Il Salone del Libro omaggia Carroll: Alice è un'icona contemporanea

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Tenniel sketch from "Alice through the looking glass" 1871 from Wikimedia Commons
Tenniel sketch from "Alice through the looking glass" 1871 from Wikimedia Commons

Alice nel Paese delle Meraviglie – seguito da Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò - è quello che si definisce un ‘grande classico’. Creata dalla penna di Lewis Carroll nell’Inghilterra di fine Ottocento, la piccola e curiosa avventuriera è diventata icona contemporanea ed ha ispirato sequel e riscritture, serie Fantasy, film e campagne pubblicitarie. Ma è ancora un’icona per bambini? È ancora un testo che i bambini possono leggere? Ne abbiamo parlato con Laura Tosi, docente di Letteratura Inglese ed esperta di letteratura per l’infanzia, che il 21 maggio sarà ospite al Salone del Libro di Torino per l’appuntamento “In viaggio con Alice attraverso lo specchio”.

Alice è ancora un personaggio contemporaneo? 

Spesso i classici per l’infanzia non funzionano più con il passare del tempo: i numerosi riferimenti al periodo contemporaneo li rendono incomprensibili per i bambini delle generazioni successive. Ecco perché hanno fortuna gli adattamenti, che ‘tagliano’ molti riferimenti culturali e ci restituiscono una versione della storia estremamente semplificata. Disney, grande mediatore di fiabe e di fantasy, ha prodotto un film di Alice talmente vicino alla versione originale illustrata da John Tenniel, che in realtà fu un flop.

Forse il testo più interessante tra i sequel di Alice nel Paese delle Meraviglie è una versione per adulti di Robert Coover, che rivisita la storia di Alice nel racconto “Alice in the Time of the Jabberwock” (2000). In questa versione Alice incarna l’incubo di Peter Pan: è cresciuta e diventata una signora di mezz’età, mentre il resto della Wonderland è rimasto fastidiosamente uguale. Alice rivisita i luoghi dei suoi ricordi, come il Tea Party. Ma questa volta il suo grembiulino è macchiato, la tazza fumante di tè le provoca fastidiose vampate e le parodie delle poesie che recitano i personaggi sono critiche e meschine nei suoi confronti. Incastrata paradossalmente tra identità bambina e identità adulta Alice si interroga continuamente sulle metamorfosi che subisce il suo corpo: nota con orrore il doppio mento, la pelle delle braccia che sta cedendo, le macchie scure sulle mani sempre sudate. L’Alice ingrassata, invecchiata ed emotivamente instabile di Coover continua dunque la ricerca della sua vera identità, ma le trasformazioni che subisce non sono legate a cibi o bibite magiche – sono le modifiche che può subire il corpo femminile durante la mezz’età. Coover ha privato il personaggio di Carroll della vitalità, della curiosità e dell’intraprendenza dell’originale, sostituendolo con una generale disillusione nei confronti dello stato adulto.

Io credo invece che sia proprio la curiosità dell’Alice di Carroll ad essere l’aspetto più interessante del personaggio per un pubblico contemporaneo. ‘Wonder’ vuol dire meraviglia ma anche domandarsi (I wonder, mi chiedo). Alice è una piccola avventuriera vittoriana, interessata alle persone, alle cose e agli animali. Affronta ogni incontro, dove spesso viene derisa e trattata male, e passa a quello successivo. È un’icona ‘resiliente’.

Qual è la 'resilienza' di Alice?

Penso che il bambino sia resiliente per ‘statuto’. Alice è una bambina alle prese con eventi esterni incomprensibili, situazioni di pericolo, cambiamenti inspiegabili che avvengono al suo corpo. Affronta tutto da sola, senza che gli adulti o gli animali parlanti che incontra le siano di alcun aiuto. 

Si parte dalla sfida dell’identità. Mentre i personaggi delle fiabe, o del fantasy, spesso si perdono e si chiedono dove sono, Alice si chiede costantemente ‘chi è’. Quando il bruco le chiede ‘who are you?’ (chi sei?) lei non sa rispondere, perde la memoria, e questo le crea una sensazione costante di ansia. Lei non sa chi è perché non è mai la stessa. 

Ma sono moltissime anche le situazioni di pericolo che la giovane protagonista deve affrontare, sempre da sola perché né gli adulti né i personaggi che incontra le sono di alcun aiuto: la regina minaccia di farle perdere la testa, Humpty Dumpty le dice che avrebbe dovuto smettere di vivere all’età di sette anni. Persino la cucina descritta nel primo dei due libri - che di solito nella letteratura per ragazzi è un luogo caldo e accogliente - diventa un luogo grottesco e inquietante, dove volano coltelli e dove un neonato viene scosso violentemente. Alice è anche provata sul piano alimentare: la sua fame viene costantemente frustrata, non riesce a nutrirsi. Alla fine di Through the Looking-Glass, per esempio ogni portata le viene presentata, e poi le viene spiegato che non è educato mangiare qualcuno che ci è appena stato presentato… 

Il salone internazionale del libro di Torino dedica la prossima edizione al tema dello 'specchio'. Come non pensare alle fiabe...come a quella di Alice

Molto spesso gli specchi nelle fiabe hanno a che fare con dei modelli femminili legati alla bellezza. Così è lo specchio nella fiaba di Biancaneve, simbolo della rivalità femminile. Ma gli specchi hanno anche altri significati. Nella prima parte della Regina delle Nevi di Andersen c’è uno specchio magico creato dal diavolo che ha il potere di far sparire le cose belle per sostituirle con cose orribili. Nello specchio si vedono volti deformati, paesaggi distrutti, e le persone cominciano a credere che sia quello il mondo reale. Lo specchio di Alice non è uno specchio della vanità, e neanche di deformazione malvagia. È invece una porta verso un altro mondo. Questo ci fa riflettere, come già diceva Tolkien, sulla possibilità che Alice non sia esattamente una fiaba. Nelle fiabe noi siamo sempre catapultati in mondi meravigliosi, mentre in Alice c’è sempre un passaggio, un portale, e questo è tipico della narrativa fantasy. Mentre in ‘Alice in Wonderland’ c’è il sogno, in Through the Looking-Glass c’è il passaggio attraverso lo specchio verso il mondo al contrario, dove bisogna correre il doppio per restare fermi, dove il rapporto causa-effetto è capovolto (prima si consegnano le fette di torta e poi si taglia la torta) e dove la memoria funziona anche al futuro. I personaggi si ricordano di quello che deve ancora accadere, le poesie si possono leggere solo con uno specchio davanti, e lo specchio, quindi genera delle interpretazioni più complesse rispetto a quella delle fiabe classiche. 

Laura Tosi sarà ospite della 35° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino - 21 maggio, ore 15.30, Pad. 2 Sala Gialla – per un intervento su “In viaggio con Alice attraverso lo specchio” insieme a Masolino D'Amico e Pompeo Vagliani. Docente di Letteratura Inglese ed esperta di letteratura per l’infanzia, Laura Tosi ha pubblicato nel 2018 The Fabulous Journeys of Alice and Pinocchio (Mc Farland). Coordina il gruppo di studio sulla fiaba presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati ed è responsabile del progetto Children's Literature in Italy.

Federica Scotellaro