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Girl basketball player N. 5

Cina

Quello di Xie Jin è un approccio classico, melodrammatico, in cui Girl Basketball Player n. 5 è veicolo di valori confuciani. Si trattano soggetti popolari e una solida struttura narrativa aliena da ogni sperimentazione.

GIRL BASKETBALL PLAYER N. 5Nülan wu hao

Xie Jin
Cina, 1957, col, 93'
Con: Liu Qiong, Qin Yi, Cao Qiwei, Cui Chaoming
 

Il regista Xie Jin è uno dei più grandi autori della Quarta Generazione, colmato di premi e riconoscimenti per la sua carriera. A suo proposito si parla addirittura di un "modello Xie Jin", sovente criticato dai nuovi registi cinesi della Quinta Generazione, ma di indubbia influenza e gradimento popolare. Si tratta di un approccio classico, melodrammatico, in cui il film è veicolo di valori confuciani (tra i quali vi è anche il dovere di criticare il governo e la società all'occorrenza), si trattano soggetti popolari e una solida struttura narrativa aliena da ogni sperimentazione.

Qui, il primo film sportivo a colori cinese, lo sport è veicolo di nazionalismo (come Queen of sports) e propaganda socialista. Tian Zhenhua è un allenatore di un'equipe femminile di basket, cui cerca di inculcare i valori positivi del patriottismo e dello sport come costruzione fisica e morale di una nuova nazione. Tra le allieve riconosce Xiaojie, la figlia di un'antica fiamma. Un lungo flashbak racconta la tragica storia dei due innamorati: lui famoso giocatore di pallacanestro, lei la figlia dell'impresario della squadra. Quest'ultimo impone alla sua squadra di perdere contro un team di diavoli stranieri, ma in un sussulto di patriottismo Tian e compagni (agghindati con delle braghette inguinali e rosse, mentre gli avversari – che si direbbero dei marinai russi – indossano dei pantaloncini neri più sobri) decidono di vincere e lo fanno, con il risultato però di farsi pestare a sangue all'uscita dello stadio. Come se non bastasse, il boss crudele separa la figlia dall'amato, potandola via con sé. Ma la donna, dopo essersi sposata con una faccia da funerale (immortalata da una foto; ma la donna, dopo essersi separata, tiene sul comodino solo la metà con il suo triste ritratto) e aver messo al mondo l'altissima Xiaojie (un metro e ottanta di rotondità ancora infantilmente arrossate dalle emozioni) se ne torna alla poetica città di Suzhou.

I due, così, si ritrovano nell'ospedale della scuola, perché Xiaojie si è fatta male ad un ginocchio; in una sequenza piuttosto divertente la figlia non capisce come mai la madre si slanci verso l'istruttore piuttosto che verso di lei. Tian ha appena finito di tenere una concione sull'importanza dello sport. Mentre, infatti, tanto la madre di Xiaojie quanto l'occhialuto fidanzato vorrebbero che lei si iscrivesse all'università per diventare ingegnere, perché così potrà essere utile alla costruzione del socialismo, l'istruttore esprime il suo dissenso. Manifesta il senso di inferiorità dei cinesi da lui provato quando, in una visita all'estero ad uno stadio, ha visto tutte le bandiere sventolare tranne quella cinese, che ancora non primeggia nello sport. Dedicando la vita allo sport, lui contribuisce all'onore della patria, formando gli araldi della nuova Cina. In Queen of Sport l'enfasi era sì sulla "faccia", l'onore e la gloria del popolo cinese, ma anche sulla costruzione fisica del corpo cinese, tropo debole per poter affrontare le sfide della modernità ed il confronto con gli straneri. Qui, invece, la propaganda socialista non ha più bisogno di queste incitazioni, e resta unicamente un problema di immagine, preoccupazione maggiore dello stato cinese comunista. Probabilmente perché la salute dei suoi cittadini era sentito come un dato di fatto che non necessitava ulteriori slogan; e anche perché l'amor patrio e l'immagine della Cina, paese nuovo e vergine, andava costruito proprio in quegli anni, proprio passando attraverso uno spirito di emulazione dalle disastrose conseguenze.

La fine del film: ancora una volta, la massa. Parenti e amici sono radunati all'aeroporto dal quale sta per partire la squadra di Xiaojie per un qualche torneo internazionale. La madre a Tian: "ti aspetterò per sempre" (sono già diciotto anni; dunque, mese più, mese meno); sostegno generale, canti patriottici, fiori sventagliati, guance rosee e gioia rivoluzionaria, mentre l'aereo si stacca incerto da terra, verso limpide vittorie.

Corrado Neri