Dall’Atlantico una possibile tregua per l’innalzamento del mare a Venezia
C’è un dialogo a distanza tra il Nord Atlantico e la Laguna di Venezia. Quando le temperature superficiali dell’oceano, oscillando ogni 60-80 anni, entrano nella loro fase più fredda, anche le curve di innalzamento del livello del mare a Venezia si assestano. Questa dinamica è stata dimostrata da uno studio coordinato da Davide Zanchettin, professore di Oceanografia e Fisica dell'Atmosfera all’Università Ca’ Foscari Venezia, e pubblicato sulla rivista Earth and Space Science.
Se i trend storicamente osservati dovessero confermarsi in futuro, Venezia potrebbe beneficiare di una breve fase di rallentamento dell’innalzamento dei mari. “Abbiamo delineato uno scenario climatico per cui nei prossimi 15-20 anni l’aumento del livello del mare nella laguna di Venezia potrebbe rallentare, finanche a stabilizzarsi per un determinato periodo - spiega Zanchettin - Questo non significa però che la situazione sia in generale rosea, dobbiamo prepararci a qualunque scenario. Forse potremmo solo avere un po’ più di tempo per affrontare il problema”.
All’origine di questo rallentamento sarebbe l’oscillazione multidecennale atlantica (AMV), cioè l’alternarsi ogni 60-80 anni di fasi prevalentemente calde al altre prevalentemente fredde nell’Atlantico. Tale fenomeno si sovrappone al riscaldamento di lungo termine.
“Non abbiamo la certezza che questo fenomeno si verifichi nelle modalità che abbiamo considerato nel nostro studio - continua il ricercatore - ma ci sono evidenze storiche che indicano una correlazione tra le fasi fredde dell’AMV e un plateau nelle curve di innalzamento dei livelli del mare a Venezia. Ci siamo chiesti, quindi, come questo meccanismo potrebbe influenzare il livello dell’acqua nella città nei prossimi anni, visto che alcuni studi indicano che l’AMV potrebbe entrare a breve in una fase fredda dopo qualche decennio caratterizzato da una fase calda. Secondo i nostri calcoli, in questo caso potrebbe verificarsi una sorta di stabilità temporanea nei livelli del mare a Venezia”.
Quindi Venezia può tirare un sospiro di sollievo? Le previsioni di innalzamento dei mari sono da rivedere? Zanchettin raccomanda prudenza e spiega che “la stima dei cambiamenti climatici attesi sul lungo termine ottenuti dalle proiezioni climatiche da un lato e la previsione dell’evoluzione del sistema climatico nel medio termine dall’altro sono due problemi diversi”.
Negli scenari a lungo termine, infatti, si valutano fattori come immissioni di gas serra in atmosfera ad opera dell’uomo. Per proiezioni più ravvicinate, invece, si deve tenere conto di variazioni indotte da fenomeni naturali, ad esempio le eruzioni vulcaniche o, come in questo caso, l’AMV.
“Anche qualora dovesse verificarsi una fase fredda dell’AMV, questa sarà temporanea e sarà seguita da un nuovo periodo caldo – precisa lo studioso - In questo scenario i livelli del mare potrebbero aumentare rapidamente e significativamente tanto da superare, di nuovo solo temporaneamente, quelli prospettati nelle proiezioni climatiche, potenzialmente anche dai modelli più pessimistici”.
Secondo le stime attuali, infatti, entro la fine del secolo Venezia potrebbe sperimentare un aumento dei livelli dell’acqua variabile da poco meno di 30 a 120 centimetri o, nello scenario più catastrofico, perfino 180 centimetri. Tra le cause di questa grande incertezza vanno annoverati anche gli scenari socio-economici utilizzati, molto diversi tra loro.
“Ci sono ancora molte incertezze sulla situazione a Venezia - conclude il docente - il problema dell’innalzamento del livello del mare non è risolto. I nostri risultati non andrebbero interpretati in chiave meramente ottimistica. Ci ricordano semplicemente che i cambiamenti climatici non si manifestano come una variazione lenta ma inesorabilmente progressiva: vi sono periodi in cui vi sono apparenti accelerazioni nel cambiamento e ve ne sono altri caratterizzati da apparenti pause. Certo è che l’avverarsi di una fase climatica temporaneamente “vantaggiosa” come quella delineata nel nostro lavoro, se ben compresa, offrirebbe del tempo prezioso per continuare ad elaborare strategie di adattamento al cambiamento climatico in questo sito unico al mondo”.
La ricerca è stata condotta da Zanchettin con il professor Angelo Rubino e la postdoc Sara Rubinetti, nell’ambito del programma di ricerca Venezia 2021, con il contributo del Provveditorato ai Lavori pubblici del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, attraverso il concessionario di Stato Consorzio Venezia Nuova e con il coordinamento del CORILA.