Asiamedia

Queen of sports

Cina

Una delle prime pellicole ad occuparsi di sport, soggetto nuovo all'epoca, fa parte dei progetti governativi per lanciare una "nuova vita", con nuovi valori di patriottismo, produttività, salute. In questo film più che mai è evidente lo sforzo di adeguare una pratica (ed i valori che la accompagnano e sostengono) occidentale al popolo cinese.

QUEEN OF SPORTSTiyu huanghou

Sun Yu
Cina, 1934, b/n, 83'
Con: Li Lili, Zhang Yi, Yin Xu, Bai Lu, He Feiguang, Wang Moqiu

Una delle prime pellicole ad occuparsi di sport, soggetto nuovo all'epoca, fa parte dei progetti governativi per lanciare una "nuova vita", con nuovi valori di patriottismo, produttività, salute. Significativamente, si tratta ancora una volta (come per i vestiti, il ballo, i locali di Shanghai, la tecnologia) di negoziare una via cinese di fronte al modello vincente venuto dall'estero. In questo film più che mai è evidente lo sforzo di adeguare una pratica (ed i valori che la accompagnano e sostengono) occidentale al popolo cinese. In particolare, Sun Yu riprende qui elementi fondanti della sua poetica per un'opera di propaganda fresca ed immediata: l'importanza del corpo sano, la giovinezza come modello di innocenza e salute fisica, la spontaneità della recitazione come nuovo modello di condotta sociale che infranga gli stanti rituali feudali. Sun Yu lavora ancora con Li Lili (come in Big Road, Little Toys, Dawn) e ancora una volta ne fa il simbolo della nuova Cina: una ragazza fresca, leggiadra, giocosa, forte e sana, spontanea e generosa. Come in altri film, ne descrive l'inevitabile corruzione, anche se qui il tono è meno tragico e soprattutto il lieto fine pedagogico rendono il film di segno positivo ed incoraggiante. Non manca, però, la freschezza e l'immediatezza che Sun Yu veicola attraverso uno stile complesso e ricco: carrellate, gru che analizzano lo spazio e compiono sovente un movimento verticale verso l'alto, così da segnalare un punto di vista distaccato etc.

La protagonista viene presentata in alto: arriva in battello dalla campagna, ed è attesa dal solito zio grasso e famiglia; non la si trova: è montata sull'albero della nave, per osservare lo spettacolo di Shanghai brulicante di gente. Arrivata a casa, la zia tenta di presentarle il PDG di un importante giornale (un ometto magro e secco, con i baffi, vestito all'occidentale, goffo ma in fondo generoso e paziente), ma la ragazza è incontenibile: gioca con il cane, ruzzola giù dalle scale... come suo solito, Sun Yu ritrae una protagonista vivace ed estremamente sensuale, attribuendole dei connotati infantili, la possibilità di continuare a giocare e di avere facile comunicazione con i bambini indica uno spirito aperto e giovane, e ne sono le principali caratteristiche (si vedano tutti i film di SunYu, ma in particolare Wild Rose); la sensualità non è mai slegata dalla giocosità infantile. La ragazza entra nella scuola femminile di sport. Corpi sani che corrono, un primo piano che sembra uscito da una moderna pubblicità di dentifricio che mostra la ragazza sorridente in primissimo piano mentre si lava i denti scintillanti etc. Nonostante le rivalità di un gruppetto invidioso di compagne, la protagonista batte ogni record di corsa. È aiutata dal prestante e semplice istruttore di ginnastica, che tenta di inculcarle principi sportivi. I due si riposano sotto le frasche di un albero dopo una lunga corsa; lei estrae da chissà dove (l'istruttore glielo chiede, infatti) una scatoletta ed incomincia a incipriarsi il volto. Lui le dice che il trucco non serve ad una sportiva, e lei con gesto provocatorio getta via il suo nécessaire. Il messaggio è chiaro, e vale tanto per le attrici dei film di Sun Yu, il cui ideale femminile è l'opposto della tradizionale modestia nei gesti ed appariscenza nei costumi e trucchi, quanto per la moderna gioventù che deve essere più sana e forte, conseguentemente più bella e più utile alla ostruzione di una nuova società. Il lavoro sull'immagine femminile in Sun Yu è oltremodo consapevole, si tratta forse del regista che maggiormente ha tentato di costruire un'icona femminile nuova e dirompente rispetto alla classica legnosità di attrici, peraltro molto apprezzate dal pubblico, quali Hu Die (si veda Market of Beauty).

La ragazza progredisce in fretta, e il successo le dà alla testa. Si tratta d'un pattern narrativo ampiamente sfruttato all'epoca da Sun Yu stesso ed altri registi, ma che Sun riesce sempre a declinare in maniera visiva piuttosto che verbale, dimostrando così una vera idea di cinema ed un uso maturo dell'aspetto visivo del mezzo. Qui in particolare si vede la ragazza spogliasi della sua uniforme della scuola, in cui appare come una ragazzina vivace e forte, per indossare un vestito da sera con tacchi alti e sciarpa svolazzante; il tutto all'interno del dormitorio percorso da legioni di fanciulle in fiore, rendendo così il contrasto tra la giocosità della giovinezza e l'artificiosità del mondo adulto ancor più netta. La fanciulla si rende presto conto dell'errore commesso, e umilmente torna ad allenarsi sotto l'egida dell'insegnante. Arriva il giorno delle classificazioni, uno stadio interno è gremito di pubblico e di sportivi di varie discipline olimpiche, il futuro radioso della Cina. In perfetta corrispondenza con l'ideale Nazionalista della costruzione di una Nuova Cina il corpo sano diventa l'emblema di uno spirito sano, poiché, come dice all'inizio la protagonista, uno dei motivi di debolezza della Cina è la salute cagionevole dei suoi abitanti. Di questa etica ed estetica del corpo, affatto nuove in Cina, è fondamentale ricordare le origini: da un lato l'interesse nuovo per la medicina e la scienza occidentali (gli studenti in classe studiano anatomia, oltre che libri quali Teorie della sport e Breve storia dello sport) che porta a numerosi trattati originali e traduzioni sul corpo, sulla sessualità e sulla medicina, dall'altro le tendenze autoritarie di simpatie fasciste del governo Nazionalista, che prende a prestito, mutatis mutandis, l'enfasi mussoliniana sul corpo statuario degli eroi romani; sono, insomma, gli anni delle Olimpiadi filmate da Leni Riefensthal e i cinesi, colti da severi complessi di inferiorità per la presunta arretratezza della loro patria, sentono la necessità di rimettersi in pari e primeggiare anche nel dominio dello sport: ciò è chiaramente mostrato nel film, e detto testualmente su un più tardo film sportivo, socialista questa volta, Girl Basketball Player n°5.

Un dramma si consuma: spinta da rivalità nefasta, una ragazza si spinge al di là dei propri limiti e, incurante delle ammonizioni del dottore, sfida la protagonista nella corsa. Li Lili la batte, e la giovane si accascia a terra per morire poco dopo. Al che Li Lili dapprima si rifiuta di partecipare alle selezioni successive, e poi lo fa ma perde, volontariamente (il pubblico la schernisce, ma il suo istruttore ha capito e la sostiene). La morale del film: non è importante vincere e la competizione è nociva; l'importante è che tutta la nazione sia sana e prospera. Al che Sun Yu monta immagini di squadre di atleti che all'unisono corrono, giocano, sfilano, in uniformi diverse, in un clima di eroica festività. Si toglie valore all'individualità vincente per dare enfasi al popolo e alla massa: è più importante che la nazione prosperi piuttosto che indulgere in piccole rivalità tra sportivi. Visivamente, il film accentua questo conflitto inserendo numerose telecamere e macchine fotografiche, che rappresentano l'esteriorità vanesia della stampa e del successo, in favore della rappresentazione impersonale della massa che corre all'unisono. Nella nuova epoca non ci sono vincitori, oppure: la nazione intera è vincitrice.

Corrado Neri