Girato da Yuan Muzhi, sceneggiatore e protagonista di Plunder of Peach and Blossom, il film è ispirato da Street Angel (Frank Borzage, 1928) e racconta la vita degli abitanti dei bassifondi di Shanghai, con un tono leggero e poetico che ricorda a tratti Jean Vigo.
STREET ANGELMalu tianshi
Yuan Muzhi Uno dei film più conosciuti degli anni trenta. Girato da Yuan Muzhi, sceneggiatore e protagonista di Plunder of Peach and Blossom, il film è ispirato da Street Angel (Frank Borzage, 1928) e racconta la vita degli abitanti dei bassifondi di Shanghai, con un tono leggero e poetico che ricorda a tratti Jean Vigo. Il film è, secondo le testimonianze degli autori, fortemente autobiografico; regista ed attori si trovarono a creare una vicenda basandosi sulle loro esperienze, sul loro carattere, sull'osservazione fedele degli abitanti dei bassifondi di Shanghai. Il carattere fresco e spontaneo della pellicola deriva dunque in parte dal tentativo di creare un cinema nuovo in Cina, un cinema capace di captare la realtà sociale e intima dei personaggi di bassa estrazione sociale. Questi ultimi diverranno con il comunismo i soggetti privilegiati della filmografia cinese (White-Haired Girl, Red Detachement of Woman), ma saranno ritratti come modelli ed eroi, mentre Street Angel ne evoca tanto le nobiltà quanto le bassezze, tanto le complicità e le solidarietà quanto i pregiudizi e i tradimenti. Si tratta, infine, di un'opera dichiaratamente anti-teatrale, che vuole liberarsi dalle pastoie della tradizione rappresentativa classica per creare qualcosa di completamente diverso, un cinema che colga l'attimo e la situazione "reale e spontanea", e che inizi ad usare consapevolmente le prerogative del cinema. L'apertura è nota: un grattacielo, la didascalia "Shanghai, 1935", poi la mdp scende giù, sempre più, fino a scendere sottoterra ed entrare nel cuore della città e del racconto. Durante una processione nuziale entrano in scena i personaggi: Chen, suonatore di tromba male in arnese, il suo amico Wang, strillone, e poi alla finestra la bella Hong, spirito libero, vivace bellezza popolana. Il regista fotografa i volti, gli atteggiamenti, le masse di persone con piglio documentaristico e grande affetto per i suoi soggetti. La relazione tra loro è tessuta con stile vivace, pieno di gag: Chen e Hong amoreggiano da una finestra all'altra, con un fare innocente ma una mimica ambigua, scherzosa ma esplicita al tempo stesso; non si tratta delle ragazzine infantili di Sun Yu (Wild Rose, Little Toys); la piccola Hong e Chen sono due ragazzi in cerca di un luogo fisico e sociale dove far sbocciare il loro amore. La sensualità del film è aumentata dalla cupa sorella di Hong, chiamata Yun, quasi sempre muta, sempre avvolta in uno scialle nero, lo sguardo basso e truce. È una prostituta, come viene suggerito dalla sua silhouette contro la strada alla luce del lampione, e poi dalla sua fuga di fronte al poliziotto. Yun incontra Chen e Hong, li ferma, li sfida con il suo corpo misterioso e nero, e passa lentamente una mano sulla (finta) uniforme di lui, a dire il suo desiderio. Ma Chen è di Hong, e viceversa: comunicano attraverso le finestre aperte, Chen si esibisce in numeri di magia e la ragazza canta come un usignolo (in questi momenti musicali compaiono i caratteri delle canzoni, ed una pallina salta sulle parole seguendo il ritmo, karaoke ante litteram, con tanto di video musicale che si sovrimpressiona al volto della ragazza). Se la loro relazione pare uno spettacolo, in cui le finestre sono cornici e le tende sipari, presto i due oltrepassano lo "schermo" creando la terza dimensione: dapprima alcuni oggetti vengono lanciati da una finestra all'altra, poi i due, grazie a passerelle mobili di legno, possono passare da una casa all'altra, creando una profondità di campo fisica e psicologica. Passano attraverso i tetti, sfidando la gravità, a dire come la loro leggerezza ed ingenuità sia poetica e felice. Il film è delicato, i suoi segni si moltiplicano in maniera musicale e ritmica: la sorella viene presentata come malvagia: la prima volta che compare è allo specchio, che viene urtato da una mela che Chen lancia dalla finestra, indirizzato a Hong. Specchio: guardare se stessi piuttosto che il mondo, e indulgere nel vizio. Ancora: l'amico Wang incolla maniacalmente i giornali incollati al muro, e li consulta come se fossero pagine mancanti dell'Yijing: per trovare un carattere che nessuno sa scrivere, per farsi suggerire delle idee o piani d'azione. (i giornali sono usati anche in Crossroads, in parte come tecniche residue dei film muti che necessitano le didascalie, e in parte come mezzo per fare entrare la realtà contemporanea nella diegesi del film) I giornali, per esempio, suggeriranno di rivolgersi ad un avvocato: infatti la bella e innocente Hong è insidiata dal mafioso del luogo, che regala soldi alla sua matrigna per convincerla a cedere la ragazza. L'orribile individuo arriva al punto di scendere le scale stringendo un fiore, e, mentre fissa il punto in cui Hong è nascosta, comincia a strappare petalo dopo petalo, fino a ridurre il fiore delicato ad un grumo informe, i petali recisi caduti al suolo. Così i due amici salgono a Shanghai. Letteralmente, l'ufficio dell'avvocato si trova all'ultimo piano di un grattacielo, ed i due dicono di essere in paradiso, abituati alla bassezza della povertà. Naturalmente, l'avvocato è troppo caro per loro e gli amici sono costretti alla fuga. Dicotomia evidente tra le buie profondità di campo degli strati bassi della città e la luminosa piattezza della scenografia dello studio all'ultimo piano del grattacielo dell'avvocato. Il dialogo è chiaro, ma resta l'interesse musicale ed architettonico per gli spazi: il regista è abilissimo a giocare con il fondo campo, con le traiettorie degli sguardi del personaggi che entrano ed escono dalle stanze, dalle fenditure alle pareti. Una ricchezza di questo film è la sua forte ambiguità, affatto rara per le produzioni dell'epoca. La prostituta Yun è dapprima presentata come un personaggio fortemente negativo: compare nel décor quando la mdp compie una panoramica (è lì ma non si avvertiva prima la sua presenza), è sempre ammantata di nero, sembra invisa alla coppia, è sempre ripresa con una leggera inclinazione dall'alto. Ma poi, il suo personaggio si rivela di toccante dedizione e umanità; è semplicemente innamorata di Chen, si intuisce, e soffre a vederlo con la sorella, ma ciò nondimeno le prime parole che pronuncia sono una benedizione per la sorella, quando questa le rivela la sua decisione di fuggire. E poi, quando il mafioso la trova nel rifugio, per permettere a Hong di fuggire si sacrifica e si fa accoltellare, morendo in maniera straziante. Anche gli altri personaggi sono ritratti con sfumature inedite: Wang, dapprima presentato come un semplice, scopre una passione forte per Yun, che verrà corrisposta. E ancor di più: il giovane Chen ha dei fortissimi pregiudizi nei confronti di Yun, non la accetta e minaccia più volte di cacciarla, offendendola duramente. Solo alla fine si ricrederà e capirà i suoi sbagli: giunti appena in tempo per ascoltare le ultime parole di Yun, Chen compie un gesto che giorni prima si era rifiutato di compiere: mentre, infatti, in una sequenza precedente (che viene riproposta in sovrimpressione) aveva scagliato a terra un bicchiere invece di offrirlo a Yun, adesso con delicatezza glielo porge con le lacrime agli occhi. Poi la telecamera si allontana dal gruppo di amici stretto a piangere la donna, e si alza fino a raggiungere l'inarrivabile vetta del grattacielo, per cui Shanghai è famosa. Di questo film sono state date innumerevoli letture, tanto estetiche quanto politiche. Si tratta di un'opera complessa proprio per via della sua apparente semplicità. È un tentativo riuscito di negare influenze esterne, tanto del cinema hollywoodiano quanto di quello sovietico (anche se è possibile vedere in filigrana una cultura cinematografica ampia e curiosa), così come del teatro nazionale. Gli attori riescono perfettamente a fondere il realismo con degli effetti comici, rendendo vivace e spontanea la narrazione, mentre il regista orchestra sentimenti contrastanti rendendo i personaggi sfumati e a tre dimensioni. I sogni e le aspirazioni giovanili sono intessute in una più ampia storia di solidarietà e comprensione reciproca tra i più poveri della terra, così come è denunciata, nello stesso ambiente, la crudeltà aggressiva di chi approfitta delle circostanze per i propri scopi. Mettendo in rilievo i lati oscuri dei suoi eroi, in particolare l'orgoglio di Yun ed il pregiudizio di Chen, Yuan ha creato un film capace ancora oggi di parlare delle complessità dell'animo umano così come di essere testimonianza preziosa di un'epoca lontana. |
Corrado Neri