‘Mapping Diaspora’, il progetto che studia l'esodo culturale dalla Russia

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Sergey Kishchenko, Oxalis articulata. Insalata mista, 2017, photo

Mapping Diaspora è un progetto del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell’Università Ca’ Foscari, che nasce per mappare e studiare una delle più ingenti migrazioni intellettuali del nostro presente, ancora in corso: la diaspora di artisti e intellettuali dalla Russia all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina. L’esodo ha dimensioni difficili da quantificare ma paragonabili solo all’ondata migratoria successiva al crollo dell’URSS negli anni Novanta.

Moltissimi studiosi, scrittori, registi, attori, attivisti, artisti e giornalisti non possono più continuare a vivere in Russia senza allinearsi alla politica governativa e partono verso Francia, Germania, Inghilterra, Serbia, Armenia, ma anche Messico, Argentina, India, spesso con visti turistici e in attesa di capire gli sviluppi della situazione.

Così è stato per Olga Shishko, che insieme Silvia Burini, direttrice dello CSAR, coordina “Mapping Diaspora”. Già curatrice del Museo Pushkin per la parte contemporanea, Olga Shishko è scappata dalla Russia ed è stata accolta a Venezia, a Ca’ Foscari, come scholar visiting in attesa di un visto di protezione speciale, come il suo compagno e artista Sergey Kishenko, che ha chiesto asilo in Italia.

Si parte dalla migrazione degli intellettuali dalla Russia, quindi, ma il progetto punta a diventare una piattaforma di raccolta e indagine ad ampio raggio sulla produzione artistica e intellettuale di chi è stato costretto da situazioni simili a lasciare il proprio Paese. 

In una recente intervista su Artribune, Silvia Burini ha spiegato che “si tratta di un progetto di ricerca che però è vivo nella nostra carne, a fronte di oltre un milione di persone già fuggite dalla Russia. Il nostro obiettivo è quello di tenere memoria, perché il fatto non passi sotto silenzio, ma anche di favorire i legami culturali, fornendo indicazioni pratiche a chi non ha più punti di riferimento, segnalando le opportunità di residenze e permessi di soggiorno artistici. La finalità del nostro lavoro, realizzato grazie a un gruppo di dottorandi e assegnisti, è certamente scientifica, ma vogliamo intercettare delle esigenze, fare rete con altre istituzioni. Molti degli artisti emigrati sono giovani, non hanno una rete di amicizie o legami consolidati, apriremo un canale Instagram per ricevere testimonianze, e vorremmo organizzare delle mostre. Partiremo da un primo tema, quello della valigia: stiamo già ricevendo i primi lavori video”.

Burini si sofferma anche sulla necessità di sollecitare una risposta istituzionale al fenomeno: “Chi si muove con visto turistico può restare solo novanta giorni in Italia. Sarebbe opportuno che anche il nostro Paese si muovesse con permessi di soggiorno speciali per artisti e intellettuali in fuga. In Inghilterra lo strumento già esiste come Talent Visa, ma anche la Francia prevede dei visti per chi lavora nel mondo dell’arte, e così la Germania. Queste persone dovrebbero essere protette, noi possiamo sollevare la questione e sollecitare il dibattito”.

Il progetto

Il progetto comprenderà tre sezioni divise per tipologia di ricerca: Arte, Narrazioni, Dialoghi. Artisti e intellettuali verranno invitati a condividere alcune delle loro opere e verrà anche creata una sezione dedicata alle informazioni pratiche per poter proseguire l’attività artistica e accademica anche lontani dal proprio Paese.  

Arte: si raccoglieranno opere e progetti realizzati attraverso linguaggi artistici differenti nei settori: suono, video, arti figurative, arti performative.

Narrazioni: si raccoglieranno testi narrativi sulla situazione attuale e sul fenomeno in corso a firma di accademici, curatori, giornalisti, scrittori. Potranno essere testi già pubblicati o inediti; principalmente il progetto ha lo scopo di mappare quanto creato in quest’ultimo anno e quanto ancora in fase di elaborazione. Una sezione affine proporrà alcuni testi di approfondimento sulle ondate migratorie del secolo scorso oltre i confini dell’Unione Sovietica.

Dialoghi: si coinvolgeranno tutti coloro che prendono parte al progetto. Attraverso una serie di domande tematiche si cercherà di analizzare la percezione di ciascuno del mondo esterno e l’impatto sulle sensibilità individuali. Con questa parte del progetto si intende assicurare un utilizzo appropriato dei materiali ricevuti e una visibilità coerente con le necessità di ognuno.

A curare il lavoro sarà un gruppo di specialisti internazionali che aiuteranno a stabilire i contatti con gli artisti e gli altri professionisti in ambito culturale. In una prima fase ci si occuperà di coloro che hanno lasciato la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina a febbraio 2022, ma l’arco temporale potrà prendere in considerazione anche coloro che hanno lasciato il loro Paese a partire dal 2014, dopo l’annessione della Crimea, in qualche modo prevedendo con anticipo il tragico futuro di questi ultimi mesi.

Inoltre, si prevede la realizzazione di progetti espositivi che riuniranno alcune delle opere e degli artisti coinvolti.

Direzione scientifica: Silvia Burini e Olga Shishko
Advisory Board: Olga Alter, Giuseppe Barbieri, Matteo Bertelé, John Bowlt, Erica Faccioli, Nicoletta Misler, Alessandro Niero, Arseniy Petrov
Research Team: Giovanni Argan, Maria Gatti Racah, Giulia Gelmi, Anastasia Kozachenko-Stravinsky, Maria Redaelli
In collaborazione con CYLAND e con l’Accademia di Belle Arti di Venezia

Realizzazione del progetto: pagina dedicata sul sito web CSAR e highlights del progetto sulle pagine social del Centro (Facebook, Instagram, YouTube)

Federica Scotellaro