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Currency and blonde

Giappone

Un film folle e strampalato, molto divertente, realizzato con una videocamera digitale e un budget irrilevante in soli sei giorni di lavorazione dal regista giapponese Rokurō Mochizuchi.

CURRENCY AND BLONDE di Rokurō Mochizuki

Un film folle e strampalato, molto divertente, realizzato con una videocamera digitale e un budget irrilevante in soli sei giorni di lavorazione dal regista giapponese Rokurō Mochizuchi, specializzato nella produzione di film porno (ne ha messi in cantiere più di cento in quindici anni) è autore in proprio di nove lungometraggi, fra soft-core e film indipendenti, molto apprezzati in Giappone e altrove (il Festival di Rotterdam gli ha dedicato recentemente una personale completa).
 

Il titolo del film (che inaugura il progetto Movie Storm: cinque lungometraggi sull'erotismo diretti da altrettanti registi nipponici) evidenzia il rapporto perverso fra economia politica e sesso, alta finanza e feticismo, che domina l'esistenza del protagonista, un ex-agente di borsa emergente ridotto in bancarotta e riciclatosi come professore universitario di scarsissimo fascino (viene considerato dai suoi studenti "un povero stronzo" e trascurato abitualmente dall'altro sesso), che giunge all'apice dell'ossessione maniacale a causa della sua passione morbosa per le donne occidentali (bionde, se possibile) e dei sensi di colpa per la condizione di sottomissione ai modelli americani in cui versa oggi a sua modo di vedere la vita politica, sociale ed economica del Giappone. L'unico momentaneo sollievo per il malcapitato docente in crisi per congeniti complessi d'inferiorità è dato dal sesso mercenario consumato in fretta e con imbarazzo con una spogliarellista straniera, disposta a concedergli più di quanto lui non osi chiedere. Le sue sofferte e ansiose performances sessuali sono esasperate dal senso continuo di fallimento che il suo orgoglio "nazionale" deve subire. La situazione precipita quando irrompe in facoltà una docente asioamericana bionda e prorompente, con la quale il professore frustrato potrà sperimentare limiti estremi di forsennato masochismo (si fa chiudere semi-nudo in una valigia, trascinare per la città e abbandonare al proprio destino), di furore onanistico e glaciale spietatezza. La vicenda si conclude letteralmente nel sangue (ricavato dalle proprie vittime, opportunamente liquidate, e venduto per la strada), mentre il protagonista, sostando attonito sotto i ponti come un clochard, si concede una lunga citazione di Apollinaire e si ritrae malinconicamente, constatando che comunque non è possibile al mondo comprare alcunché di soddisfacente, e nessuna merce è capace di accondiscendere le inclinazioni più profonde: né l'amore né il sesso o il piacere. L'assetto piacevolmente sarcastico del film (un tributo esplicito a Tatsumi Kumashiro, maestro del roman porno) è corroborato da una messa in scena rigorosa (inquadrature fisse in campo totale in cui tutti gli elementi in scena vengono composti in modo singolare) e dalla capacita dell'autore di riflettere con disincanto sulle manie individuali e collettive ("Sembra che oggi i giapponesi siano attratti sessualmente solo dall'economia", ha avuto modo di notare).

Pierpaolo Loffreda
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