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True story of Ah Q

Cina

Similmente a Midnight, questo film fa parte dei primi, timidi tentativi del cinema di ritornare alla "normalità" dopo la Rivoluzione Culturale.

Ah Q zhenzhuan di Cen Fan

 

 

Cina, 1981, col
Con: Yan Shunkai, Li Wei, Wang Suya, Li Dingbao, Shi Lin

Similmente a Midnight, questo film fa parte dei primi, timidi tentativi del cinema di ritornare alla "normalità" dopo la Rivoluzione Culturale. Lo fa attraverso la riduzione di opere letterarie del passato di autori inattaccabili, come Lu Xun, che viene chiamato in causa direttamente all'inizio del film: lo scrittore (impersonato da un attore dall'indubbia somiglianza) è rappresentato al suo scrittoio mentre inizia la stesura di una delle sue più note novelle. Il film non ha nulla d'interessante a livello cinematografico: formato largo per dare risalto ai paesaggi e al villaggio rurale ove è ambientato, una buona prova d'attore di Yan, che caratterizza il mendicante Ah Q con ironia ed efficacia, mediocri prestazioni del resto del cast, estremamente teatrale, lunghezza eccessiva (130'), mancanza di coordinazione e di consequenzialità nelle scene d'azione e di massa.

La storia è nota: il film traccia fedelmente le avventure di Ah Q, mendicante che rappresenta tutti i cinesi per la sua capacità di trasformare in vittorie le sue più grandi sconfitte. Questa è una delle caratteristiche, secondo il celebre scrittore, del popolo cinese: l'istinto ad illudersi e a creare un mondo immaginario senza impegnarsi nella (dura) realtà. Lu Xun ridicolizza l'ipocrisia di tutte le classi sociali, così come l'impegno rivoluzionario, posticcio ed interessato. Ma questo aspetto non è sottolineato nel film che preferisce indulgere nella solita farsesca rappresentazione della classe dirigente.

Corrado Neri