Primi piani

Simone Sibilio
Lingua e letteratura araba

Che cosa insegna a Ca’ Foscari? Quali sono i Suoi principali interessi di ricerca? Qual è stato il suo percorso accademico?
Insegno Lingua e Letteratura araba e i miei principali interessi sono la letteratura contemporanea (la poesia nello specifico), la questione palestinese, la traduzione letteraria, il linguaggio dei media arabi, i Memory and Spatial Studies.
Mi sono formato all'Università Orientale di Napoli, dove ho conseguito un dottorato in Letterature Comparate nel 2010, con una tesi sulle trame della memoria della Nakba palestinese (la catastrofe del 1948) nella produzione letteraria, poi divenuta mia principale monografia. Ho fatto ricerca in diversi paesi arabi (Palestina, Siria, Egitto, Tunisia, Marocco, Yemen) e insegnato come docente a contratto in numerose università italiane (Orientale di Napoli, Università del Salento, Luiss di Roma, Università di Macerata). Presso la IULM di Milano ho insegnato dal 2013 al 2017, attivando la cattedra di lingua araba e dirigendo il Master Milco di Lingue e Culture Orientali (1° livello). Lì sono diventato ricercatore (A), prima di vincere il concorso come ricercatore B presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Insegno a Ca' Foscari dal 2012-2013 e nel 2014 ho ottenuto un assegno di ricerca su un progetto relativo alla geopoetica araba. 

Che cosa L’ha portata a intraprendere la strada della ricerca? Che cosa L’appassiona di più del suo ambito di studi? 
La viscerale passione per la letteratura araba, in particolare per la poesia moderna e contemporanea, ambito di ricerca estremamente fecondo e variegato che presenta numerosi 'territori' ancora inesplorati. A ciò si affianca l'interesse di lunga data per la questione palestinese e la ricca produzione culturale di quel popolo. Mi appassiona sia la ricerca delle fonti che la ricerca sul campo, il contatto diretto con gli autori oggetto di studio, il mettersi in ascolto delle comunità e degli interlocutori per trasferire saperi e dati senza ulteriori mediazioni. La soddisfazione di poter contribuire a una più diretta conoscenza dei fenomeni studiati, avvalendosi di fonti dirette, di prima mano, e dell'esperienza maturata sul campo.

Che cosa significa, per Lei, insegnare all’università?
Insegnare all'università le discipline che amo rappresenta una piena realizzazione nella vita, non solo professionale. Si tratta di un'attività che trascende l'aspetto meramente professionale o lavorativo: per me è una missione culturale e persino civile, laddove il contributo alla conoscenza reale e scevra da pregiudizi e orientamenti ideologici di aspetti e realtà delle società e dei mondi arabi e islamici si rivela di cruciale importanza per il presente e il futuro della nostra comunità, e più in generale e in prospettiva, dell'intera società globale. Credo inoltre che un bravo insegnante, perlomeno in campo umanistico, debba saper trasferire conoscenze e nozioni fuori dall'aula, partecipando ai dibattiti pubblici e alla vita civile. In tal senso la 'Terza missione' offre un'importante opportunità di coniugare l'attività accademico-scientifica con la divulgazione pubblica e l'incontro con la cittadinanza. 

Lei lavora in un dipartimento che si occupa di mondi extraeuropei: che cosa vuol dire, per Lei, occuparsi di diversità culturale in una realtà globale sempre più interconnessa?
Esattamente quanto anticipato sopra. Una scelta etica, una missione civile. Credo fermamente che il nostro futuro (se non già il nostro presente) sarà fondato sulla traduzione, nell'accezione più ampia possibile. I processi di interazione e contaminazione sono irrefrenabili ed offrono una grande opportunità di trasformazione per la nostra comunità globale, in primis occidentale. Si tratta anche di un’occasione, per rivoluzionare i nostri modelli e il nostro mondo basato sul privilegio e dominio. E ciò perché dalla globalizzazione finanziaria ed economica si è preteso di escludere l’aspetto centrale, ossia l’attraversamento e la reciprocità tra le diverse comunità. Occuparsi di diversità culturale oggi in modo etico, consapevole e responsabile, e contribuire a trasmettere nelle nostre aule il senso più elevato di questa missione, significa partecipare alla costruzione dell'edificio della nostra società futura, che dovrà auspicabilmente fondarsi sui valori della giustizia sociale, sul rispetto delle parità di diritti tra le diverse comunità, sull’accoglienza e il rispetto di differenze e pluralità.  

Last update: 27/02/2024