il suo nascere, il suo rinvigorirsi) cede il passo all'azione (o alla sua descrizione), il film perde molto del suo potere. Yu Lik Wai, a differenza dell'amico Jia Zhang Ke, non sembra possedere la stessa profondità di visione nell'affresco politico. Il suo cinema funziona molto di più a livello epidermico: recuperando la leggerezza della Nouvelle Vague nel pedinare le derive sentimentali dei personaggi. Una volta affrancatosi dal quadro fantascientifico, All Tomorrow's Parties regala attimi di pura poesia: come la scena della festa, ripresa in un piano sequenza che cristallizza l'accesso di gelosia del giovane Zhuai.

A dispetto di una superficie futuristica, All Tomorrow's Parties, infatti, assomiglia molto al fragile ritratto realizzato nell'opera d'esordio (Love Will Tear Us Apart). Yu Lik Wai ama operare in profondità di campo, avvalendosi della durata; la sua messa in scena preferisce il margine dell'inquadratura, quando non il fuoricampo, al cambio di piano che sottolinea il passaggio narrativo. In questo quadro rappresentativo l'opposizione marchiana tra il macrosistema (una visione del mondo) e le piccole esistenze, su cui la struttura del film si appoggia, e senza dubbio l'anello debole. Il che è un peccato, perché il grande talento del regista cinese nel mettere in scena l'uomo e i suoi sentimenti resta un dato indiscutibile.

C.C.