Asiamedia

Aihara Nobuhiro (1944)

Giappone

Illusioni spaziali, il ricordo, il tempo che scorre, sono i fili che sorreggono l'opera di questo artista del dopoguerra giapponese.

Ricordi di storie sentite da bambino, ricordi che il tempo tende a cancellare nonostante si cerchi con tutte le proprie forze di non lasciarli sfumare, come in Yamakagashi, dove una bambina aspetta fuori dalla sua casa la madre che si prostituisce con i soldati americani. Aihara trascorse l'infanzia vicino a una base militare americana; i suoi ricordi sono filtrati dai racconti di coloro che vissero in prima persona il terrore e la violenza della guerra. Il tema del film è "forte", ma la risoluzione visiva di Nobuhiro è soffusa, anche perché preferisce non caratterizzare fisionomicamente i personaggi lasciando un alone bianco sul volto, elegante a tratti, permeato di malinconica, perché visto attraverso gli occhi di una bambina. Il ricordo di episodi dell'infanzia viene riproposto in La stagione delle api sta passando del 1972. Un ragazzo, il filmaker, attaccato da alcune api, diventa lo spunto per un viaggio a ritroso nella memoria. Lo sgretolamento causato dal passaggio del tempo viene proposto dall'autore attraverso una serie di metamorfosi che culminano nell'entrata in scena di una mano che tenta inutilmente di afferrare il filo del ricordo. Illusioni spaziali, immagini omni-direzionali che cercano l'identità soggettiva attraverso la memoria, come in Stone (id) del 1975, girato in esterni in Svezia applicando i disegni sulle case e sulle rocce in una sorta di "animazione spaziale", in un corpo unico dove lo spazio personale si fonde armoniosamente con la natura. In The third eye (id) del 1999 i ricordi scorrono nel sangue come linfa vitale attraverso paesaggi interiori, e l'artista esplora i cambiamenti emotivi che questi ricordi provocano al loro passaggio. Kaze del 2000 è un film di ispirazione buddista, un mandala dove l'artista trasforma oggetti invisibili in una sorta di galleria del vento. Il silenzio, il movimento, la luce, diventano ricordi quotidiani, aliti di vento che attraversano il corpo, gli oggetti invisibili, e salgono infine verso il cielo.

Cineasta surreale, amante del bianco e nero, la sua ricerca attorno all'identità dell'uomo ne ha fatto uno dei protagonisti dell'animazione giapponese dell'ultimo trentennio. Aihara è sempre stato un entusiasta mentore delle nuove generazioni di cineasti e la sua lezione ha influenzato molti artisti degli anni ottanta. L'ultimo suo lavoro è Scrap Diary (id) in collaborazione con Tanaami Keiichi, noto graphic designer. Il film è una contrapposizione fra gli stili caratteristici di entrambi gli artisti sviluppata in una serie di 100 brevi scene, tutte realizzate in bianco e nero.

Monica Cavalieri